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X Agosto

Parafrasi e analisi della poesia

(Myricae, Elegie, III)

Giovanni Pascoli

· Pubblicato ·

La notte di San Lorenzo un particolare fenomeno astronomico si manifesta: le stelle cadenti sono molto più numerose del solito, ma il 10 agosto è anche la ricorrenza dell’assassinio del padre di Giovanni Pascoli. Dall’unione di questi due avvenimenti nasce il componimento poetico X Agosto.


TESTO

PARAFRASI

[1] San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

[1] San Lorenzo (apostrofe), io lo so perché così tante stelle (tanto di stelle) si accendono (arde) e cadono (cade) nella (per) aria serena (tranquilla), perché [un] così () grande pianto [di stelle] (gran pianto - metafora) risplende (sfavilla) nella volta del cielo (concavo cielo – visto da terra il cielo appare come una cavità).

[5] Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

[5] Una rondine ritornava al suo nido (tetto sineddoche): la uccisero: cadde tra i cespugli spinosi (spini); ella aveva nel becco un insetto: [era] il cibo (cena) cena per i (de’) suoi rondinini.

[9] Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

[9] Ora è là, come [se stesse] in croce che (che…che…che anafora vv.9-11-12) mostra (tende) quel verme (verme - l’insetto del v.7) verso Dio (cielo lontano - metafora) e i suoi piccoli (nido - metonimia) sono nell’oscurità (nell'ombra –simbolo della morte), in attesa (che attende) e piangono (che pigola) sempre più piano.

[13] Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...

[13] Anche un uomo stava tornando dalla sua famiglia (al suo nido - metafora): lo uccisero; [egli] disse: Perdono; e restò negli occhi spalancati (aperti occhi) un’espressione disperata (un grido - sinestesia): portava due bambole in dono…

[17] Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

[17] Ora là, nella casa solitaria (romita), lo aspettano, lo aspettano (lo aspettano, aspettano - anadiplosi - il verbo viene ripetuto per indicare l’attesa piena di angoscia) inutilmente (in vano): egli immobile, stupito (attonito - stupito dalla malvagità umana), indica (addita) le bambole a Dio (cielo lontano - metafora).

[21] E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

[21] E tu cielo (apostrofe e personificazione), dall’alto dei mondi senza dolore (sereni), infinito e immortale, oh! sommergi (inondi) con un (d'un) pianto di stelle (metafora) questo oscuro (opaco) frammento (atomo) del Male (quest'atomo...Male - metafora)!.


Riassunto della poesia

  • Prima strofa: il Poeta si rivolge a San Lorenzo, il santo celebrato il 10 agosto, quando il numero di stelle cadenti è molto più intenso rispetto al solito, e paragona la breve e luminosa traiettoria delle stelle cadenti allo scorrere delle lacrime, al pianto;
  • Seconda strofa: mentre una rondine stava ritornando al nido la uccisero, lasciando i suoi piccoli senza cibo;
  • Terza strofa: la rondine abbattuta ha le ali aperte come se fosse stata crocefissa con in bocca il cibo per i propri piccoli e i rondinini rimasti soli piangono sempre più fievolmente, ormai prossimi alla morte;
  • Quarta strofa: anche il padre del Poeta mentre tornava dalla sua famiglia venne ucciso. Egli perdonò i suoi assassini e rimase con gli occhi spalancati che gridavano il dolore che la voce ormai non poteva più esprimere: aveva con sé due bambole da regalare alle sue bambine.
  • Quinta strofa: invano la sua famiglia lo aspetta egli ora è immobile, stupito da tanta violenza e indicando il cielo mostra le bambole per le sue bambine.
  • Sesta strofa: il poeta si rivolge al cielo chiedendo che sommerga con le stelle cadenti questo piccolo pianeta colmo di malvagità che è la terra.

Tematica

La tematica ispiratrice della lirica è la morte del padre descritta, attraverso un parallelismo uomo-natura, con la morte di una rondine uccisa, come il padre, senza motivo.


Struttura della poesia

Le sei strofe di X Agosto si collegano tra di loro per simmetria:

  • La prima e la sesta fanno da cornice alle strofe centrali, seguono un percorso parallelo e sono accomunate dall’immagine del pianto di stelle (vv.3-4 e v.23);
  • Le quattro strofe centrali si collegano a due a due attraverso il parallelismo tra la vicenda naturale della rondine e la vicenda personale del poeta.

