La gioia
Tuttor chʼeo dirò gioi, gioiva cosa, è un sonetto d’amore che ruota intorno al termine gioia e ai suoi vari derivati aggettivali e verbali, esempio dell’abilità retorica estrema di Guittone d’Arezzo e dell’intensità del sentimento amoroso.
TESTO
PARAFRASI
[1]
Tuttor chʼeo dirò gioi, gioiva cosa,
intenderete che di voi favello,
che gioia sete di beltá gioiosa
e gioia di piacer gioioso e bello,
[1] Ogni volta (Tuttor), che io (chʼeo) dirò gioia (gioi – provenzalismo da joi), [o] essere gioioso (gioiva cosa – vocativo riferito alla donna), capirete (intenderete) che parlo (favello) di voi, che siete (sete) gioia di bellezza (beltá) gioiosa e gioia di piacere gioioso e bello,
[5] e gioia in cui gioioso avenir posa,
gioi d’adornezze e gioi di cor asnello;
gioia in cui viso è gioi tant’amorosa
ched è gioiosa gioi mirare in ello.
[5] e [siete] gioia in cui risiede (posa) bellezza (avenir – provenzalismo – sta per: avvenenza) gioiosa, gioia di eleganza (adornezze ) e gioia di corpo (cor – francesismo da cors = corpo) snello (asnello); gioia nel cui volto (viso) c’è gioia che innamora a tal punto (tant’amorosa) che (ched correlato a tanto del v.7) è una gioia gioiosa guardarlo (mirare ello – riferito a cor = corpo del v.6).
[9] Gioi di volere e gioi di pensamento
e gioi di dire e gioi di far gioioso
e gioi d’onni gioioso movimento:
[9] [siete] gioia della volontà (di volere) e gioia del pensiero (pensamento) e gioia di dire e gioia del comportamento (di far) gioioso e gioia di ogni (d’onni) momento (movimento - francesismo) gioioso:
[12]per ch’eo, gioiosa gioi, sí disioso
di voi mi trovo, che mai gioi non sento
se ’n vostra gioi il meo cor non riposo.
[12] per cui io, (per ch’eo), [o] gioia gioiosa, sono (mi trovo) così (sí) desideroso (disioso) di voi, che non provo (non sento) mai [nessuna] gioia se non placo (non riposo) il mio cuore (cor) nella (’n - in) gioia che voi date (vostra).
Riassunto del testo della poesia
La poesia Tuttor chʼeo dirò gioi, gioiva cosa, è un inno alla gioia amorosa provocata dall’amata e che scatena ulteriori motivi di gioia.
Il poeta prova gioia nel guardare la gioiosa bellezza della donna, nell’ammirare il suo corpo snello, nel desiderarla, nel pensarla.
Egli trova appagamento e pace solo nel cuore dell’amata, solo attraverso lei egli può sentire felicità e gioia.
Tematica
Il tema è amoroso ed è riferito allo stato d’animo di gioia generato dall’amore. La donna amata è fonte di una felicità tale che provoca una catena di gioie correlate.
Analisi del testo
Tuttor chʼeo dirò gioi, gioiva cosa, è la lode della donna amata, tipica della poesia provenzale e siciliana. La donna viene lodata, sia per la sua bellezza fisica, sia per quello che trasmette attraverso il suo comportamento.
Il sonetto è costruito interamente sulla parola gioia e le sue variazioni, insistita per 25 volte, in tutti i versi ad eccezione del secondo..
La capacità di ripetere (replicatio), armoniosamente il maggior numero di volte possibili la parola gioia, con le sue molteplici variazioni (gioiva, gioioso, gioiosa, ecc.), rivela:
- Da un lato la maestria virtuosistica e abilità stilistica di Guittone;
- Dall’altro l’intensità del sentimento di estasi amorosa provato per la donna amata.
La replicatio
La tecnica retorica della ripetizione risale alla lirica provenzale ma lo troviamo anche nella poesia siciliana. Nel sonetto Lo viso mi fa andare alegramente, del poeta siciliano Giacomo da Lentini, il termine viso viene ripetuto continuamente a significare l’intensità del sentimento provato dal poeta davanti al volto della sua amata, al limite dell’estasi mistica.
Gioi
La parola gioia è spesso utilizzata nelle poesie stilnoviste e cortesi con il significato di felicità dell’animo provocato dall’amore, a volte è anche usato come sinonimo di gioiello.
Nel sonetto il termine gioi proviene dal provenzale joi.
Il joi indicava la condizione interiore del poeta legata al Fin’amor, in cui si assommavano:
- la felicità dell’innamoramento;
- l’ammirazione delle qualità della donna amata;
- i sentimenti elevati propri dell’ambiente cortese.
Caratteristiche trobadoriche
- Guittone si riallaccia alla poesia provenzale del trobar clus (poesia difficile per pochi eletti) anche se in questo caso non riguarda tanto nell’enigmaticità del testo quanto nel virtuosismo retorico;
- L’elenco di una serie di cose piacevoli legate alla gioia dell’amore ricorda l’elenco di cose piacevoli del genere trobadorico del plazer;
- gioi’ (v.1) è il senhal (segno), cioè il termine fittizio con cui i trovatori celavano l'identità della donna amata. Senhal ripreso anche al verso 12 in cui Gioi, con l’iniziale maiuscola, indica il nome della donna (Gioia è nome femminile conosciuto nel Duecento), o il soprannome.
Analisi metrica
Sonetto di endecasillabi, con rime alternate nelle due quartine e invertite nelle due terzine, con schema: ABAB ABAB CDC DCD.
La ricerca dell’artificio e del virtuosismo attraverso la tecnica retorica della ripetizione è alla base dello stile di questo sonetto. Numerose le figure etimologiche (es. gioi’/gioiva, gioia/gioioso v.4).
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- La ripetizione della parola gioia, gioi’ come forma abbreviata e tutte le sue variazioni aggettivali e verbali domina l’intero sonetto;
- gioiva cosa, v.1;
- gioiosa gioi, v.12;
- Il sonetto procede con gradazione ascendente per climax che porta ad una progressione dell’intensità.