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Sezione Letteratura

Tanto gentile e tanto onesta pare

Parafrasi e analisi del sonetto

(Vita Nova)

Dante Alighieri

· Pubblicato ·

Lode a Beatrice

Tanto e tanto onesta pare sonetto che fa parte della raccolta Vita nuova, prosimetro, ovvero insieme di testi in prosa e testi in rima, dedicati all’amore per Beatrice.
Beatrice è la donna-angelo della poesia dello stilnovo, creatura sublime di grande nobiltà d’animo e modestia, il tramite per elevarsi a Dio.


TESTO

PARAFRASI

[1] Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

 

[1] La mia donna (donna mia - la signora, la padrona del mio cuore – latinismo da domina) si mostra (pare) tanto (tanto…tanto - anafora) nobile (gentile - nobile d’animo) e onesta (onesta – latinismo – integra e pura), quando saluta la gente (altrui - impersonale), tanto che tutti  fanno silenzio (ogne lingua deven tremando muta - metafora) e gli occhi non osano (ardiscon) guardarla.

[5] Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo
in terra a miracol mostrare.

 

[5] Ella procede (si va), sentendosi lodare (laudare - latinismo), umile (d’umiltà vestuta - metafora) e benevolente (benignamente - latinismo), e pare sia una creatura scesa dal cielo (cosa venuta da cielo - cioè creata da Dio) sulla terra per mostrare la potenza divina (miracol mostrare - similitudine).

[9] Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la può chi no la prova;

 

[9] Si mostra (mostrasi) talmente bella (sì piacente) a chi la guarda (la mira - latinismo), che infonde tramite gli occhi (per li occhi – topos ricorrente nel dolce stilnovo) una dolcezza al cuore che può capire solo chi la sperimenta direttamente (che ‘ntender non la può chi no la prova)

[12] e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

 

[12] e sembra che dal suo viso (labbia – latinismo - sineddoche) emani (si mova - latinismo) un soave sentimento (spirito - personificazione) pieno d’amore che dice (va dicendo - perifrasi) all’anima: Sospira.

 


Riassunto

Prima strofa (vv.1-4) – Il saluto della donna:

  • Quando Beatrice appare e saluta, tutti gli uomini rimangono talmente colpiti che non sono più in grado di parlare e di guardarla negli occhi.

Seconda strofa (vv.5-8) – Il miracolo della donna:

  • La donna cammina con umiltà e sembra una creatura venuta dal cielo, una creatura miracolosa.

Terza strofa (vv.9-11) – La bellezza della donna:

  • La donna è così bella che trasmette una grande dolcezza al cuore di chi la ammira e solo chi la prova direttamente può comprendere.

Quarta strofa (vv.12-14) – Il sospiro:

  • Sembra che dal volto della donna uno spirito dolce e pieno d’amore dica all’anima: Sospira.

Tematiche della poesia

Le tematiche che emergono dal sonetto sono:

  • La lode di Beatrice, creatura la cui natura simile ad un angelo la rende un tramite divino;
  • Il saluto di Beatrice e il suo effetto benefico che porta salvezza a chi la guarda.

 


Analisi del testo della poesia

In questo sonetto, una delle più intense e alte espressioni della lode di scuola stilnovista, il passaggio per la via rappresenta un momento beatifico e Beatrice è una creatura celestiale di alte qualità morali e ineffabile dolcezza.
Manca del tutto ogni accenno alle sue qualità fisiche, infatti al centro del componimento vi è la descrizione delle caratteristiche interiori della donna e la raffigurazione dei fenomeni da ella causati.
Nel primo verso Dante presenta Beatrice come una donna gentile e onesta, questi due aggettivi hanno in poesia un significato diverso da quello del linguaggio odierno:

  • Gentile significa di carattere nobile, elevato. Si riferisce all’aspetto interiore: virtù morali ;
  • Onesta significa dal comportamento dignitoso e rispettoso. Si riferisce all’aspetto esteriore: gesti e portamento.

Dante mira quindi a descrivere non tanto la bellezza fisica di Beatrice quanto la bellezza della sua anima perché Beatrice non è semplicemente una donna bella ma è soprattutto una creatura che avvicina l’uomo a Dio, un angelo. Andando oltre l’apparenza ella è simbolo della divinità.
Per questo suo essere celestiale il suo saluto ha il compito di trasmettere il messaggio di salvezza inviato da Dio a coloro che sono in grado di coglierlo.
Per conferire alla lode un carattere di oggettività e verità Dante ricorre all’uso di vari indefiniti:

  • altrui, v.2;
  • ogne lingua, v.3;
  • li occhi, v.4;
  • chi, vv.9 e 11;
  • al core, v.10;
  • a l’anima, v.14.