Analisi del testo della poesia

La poesia si apre con il poeta che dice: io lo so, per sottolineare il ruolo del poeta come colui che sa interpretare ciò che vede e in base alla poetica del fanciullino è in grado di vedere ciò che gli altri non possono vedere, cioè sa il motivo per cui nel cielo vi sia quel gran cadere (gran pianto) di stelle cadenti.
La poesia continua poi con la spiegazione, attraverso flash di immagini che danno alla poesia un’impronta impressionistica, basata sul parallelismo tra vicenda naturale e vicenda personale del poeta: la similitudine tra l’uccisione di una rondine e l’uccisione del padre di Pascoli. Il poeta procede attraverso analogie:

  • La seconda e la quarta strofa descrivono:
    • L’uccisione della rondine e dell’uomo, mentre entrambi stanno ritornando dai propri cari;
    • sia l’uno che l’altro portano qualcosa in dono per i propri piccoli (la rondine porta del cibo, l’uomo porta delle bambole)
  • La terza e la quinta commentano le due morti:
    • Iniziano in maniera analoga: Ora è là (v.9); Ora là (v.17);
    • in entrambi i casi viene messa in rilievo la crudele indifferenza del cielo, ovvero di Dio, come emerge dai versi 10 e 20, sottolineata anche attraverso le rime: lontano/piano (vv.10-12) in vano/lontano (vv.18-20).

Anche nella conclusione il Poeta ricorre al parallelismo e l’ultima strofa richiama la prima attraverso l’immagine del cielo e del pianto di stelle (vv.3-4 e 23).
Inoltre, il cielo viene posto in antitesi con la terra e Pascoli sottolinea la loro distanza e inconciliabilità:

  • Il cielo viene definito: sereno, infinito, immortale è il luogo in cui non esiste sofferenza né morte;
  • La terra viene definita in contrapposizione: opaca, atomo del Male, in cui invece regna dolore e caducità.




Analisi metrica

Sei quartine di decasillabi e novenari alternati. Rime alternate secondo lo schema: ABAB.
L’efficacia delle immagini e la loro drammaticità viene resa attraverso un linguaggio frantumato fatto di frasi brevi e ampio uso della punteggiatura, per esempio:

  • Al verso 3 la virgola posta subito dopo il verbo cade interrompe bruscamente il verso suggerendo l’effetto visivo del brusco spegnersi delle stelle quando cadono;
  • Al verso 14 (l'uccisero: disse: Perdono;) tre predicati verbali, uno di seguito all’altro, e tre interpunzioni, successione di termini che evidenzia la tragicità della realtà.

Enjambement ai versi: 1/2, 9/10, 19/20, 21/22, 23/24.


Simbologia

La poesia è piena di simboli:

  • tetto (v.5) e nido(v.11), entrambi rimandano alla famiglia, luogo protetto in cui la famiglia si riunisce. Da considerare lo scambio metaforico tra i due termini, per cui parlando della rondine il poeta dice: Ritornava una rondine al tetto, mentre per l’uomo afferma: Anche un uomo tornava al suo nido;
  • croce (v.9) come simbolo di passione e dolore. Da notare che la croce viene richiamata anche nel titolo con la X del numero romano;
  • cielo lontano (vv.10 e 20) per dire un Dio indifferente;
  • ombra(v.11), rimanda alla morte.

Pascoli non rivela esplicitamente che l’uomo ucciso sia suo padre. In questo modo la vicenda assume una valenza non limitata all’area personale del poeta ma molto più estesa. L’uomo e la rondine diventano simboli del dolore universale, della crudeltà e dell’ingiustizia che regnano sulla terra.


Figure retoriche

Approfondimento di alcune figure retoriche:

Anafora

  • Ora è là…ora là, vv.9 e 17 – crea il parallelo tra l’uccisione della rondine e l’assassinio dell’uomo.

Metafora – molto numerose le metafore e a volte ripetute:

  • gran pianto, v.3 e pianto di stelle, v.21 – per descrivere le numerose stelle cadenti della notte di San Lorenzo notte in cui le stelle cadono così copiose che è come se il cielo piangesse;
  • cielo lontano, vv. 10 e 20 – espressione usata due volte nel componimento per fare riferimento a Dio;
  • quest'atomo opaco del Male, v.24 – si riferisce alla terra, che nella vastità dell’Universo rappresenta un piccolo frammento dominato dal Male e caduco.

Metonimia

  • nido, v.11 - contenitore al posto contenuto - il nido, simbolo della famiglia, sta per i rondinini.

Sineddoche

  • tetto, v.5 - la parte per il tutto, tetto sta per casa e quindi metafora della famiglia, del nido familiare.

Sinestesia

  • restò negli aperti occhi un grido , v.15 – Pascoli utilizza una associazione sinestetica, figura retorica molto utilizzata dai simbolisti, in cui alla funzione visiva (gli aperti occhi) corrisponde una funzione uditiva (grido). L’immagine è molto incisiva e trasmette la drammaticità della scena.





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