Definizione
L’ossimoro è una figura retorica di pensiero che si basa sull’accostamento paradossale di termini antitetici, ovvero termini che esprimono concetti contrari e che si contraddicono, come: dolce amarezza, vita mortale.
Si tratta di una combinazione di termini che crea un originale contrasto, un paradosso che produce stupore nel lettore, conferisce al testo sorprendenti effetti stilistici e rivela dietro all’apparente non-sense un significato profondo.
Ossimoro deriva dal greco oxýmoros: oksys = "acuto" e morós = "stupido" = acutamente stupido (da notare l’ossimoro rappresentato dall’etimo stesso).
Uso nel linguaggio comune
Nel linguaggio comune l’ossimoro è un procedimento retorico abbastanza diffuso, alcuni esempi sono:
- lucida follia,
- brivido caldo,
- silenzio assordante,
- disgustoso piacere,
- attimo infinito,
- buio accecante,
- assenza ingombrante,
- ghiaccio bollente.
Ossimoro e antitesi
Anche la figura retorica dell’antitesi si basa sulla contrapposizione tra due termini o fra due frasi di significato opposto ma a differenza di questa per l’ossimoro i due termini accostati e contrapposti sono incompatibili e la potenza di questa figura retorica è determinata proprio dalla loro corrispondenza illogica.
Inoltre, nell’ossimoro uno dei due termini ha sempre una funzione determinante nei confronti dell’altro (es: agiva con lucida follia) mentre per l’antitesi i due termini di significato opposto hanno la stessa valenza (es. era lucido e non folle).
Approfondisci:
Esempi letterari di Ossimoro:
In letteratura l’ossimoro è stato utilizzato sin dai tempi antichi ed è presente in ogni epoca.
Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato dell’ossimoro e quando sia da utilizzare.
(G. Marino, Bella schiava, v. 2)
Contrapposizione aggettivo/sostantivo con leggiadro attribuito a mostro.
(T. Tasso, Proemio Gerusalemme liberata, Canto I, Ottava 1)
Contrapposizione sostantivo/aggettivo con pietose attribuito ad armi.
(A. Manzoni, I promessi sposi, Cap. VI)
Contrapposizione tra lo sguardo pieno di amore e gli aggettivi bieco e rabbioso.
una casa apparì sparì d’un tratto…"
(G. Pascoli, Il lampo, vv.4-5)
Contrapposizione sia nella coppia aggettivo/sostantivo (tacito tumulto) sia tra i due verbi (apparì sparì).
(S. Quasimodo, Lettera alla madre, v.3)
Con bruciano di neve il poeta unisce in un’immagine due idee nettamente contrastanti: gelo e fuoco.