Ecco l’alba
In questo madrigale, scritto intorno al 1565, Tasso coglie il susseguirsi degli elementi naturali che caratterizzano il sorgere del sole, il nascere di un nuovo giorno, e gli effetti che questi producono, per concludere con l’immagine della donna amata.
TESTO
PARAFRASI
[1] Ecco mormorar l'onde
[2] e tremolar le fronde
[3] e l'aura mattutina e gli arboscelli,
[4] e sovra i verdi rami i vaghi augelli
[5] cantar soavemente
[6] e rider l'orïente:
[7] ecco già l'alba appare
[8] e si specchia nel mare,
[9] e rasserena il cielo
[10] e le campagne imperla il dolce gelo,
[11] e gli alti monti indora.
[12] O bella e vaga Aurora,
[13] l'aura è tua messaggera, e tu de l'aura
[14] ch'ogni arso cor restaura.
Ecco (l’ecco crea il clima di rivelazione) mormorare le onde e oscillare le piante e i ramoscelli nella brezza (aura) mattutina e sopra i rami verdi i leggiadri uccelli cantare soavemente e risplendere all’orizzonte l’oriente (rider l'orïente - metafora):
ecco (anafora) appare già l’alba e si specchia nel mare e rasserena il cielo [si fa chiaro] e copre di fresca rugiada (imperla il dolce gelo – metafora per immagine di goccioline di rugiada come perle e sinestesia per dolce/gelo, unione sensazioni gusto+tatto) la campagna e colora d’oro le cime dei monti.
O bella e dolce Aurora (similitudine – con la donna amata), la brezza (l'aura – senhal di ascendenza petrarchesca) annuncia il tuo apparire (è tua messaggera), e tu preannunci la brezza che rinvigorisce (restaura) ogni cuore arido (arso cor - che brucia per amore).
Riassunto
"Ecco mormorar l’onde" è un madrigale che ha protagonista l’alba, il sorgere del sole, che si preannuncia attraverso la brezza mattutina che increspa le onde e fa tremolare le foglie, attraverso il canto degli uccelli e la luce che appare all’orizzonte illuminando il mare e il cielo e crea un contorno dorato intorno ai monti. Il vento è messaggero dell’alba e l’alba è messaggera della donna.
Analisi del testo
Tasso inizia la sua composizione con l’avverbio "ecco", utilizzato per creare aspettativa, per far presagire che qualcosa di importante stia per succedere. Il precedente letterario di questa scelta è ravvisabile in Dante: “…ed ecco verso noi venir per nave / un vecchio...”- Canto III Inferno, vv.82-83.
Ecco viene poi ripreso al verso 7 e divide in due il componimento:
- nei primi 11 versi viene descritta la natura quando sorge il sole, attraverso l’attesa e infine l’apparire dell’alba, in un crescendo di luce.
- mentre nei 3 versi finali (12-13-14) l’alba viene identificata con la donna amata, attraverso il senhal (aura).
Nel finale, v.13, l'aura è tua messaggera, è ancora Dante l’ispiratore dell’immagine, infatti ai vv.145 e 147 del XXIV canto del Purgatorio: “…e quale, annunziatrice de li albori, / l’aura di maggio movesi e olezza, / tutta impregnata da l’erba e da’ fiori…”.
Dedica alla donna amata
L’ultima parte della lirica "Ecco mormorar l’onde" richiama allusivamente il tema amoroso. Tramite il sehnal, di ascendenza petrarchesca, che fa riecheggiare il nome di Laura (Aurora…l’aura…de l’aura… ristaura), Torquato Tasso evoca la figura della amata e la identifica con la brezza vivificante del mattino: si tratta di Laura Peperara, arpista mantovana di nobile famiglia conosciuta nel 1563 e con la quale Tasso aveva avuto una breve relazione sentimentale.
SENHAL:
La figura del senhal, nella poesia trobadorica, è il nome fittizio dietro al quale si cela la persona, specialmente la donna amata, a cui è dedicata la poesia, senza che il suo vero nome venga mai pronunciato.
Analisi metrica
"Ecco mormorar l’onde" è un madrigale (un genere lirico che poteva essere anche cantato e musicato), composto da 14 versi: 10 settenari e 4 endecasillabi.
E’ in rima baciata, a coppie di versi, secondo lo schema: aaBBccddeEffGg.
Uso dei verbi:
- L’infinito usato nei primi 6 versi (mormorar, tremolar, cantar, rider) crea un’atmosfera di sospensione e tensione amplificata dal polisindeto/anafora e…e…e…e.
- Il presente indicativo (appare, si specchia, rasserena, imperla, indora) è utilizzato per rendere l’immagine della personificazione dell’alba che si manifesta in tutta la sua pienezza.
Attraverso le metafore (mormorar delle onde, il rider dell’oriente, l’alba che si specchia nel mare, ecc.) Tasso crea la corrispondenza tra natura e donna che esplicita alla fine del madrigale con l’immagine dell’aura che si identifica con la donna e la donna che si identifica con l’alba.
Le allitterazioni in r e l e le rime interne contribuiscono a conferire continuità al ritmo e ad accrescere la musicalità del componimento.
Madrigale musicato da Monteverdi
Grandi compositori hanno messo in musica molti dei madrigali di Torquato Tasso, tra questi Ecco mormorar l’onde che è stato musicato da Claudio Monteverdi, il quale ha saputo rappresentare con grande maestria gli stati d’animo del poeta riflessi nel paesaggio naturale, facendone uno dei suoi capolavori.