Alessandro Manzoni nasce Milano, il 7 marzo 1785, da famiglia appartenente all’aristocrazia terriera, dal Conte Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia del famoso giurista del Settecento, Cesare Beccaria.
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PERIODO STORICO
La vita di Alessandro Manzoni attraversa quasi tutto l’Ottocento e si colloca nel pieno della stagione romantico-risorgimentale, in un periodo storico contrassegnato da continui rivolgimenti e cambiamenti radicali, che mutano radicalmente il volto politico dell’Europa e dell’Italia:
- le “repubbliche” filo-francesi costituite da Napoleone Bonaparte, per un breve periodo di tempo, si sostituiscono alle monarchie dei vari regni in cui era suddivisa l’Italia, dando vita a una prima forma di governo democratico e repubblicano. Per Manzoni, come per tanti della sua generazione, Napoleone viene visto come colui che esporta l’ideale di libertà degli stati;
- Congresso di Vienna (1815): riunisce tutti i monarchi europei spodestati da Napoleone dai legittimi troni e determina la restaurazione della monarchia assoluta;
- moti di insurrezione nazionale (1820-21, 1830-31, 1848): una serie di moti insurrezionali si succedono rapidamente nel giro di cinquant’anni e portano definitivamente alla dissoluzione delle monarchie assolute e danno inizio al faticoso processo di unificazione nazionale.
AMBIENTE FAMILIARE
Il padre (padre legittimo ma non naturale perché con molta probabilità il padre naturale è Giovanni Verri, fratello di Alessandro e Pietro Verri) è un ricco possidente, autoritario e bigotto, con scarsi interessi intellettuali, nonostante ciò Alessandro cresce in un ambiente familiare pervaso di cultura e ideologia illuministica grazie alla discendenza materna:
- Il nonno di Manzoni è un famoso giurista Cesare Beccaria autore del saggio Dei delitti e delle pene, in cui viene condannata la pena capitale, ritenuta inutile e disumana.
- La madre, Giulia Beccaria, è una donna vivace e di carattere, che presto si divide dal marito per andare a vivere con Carlo Imbonati a Parigi.
Anche il fatto di vivere a Milano influenza positivamente la formazione di Manzoni. Milano, in un’Italia ancora divisa e culturalmente arretrata, è una città viva e moderna, in cui si sono ampiamente diffuse le idee illuministiche, ricca di fermenti culturali e centro di attrazione per molti artisti e intellettuali.
STUDI E FREQUENTAZIONI
Dal 1791 al 1802 Alessandro Manzoni frequenta il collegio dei padri Somaschi a Merate e a Lugano, e poi dei padri Barnabiti a Milano, un’esperienza che si rivela traumatica sia per le difficoltà di tipo materiale che psicologiche, ma anche a causa dell’ottusa educazione ricevuta da insegnanti ritenuti da Manzoni moralisti e retrogradi.
Terminati gli studi liceali, Alessandro va a vivere con il padre, a Milano dove frequenta figure di intellettuali e scrittori, come Ugo Foscolo e Vincenzo Monti, che influiranno sulla sua produzione letteraria.
Alla morte di Carlo Imbonati, compagno della madre, Alessandro raggiunge quest’ultima a Parigi dove ha occasione di frequentare i salotti intellettuali parigini, stringendo alcune amicizie decisive per la sua formazione, in particolare con lo storico e critico letterario Claude Fauriel e con gli “ideologues”, intellettuali eredi degli illuministi settecenteschi.
Alla formazione culturale del giovane Manzoni contribuiscono sia le idee dell’Illuminismo che del Romanticismo.
A Parigi scrive e pubblica il carme In morte di Carlo Imbonati.
LA CONVERSIONE DI MANZONI
Nel 1807 muore il padre di Manzoni. Alessandro, ritornato in Italia anche per risolvere alcune questioni legate all’eredità lasciata da Carlo Imbonati alla madre, conosce Enrichetta Blondel, giovanissima figlia di un banchiere ginevrino protestante, che, sposa il 6 febbraio 1808 secondo il rito calvinista. Il matrimonio è un’esperienza determinante per lo scrittore, sia per il legame affettivo profondo che lo lega alla moglie, sia per l’influenza che questa, calvinista fervente, esercita su di lui, facendolo avvicinare alla fede cattolica. Nel 1808 nasce la prima figlia, Giulia a cui seguirono altri nove figli.
La conversione di Enrichetta al cattolicesimo, nel 1810, spinge Manzoni a riflettere e dopo una fase di travaglio interiore giunge ad un ritorno alla religione cattolica nella quale era stato educato, ma che aveva abbandonato a contatto con le idee illuministiche.
LA PRODUZIONE LETTERARIA
Con la moglie Enrichetta e la madre, Alessandro Manzoni si stabilisce definitivamente a Milano nel 1810, dove inizia una nuova fase poetica e artistica, dopo le prime esperienze di tipo neoclassico.
Dopo una fase poetica, in cui compone liriche di ispirazione religiosa, come “Gli inni sacri”, o civile, come “5 Maggio” e “Marzo 1821”, e drammaturgica, con le tragedie: “Adelchi” e il “Conte di Carmagnola”, Manzoni intraprende la strada del romanzo, componendo il suo capolavoro: “I Promessi Sposi”.
La messa a punto del romanzo lo porta a porsi problemi di tipo linguistico che lo inducono a soggiornare con la famiglia a Firenze, culla della lingua italiana, per alcuni mesi nel 1827. Scrive di conseguenza anche saggi dedicati in particolar modo alla riflessione teorica sul problema della lingua italiana.
LUTTI
La vita di Alessandro Manzoni viene turbata da gravi e dolorosi lutti che vanno ad accrescere i suoi ricorrenti stati depressivi. Nel 1833 muore l’amata moglie Enrichetta. Dopo la moglie vede morire molte delle persone a cui è legato, la madre e sei dei suoi otto figli, il genero, e tanti amici.
MORTE
Nel 1837 si risposa con una vedova, Teresa Borri.
Su proposta del Cavour, viene nominato da Vittorio Emanuele II Senatore, ciò gli permette di assistere all’unità d’Italia e partecipare a Torino alla proclamazione del Regno d’Italia.
Nel 1861 muore anche la sua seconda moglie.
Alessandro Manzoni muore, quasi novantenne, a Milano il 22 maggio 1873, per un trauma cranico a seguito di una caduta all’uscita dalla chiesa San Fedele di Milano. Viene sepolto nel cimitero monumentale di Milano. Giuseppe Verdi compone per lui la Messa di requiem in occasione del primo anniversario della sua morte.