L’unico riferimento soggettivo, alla persona del poeta, è dato dal possessivo mia del verso 2.


Parole chiave

Numerose le parole chiave del sonetto:

  • pare / mostrare / mostrasi: termini relativi alla apparizione quasi divina, miracolosa, di Beatrice;
  • salutare: dal latino salutem dare = salutare augurando salvezza.
  • miracol / mira: dal latino, il primo da miraculum = cosa meravigliosa e il secondo da mirare = meravigliarsi;
  • occhi / chi: termini collegati perché in poesia gli occhi sono le finestre dell’anima, attraverso loro la dolcezza della donna arriva al cuore di chi la guarda. Inoltre, da notare che il soggetto chi è contenuto nel termine occhi.




Il saluto

Nella prima strofa del sonetto emerge il tema del saluto, il cui effetto si ripercuote sia sulle facoltà visive, sia su quelle espressive di colui che incrocia lo sguardo, in quanto in base al significato della parola latina porta salute all’anima, ovvero dona la salvezza spirituale.
Il tema dell’incontro amoroso per via in Tanto gentile e tanto onesta pare si differenzia radicalmente da quello raccontato da Guinizzelli nella sua lirica Lo vostro bel saluto e ‘l gentil sguardo in cui lo sguardo e il saluto dell’amata provocano nel poeta dolore ed angoscia, qui, in questo sonetto invece l’effetto è benefico e salvifico.


Influsso di Cavalcanti

Nel sonetto Tanto e tanto onesta pare il concetto di amore, tipico di Cavalcanti,  visto come angoscia e dolore per l’inadeguatezza del poeta di fronte alla perfezione della donna che la rende inconoscibile e inarrivabile, è superato dall’entusiasmo della lode e dall’ammirazione per le qualità della donna. Tuttavia, molte tracce dell’influsso di Cavalcanti rimangono in alcune riprese lessicali, concetti e versi, per esempio:

  • personificazione dello spirito d’amore;
  • il tremore che rivela lo sgomento di chi ammira davanti a tanta perfezione;
  • immagine del Sospiro;
  • stilemi come: gentile, dolcezza, piacere, salute;
  • il tema dell’ineffabilità dell’esperienza amorosa espresso nel concetto che chi non prova direttamente non può comprendere cosa significhi.

Analisi metrica

Sonetto di 14 endecasillabi suddivisi in 2 quartine e 2 terzine. Schema a rima incrociata (ABBA / ABBA) nelle quartine e invertita (CDE / EDC) nelle terzine, tipologia tipica della poesia stilnovistica.
Ritmo lento, pacato e lineare. L’aggancio tra quartine e terzine è costituito dalla ripresa del termine chiave: mostrare / mostrasi.
Gli enjambements ai vv. 1-2, 7-8, 12-13 riferiti amplificano l’effetto dell’attesa dell’evento miracoloso legato alla apparizione di Beatrice.
L’uso degli aggettivi è piuttosto scarso mentre, come caratteristico di Dante, prevale l’utilizzo dei verbi, infatti, ad eccezione del penultimo verso, in tutti gli altri vi sono da uno a tre verbi per ognuno.
Numerose le allitterazioni.
Vi è una simmetria strutturale tra la prima quartina e la prima terzina con l’utilizzo delle preposizioni consecutive:

  • tanto…che, vv.1-3;
  • sì…che, vv.9-10.

Figure retoriche

Approfondimento di alcune figure retoriche:
Anastrofe

  • Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia, vv.1-2;
  •  quand’ella altrui saluta, v.2
  • benignamente d’umiltà vestuta, v.6
  • da cielo in terra a miracol mostrare, v.8

Chiasmo

  • miracol mostrare / Mostrarsi…mira, vv. 8-9

Perifrasi

  • va dicendo, v. 14 – va dicendo per dire dice è una perifrasi molto usata nell’italiano antico.

Similitudine

  • par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare, vv.7-8

Sineddoche

  • dolcezza al core, v.10 – la parte per il tutto: cuore sta per persona - non è il cuore ad essere dolce ma la persona
  • de la sua labbia si mova, v.12 – la parte per il tutto: labbra (labbia) sta per viso, volto.





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