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Riassunto e analisi del testo

Le nostre notti

Se questo è un uomo - cap.5

Primo Levi

· Pubblicato · Aggiornato ·

RIASSUNTO

Dopo 20 giorni di ricovero Levi viene dimesso dal Ka-Be, viene assegnato ad un nuovo Block, il numero 45, ed avviato ad un nuovo lavoro. E’ un nuovo inizio, è come ripartire dal primo giorno perché si ricevono nuovi abiti e scarpe, nuovi per modo di dire perché sono solo disinfettati e in precedenza appartenevano ad altri deportati, devono quindi essere riadattati alla propria persona. Si riparte da capo anche per quanto riguarda gli utensili, bisogna trovare il modo di procurarsi nuovamente cucchiaio e coltello, che in Ka-be erano stati requisiti e mai restituiti. Inoltre non viene mai riassegnato il block in cui si alloggiava in precedenza e quindi l’ambiente cambia completamente, si hanno nuovi compagni e nuovi capi con i quali dover trovare il modo giusto per relazionarsi.


L’aspetto positivo per Levi è che nel Block 45 vi è anche Alberto, il suo miglior amico. Tuttavia i due amici non riescono ad ottenere di poter dormire nella stessa cuccetta; cosa non di poco conto perché avrebbe dato ad entrambi il vantaggio di “avere un compagno di letto di cui fidarsi”.


In inverno le notti nel Lager sono lunghe, dopo l’esiguo rancio serale, solitamente l’ingegnere Kardos gira tra i deportati a curare piaghe e calli ricevendo in cambio del cibo, e volentieri si rinuncia ad un pezzetto del prezioso pane per alleviare il tormento ai piedi. Di nascosto, a volte, entra nel block un cantastorie che canta una rapsodia yiddisch.


L’ultima funzione della giornata consiste nella possibilità di cambiare le scarpe rotte, ciò dà luogo ad una scatenata corsa di 40/50 persone verso il Tagesraum nella speranza di arrivare primi e poter usufruire del cambio, dato che il numero di scarpe disponibili è esiguo e meno di una decina di deportati riusciranno nell’intento.
Dopo di che le luci si spengono e tutte le attività si interrompono, non rimane altro che coricarsi.

Levi non conosce il suo compagno di letto, non lavora nel suo stesso Kommando e si stende in cuccetta solo al momento del silenzio, addormentandosi immediatamente ed occupando buona parte della cuccetta. Levi tenta di farsi spazio ma alla fine finisce per dormire per metà sulla traversina di legno.


Ha inizio la tormentata nottata dello scrittore: in principio cade in uno stato di dormiveglia dove i vari suoni si confondono tra veglia e sonno e così il russare del vicino di cuccetta diventa il rumore di una locomotiva che sta per arrivare ed il fischio in lontananza del cantiere della Decauville, che lavora anche di notte, è il fischio di quella stessa locomotiva che nel sogno riporta Levi in Italia, a casa sua, dove si ritrova a raccontare alla sorella, a qualche amico e ad altra gente, la sua vita del Lager ma gli ascoltatori non lo seguono e sono del tutto indifferenti. Allora egli si sveglia angosciato e si ricorda di aver già fatto quel tipo di sogno, e ricorda anche di averlo raccontato ad Alberto che gli ha confidato di aver fatto anche lui quello stesso sogno e come loro molti dei deportati lo hanno fatto.
Un altro tipo di sogno ricorrente e comune è il sogno di mangiare. Come nel mito di Tantalo il cibo è lì davanti agli occhi, se ne percepisce l’odore, viene avvicinato alle labbra ma non si riesce a mangiarlo.




A metà della notte inizia l’andirivieni dei deportati al secchio, per smaltire il grande quantitativo di acqua ingerito attraverso la zuppa. La legge della baracca prevede che una volta colmo il secchio questo vada svuotato dall’ultimo utilizzatore che è costretto in camicia e mutante (tenuta notturna) ad uscire nella neve per raggiungere la latrina. Compito che con ogni probabilità toccherà ai più inesperti e ai non privilegiati, anche se, come afferma lo scrittore, dato che inevitabilmente qualcosa del contenuto del secchio trabocca sui piedi, è sempre meglio che l’operazione spetti “a noi stessi piuttosto che il nostro vicino di cuccetta”, di cui poi si avranno i piedi all’altezza del viso per il resto della nottata.


Tra sonno, veglia e incubi passa la notte e prima dell’alba suona la campana del campo. La guardia di notte accende quindi le luci e urla: “Aufstehen” o in polacco “Wstawac”, “Alzarsi” dando inizio una nuova lunga giornata fatta di freddo, fame, vessazioni e fatica.



Vedi anche trama e analisi complessiva del testo:




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