Definizione
La perifrasi è una circonlocuzione, definita anche comunemente “giro di parole”, per mezzo della quale si spiega una cosa, un concetto o una persona senza utilizzare il termine proprio ma un insieme di parole.
Il termine perifrasi viene dal greco, peri (intorno) + phrasis (frase), significa letteralmente: frase intorno.
Si usa una perifrasi quando:
- si vuole evitare una ripetizione ravvicinata dello stesso termine,
- oppure per far comprendere meglio una astrazione complicata dal punto di vista tecnico o concettuale,
- o anche per colorire un’immagine dandole sfumature diverse,
- o per attenuare l’effetto di un termine che potrebbe risultare offensivo o troppo feroce.
La perifrasi è simile all’eufemismo (quando si vuole mitigare un concetto) e alla litote (affermare una cosa negando la cosa contraria).
Uso nel linguaggio comune
La perifrasi è molto usata sia nella scrittura ma anche nel linguaggio di tutti i giorni, per esempio si usa l’espressione:
- nettare degli dei invece di dire vino;
- Oro nero per dire petrolio;
- La città eterna per dire Roma;
- Mal sottile invece di sifilide;
- Brutto male invece di cancro;
- La mia dolce metà invece di mia moglie;
- Passare a miglio vita per dire morire.
Esempi letterari di Perifrasi:
Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato della perifrasi e quando sia da utilizzare.
(Leopardi, Il sabato del villaggio, v.10)
là dove si perde il giorno per dire verso occidente, verso il tramonto.
(Omero, Iliade, Libro I, v.22)
per dire Dei.
declinando imperversa
e pioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa..."
(Parini, La caduta, vv.1-4)
per indicare la stagione invernale.
(Dante, Paradiso, Canto I, v.1)
per dire Dio.
(Dante, Inferno, Canto IV, v.131)
per riferirsi ad Aristotele.
alzò in Roma ai celesti e di chi vide
sotto l’etereo padiglion rotarsi
più mondi e il sole irradiarli immoto…"
( Foscolo, I Sepolcri, vv.159-162)
Foscolo si riferisce rispettivamente a Michelangelo e a Galilei.
nostro alimento…"
(Dante, Inferno, XXV, vv. 85-86)
per dire ombelico.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, Canto I, v. 107)
per dire Gerusalemme.
(L. Ariosto, Orlando furioso, Canto IX, v. 740)
per dire l’amore.
(G. Leopardi, A Silvia, v. 40)
per dire autunno.
(G. Carducci, Colloqui con gli alberi, v. 11)
per dire vino.
che ci affranca dal Tempo e dallo Spazio?…"
(G. Gozzano, La signorina Felicita, VII, vv. 42-43)
per dire morte.
(E. Montale, Piccolo testamento, v. 2)
per dire nella mia testa.