La nostalgia
Il poeta si abbandona alla nostalgia della donna amata, stella che illumina la sua vita.
TESTO
PARAFRASI
[1]
Con più m’allungo , più m’è prossimana
la fazzon dolce de la donna mia,
che m’aucide sovente e mi risana
e m’ave miso in tal forsenaria,
[1] Quanto più mi allontano (allungo – provenzalismo), tanto più mi è vicina (prossimana – provenzalismo – antitesi con allungo) la dolce immagine (fazzon – provenzalismo) della mia donna, che mi uccide (aucide) sovente e (e…e - polisindeto) mi ridona la vita (risana – antitesi con aucide) e mi ha (m’ave – forma siciliana dal latino habet) messo (miso – forma siciliana) in tale condizione di follia (forsenaria – provenzalismo)
[5] che ’n parte ch’eo dimor’in terra strana,
me par visibil ch’eo con ella sia,
e un’or credo tal speranza vana
ed altra mi ritorno en la follia.
[5] che mentre (che ’n parte) io mi trovo (dimor) in terra straniera (terra strana) mi pare di vedermi (me par visibil) accanto a lei e a volte (un’or) credo che tale speranza sia vana, altre volte (altra) mi abbandono nuovamente (mi ritorno) a tale follia.
[9] Cosí como guidò i Magi la stella,
guidame sua fazzon gendome avante,
che visibel mi par e incarnat’ella.
[9] così come la stella guidò i Magi (similitudine), le sue fattezze (sua fazzon) guidano me, conducendomi (gendome) innanzi tanto che mi pare [ella] sia visibile (visibel) e in carne ed ossa (incarnat’ella).
[12] Però vivo gioioso e benistante,
che certo senza ciò crudele e fella
morte m’auciderea immantenante.
[12] per questo (Però) vivo gioioso e felice (benistante - provenzalismo) che certamente senza questa illusione (senza ciò) una morte crudele e malvagia (fella – provenzalismo) mi ucciderebbe (m’auciderea – forma usuale di condizionale siciliano) subito all’istante (immantenante).
Riassunto del testo della poesia
Il poeta afferma che tanto è più lontano dalla sua amata quanto più l’amore per lei lo porta alla follia di vederla come se fosse realmente lì con lui, in carne ed ossa.
Come la stella che aiutò i Magi ad orientarsi verso la capanna di Gesù, così l’immagine dei dolci lineamenti dell’amata ha il potere di guidarlo. Senza questa felice illusione egli morirebbe all’istante.
Tematica
Il tema è amoroso ed è riferito alla lontananza della donna amata, ripreso dalla Scuola siciliana.
Collateralmente alla tematica principale della lontananza, il poeta sviluppa altri due motivi:
- Nelle prime due quartine il tema si sviluppa per antitesi e contrapposizioni sul concetto che la bellezza femminile è fonte di vita ed è fonte di morte, tematica che verrà ripresa da Petrarca.
- Nella prima terzina (v.9) vi è il collegamento alla tradizione religiosa dei Magi che si recano alla capanna di Betlemme, applicata all’ambito amoroso.
Analisi del testo
Sia nel lessico che nel tema Con più m’allungo, più m’è prossimana è un sonetto strettamente collegato alla tradizione d’oltralpe mediata, almeno in parte, attraverso la scuola siciliana, infatti:
- Il lessico è fitto di provenzalismi già ampiamente utilizzati dai Siciliani;
- Il tema è quello della lontananza della donna amata;
- Anche il motivo dell’amata vista come guida richiama alla tradizione cortese.
La similitudine della stella
La similitudine della stella cometa che guidò i Magi, della prima terzina, rimanda alla poesia provenzale, la si trova nei poeti trovatori:
- Folquet de Romans (Aissi com la clara stela / guida la naus e condui…);
- Aimeric de Pegulhan (Cum l’estela guidet los reys totz tres…).
Successivamente questa similitudine verrà ripresa anche dallo Stilnovista Lapo Gianni (Sì come i Magi a guida della stella), a conferma dell’influenza esercitata da Guittone sui poeti della generazione seguente alla sua.
Analisi metrica
Sonetto con rime alternate nelle due quartine e invertite nelle due terzine con schema: ABAB ABAB CDC DCD. I versi sono endecasillabi.
Il tono è colloquiale e descrittivo.
Rispetto alla maggior parte delle poesie di Guittone l’uso di artifici retorici e tecnici è abbastanza limitato.
Guittone utilizza numerosi provenzalismi, per esempio: allungo (v.1); prossimana (v.1); fazzon (v.2 e v.10); forsenaria (v.4); benistante (v.12); fella (v.13).
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- Con più m’allungo, più m’è prossimana / la fazzon dolce de la donna mia, vv.1-2;
- me par visibil ch’eo con ella sia, v.6;
- che visibel mi par e incarnat’ella, v.11;
- Con più m’allungo, più m’è prossimana, v.1;
- m’aucide sovente e mi risana, v.3;
- Cosí como guidò i Magi la stella, / guida me sua fazzon, vv.9-10;
- m’aucide sovente e mi risana, v.3;
- Cosí como guidò i Magi la stella, v.9 – tra la stella cometa e la donna amata;