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Proemio

Parafrasi e analisi

(Orlando furioso, canto I, Ottave 1 - 4)

Ludovico Ariosto

· Pubblicato · Aggiornato ·

Antefatto

Orlando è un personaggio storico di cui si sa solo che fu Governatore della Marca di Bretagna e che morì a Roncisvalle nel 778. La leggenda ne fece un valoroso e saggio paladino di Carlo Magno.
Il personaggio venne utilizzato come protagonista di romanzi cavallereschi di cui il più importante nella letteratura italiana è l’Orlando innamorato di Boiardo a cui Ariosto si ricollega elaborando, con il suo poema Orlando furioso la continuazione delle avventure di Orlando partendo proprio dal punto in cui l’Orlando innamorato si era interrotto.


TESTO

PARAFRASI

[1] Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare
, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano

[1] Io narro (canto) le donne, i cavalieri, le imprese guerresche, gli amori (le donne, i cavallier, l’arme, gli amorichiasmo che mette in rilievo il tema guerresco e il tema cortese), le consuetudini cavalleresche (cortesie), le imprese coraggiose (l’audaci imprese io canto - anastrofe), che avvennero al tempo in cui i Mori attraversarono il mare africano (passaro i Mori d’Africa il mare - iperbato) e procurarono molti danni (nocquer tanto) in Francia, assecondando la rabbia e il giovanile furore (i giovenil furori - anastrofe) del loro re Agramante (Agramante = Re dei Mori voleva vendicare il padre Troiano, ucciso da Orlando), che aveva deciso di vendicare la morte di Troiano contro (sopra) Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero (romano).

[2] Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai, né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.

[2] Allo stesso tempo (in un medesmo tratto)  racconterò cose non scritte mai né in prosa, né in versi di Orlando: che per amore diventò pazzo furioso (venne in furore e mattozeugma: venne è riferito a furore ma anche a matto, col significato di divenire), da uomo che prima era reputato (stimato) così saggio; se colei [Alessandra Benucci – la donna amata da Ariosto] che mi ha reso quasi simile (che tal quasi m’ha fatto – matto come Orlando) e che consuma (mi lima – nella tradizione provenzale significa consumare per amore) a poco a poco (ad or ad or) il mio piccolo (poco) ingegno, me ne lascerà tanto quanto basta per portare a termine quanto mi sono proposto.

[3] Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l’umil servo vostro.
Quel ch’io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d’opera d’inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono. 

[3] Vi piaccia gradire (aggradir), o Ippolito, generoso discendente (prole) di Ercole (Erculea - Il Cardinale Ippolito era figlio di Ercole I d’Este), ornamento e splendore del nostro tempo (secol), quest’opera che vuole e soltanto può darvi il vostro umile servo.
Per i favori ricevuti (quel ch’io vi debbo) vi posso ripagare solo in parte con parole e con scritti (d’opera d’inchiostro - sineddoche); né sono da accusare (imputar) se vi do poco, perché io vi do tutto ciò che  posso darvi.

[4] Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m’apparecchio,
ricordar quel Ruggier, che fu di voi
e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio.
L’alto valore e’ chiari gesti suoi
vi farò udir, se voi mi date orecchio,
e vostri alti pensieri cedino un poco,
sì che tra lor miei versi abbiano loco

[4] Fra i più degni eroi che io mi preparo (m’apparecchio) a nominare con lode, voi sentirete ricordare il famoso Ruggiero (Ruggier –  grande guerriero saraceno), che è stato il capostipite (ceppo vecchio - metafora) di voi e dei vostri illustri antenati. Vi farò ascoltare (udir) le sue nobili e famose gesta (chiari gesti - analogia), se voi mi presterete attenzione (orecchio) e le vostre gravi preoccupazioni si attenuino (cedino) un po’, cosicché questi miei versi tra esse trovino spazio (loco).









Riassunto:

Il primo canto dell’Orlando Furioso inizia classicamente, con una protasi in cui vengono esposti l’argomento della narrazione ed i destinatari, seguendo la canonica  suddivisione in:

  • Proposizione (ottave 1-2, v.4): Ariosto abbandona l’uso dei cantori popolari ed anche di Boiardo di rivolgersi, all’inizio dei loro poemi a Dio e agli uditori e sottolinea la materia oggetto dell’Orlando furioso: l’avventura epica e l’avventura amorosa;
  • Invocazione (ottava 2, vv.5-8): Invocatio originale in quanto non è rivolta alle Muse ma alla donna amata, Alessandra Benucci, di cui non è fatto esplicitamente il nome;
  • Dedica (ottave 3-4): ripresa dalla poetica classica ma anche usanza del mondo cortigiano del suo tempo la dedica dell’opera al proprio Mecenate, per Ariosto: il Cardinale Ippolito.

L’argomento si dipanerà in 3 grandi filoni narrativi:

  • la guerra fra mori e cristiani;
  • l’amore e la follia di Orlando;
  • le vicende che determineranno il matrimonio fra Ruggiero e Bradamante, ritenuti gli antichi progenitori degli Estensi, in relazione all’encomio dei duchi di Ferrara e in particolare del protettore di Ariosto, il cardinale Ippolito, al quale è dedicato il poema.

Incipit:

Il celebre inizio del poema: “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,/ le cortesie, l’audaci imprese io canto…” definisce le mille vicende narrate nel poema che si possono ricondurre a tre diversi nuclei tematici:

  • La guerra. E’ la guerra mossa da Agramante contro Carlo Magno (già presente nell’Orlando innamorato) che vede cavalieri cristiani opporsi ai saraceni e, dopo molte vicende alterne, trionfare.
  • La passione. E’ la passione del paladino Orlando per Angelica che porterà il protagonista a perdere il senno.
  • L’amore. E’ l’amore di Ruggiero e Bradamante che attraverso varie peripezie porta alle nozze tra i due amanti che genereranno la stirpe degli Estensi.

Commento:

Ludovico Ariosto inizia la stesura dell’Orlando furioso intorno al 1505. Con quest’opera egli vuole celebrare la dinastia degli Estensi attraverso  il romanzo cavalleresco che Boiardo aveva portato alla sua massima espressione con l’Orlando innamorato. L’opera pur essendo indirizzata alla corte di Ferrara e dedicata al Cardinale Ippolito d’Este, figlio di Ercole I, è la prima grande opera letteraria ad essere pensata, composta, curata dal suo autore in vista di una più vasta diffusione attraverso la stampa. Il suo autore mira infatti ad una diffusione estesa all’intera società letteraria italiana, obiettivo che portò Ariosto a curare personalmente le edizioni del poema. La prima edizione è di 40 canti ed esce a Ferrara nell’aprile del 1516 a cui seguirono molte revisioni. Alla terza edizione i canti erano arrivati a 46 e fino alla morte di Ariosto l’opera continuò ad essere rivista, arricchita e corretta.
Ebbe un grande successo da subito.


Metrica:

Ottave (strofe di otto versi endecasillabi). Schema ABABABCC (primi sei endecasillabi a rima alternata e ultimi due a rima baciata).
Il chiasmo della I ottava riecheggia l’esordio dell’Eneide e i vv. 109-110 del XIV Canto del Purgatorio di Dante: “Le donne e i cavalier, gli affanni e li agi…”.
Diversi gli enjambement (3-4, 5-6, 6-7).
Numerose le allitterazioni, per esempio: nella prima ottava l’allitterazione R (vendicar, morte, Troiano, sopra, re, Carlo, imperator, romano), nelle seconda ottava l’allitterazione OR (Orlando, amor, furore, or, or) mette in evidenza il legame tra Orlando, l’amore e il furore.






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