La tematica esistenziale in Ungaretti
La madre, poesia composta nel 1930, fa parte della raccolta Sentimento del tempo. Il poeta Ungaretti in questa raccolta sposta la sua attenzione dalle tematiche legate alla guerra a temi esistenziali di carattere più esteso, quali lo scorrere del tempo, la morte, la solitudine, il sentimento di pietà e la recuperata fede cristiana. L’ispirazione creativa non è più originata da una folgorazione immediata legata all’esperienza del momento ma è frutto di una meditazione ponderata sull’uomo e sul senso misterioso e religioso della vita
TESTO
PARAFRASI
[1] E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
[1] E quando l’ultimo battito del mio cuore (E il cuore…battito – anastrofe), avrà fatto cadere il muro d’ombra che ci separa (il muro d’ombra = l’ostacolo terreno, cioè quel limite impalpabile come un’ombra che separa gli uomini dal mondo ultraterreno - analogia) per condurmi, Madre, davanti a Dio (al Signore, per essere giudicato dal detentore della legge morale), come quando ero bambino (Come una volta – prima similitudine, attraverso l’anafora come Ungaretti inserisce nelle prime tre strofe delle similitudini) mi darai la mano.
[5] In ginocchio, decisa,
Sarai una statua di fronte all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
[5] In ginocchio, decisa (la madre è determinata nel voler ottenere il perdono per il figlio), resterai ferma come una statua (sarai una statua – aspettando il giudizio divino) di fronte a Dio (all’Eterno), così come ti vedevo (vedeva) [quando pregavi] in vita (come…in vita – seconda similitudine).
[9] Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
[9] Alzerai tremante le braccia, come quando morendo (come quando spirasti – terza similitudine) dicesti: eccomi mio Dio.
[12] E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
[12] E solo quando mi avrà perdonato (m’avrà perdonato: il soggetto è Dio) vorrai guardarmi.
[14] Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
[14] Ricorderai di avermi aspettato tanto e i tuoi occhi riveleranno il tuo sollievo (un rapido sospiro = un sospiro di tenerezza e di sollievo per la salvezza del figlio - sinestesia = sensazione di sollievo percepita attraverso la sensazione visiva).
Riassunto:
La madre, verte sul tema del rapporto tra vita terrena e vita ultraterrena. Ungaretti riflette sulla propria morte. La morte darà modo al poeta di ricongiungersi con la madre. Ungaretti immagina che quando si troverà davanti a Dio per essere giudicato, la madre intercederà per lui, attraverso la preghiera, presso il Signore per ottenere, con gli atteggiamenti abituali di determinazione ed umiltà che aveva in vita, la salvezza del figlio. In lei vi è la stessa ansia di salvezza per il figlio provata per se stessa in punto di morte e solo quando avrà ottenuto per lui il perdono divino potrà voltarsi a guardare il figlio. La figura della madre amorosa subentra, nella conclusione della poesia, alla madre credente.
Analisi del testo della poesia:
Nella poesia La madre la dimensione degli affetti è subordinata all’ambito dei valori morali e di conseguenza l’atteggiamento della madre è severo nelle prime strofe della lirica per divenire negli ultimi versi affettuoso e colmo di amore per il figlio.
Ungaretti torna frequentemente sul ricordo del passato, attraverso l’uso delle similitudini (come una volta, come già ti vedevo, come quando spirasti) e stabilisce un legame di continuità, attraverso il futuro incontro con la madre nella sfera dell’eternità.
La morte non ha più i toni drammatici dell’Allegria, ma è solo un passaggio da superare per ottenere la salvezza e la gloria eterna. Un profondo sentimento cristiano pervade la poesia e fa sì che l’immagine dell’oscurità non faccia parte della morte ma al contrario della vita, la cui fine comporterà la caduta di quello che Ungaretti definisce “muro d’ombra”, che la separa dalla luce divina.
Analisi metrica:
Il testo della poesia è composto da cinque strofe di endecasillabi e settenari alternati liberamente (due quartine, una terzina e due distici).
La struttura del componimento è simmetrica, nel senso che ogni strofa coincide con un periodo e con un gesto compiuto dalla madre.
Ungaretti non usa più il linguaggio scarnificato ed essenziale dal ritmo poetico frammentario della sua precedente produzione poetica (L’allegria) ma recupera le forme poetiche tradizionali, attraverso la punteggiatura e il ricorso ad endecasillabi e settenari, le inversioni (anastrofi), che danno maggiore rilievo a una parte del discorso rispetto ad un’altra (quando d’un ultimo battito / avrà fatto cadere il muro d’ombra; Come una volta mi darai la mano) e nella sinestesia, che chiude la poesia, degli occhi della madre, che “sospirano” di amore e di sollievo.
Il ritmo è regolare e la musicalità composta, effetti ottenuti attraverso l’uso prevalente di parole piane, fatta qualche eccezione: alcune parole tronche, “battito”, “eccomi”.
Il tono è elevato e a tratti solenne ed i versi sono più ermetici, di difficile interpretazione e con analogie più oscure.