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Non gridate più

Parafrasi e analisi della poesia

(Il dolore)

Giuseppe Ungaretti

· Pubblicato · Aggiornato ·

Il tema del dolore in Ungaretti

Il dolore, tema centrale della raccolta di poesie omonima di Ungaretti (pubblicata nel 1947), è in questo caso non un dolore privato ma un sentimento “pubblico” derivato dallo strazio provocato dalla tragicità della guerra. E’ un componimento di impegno civile da cui traspare amarezza e sfiducia nel genere umano e nello stesso tempo la speranza che l’estrema lezione proveniente dal sacrificio dei caduti, se ascoltata, possa aiutare i vivi a non soccombere (riprende il tema foscoliano dei Sepolcri: l’uomo moderno non uccida i suoi morti ma ne ascolti l’insegnamento se vuole avere la speranza di resistere nel tempo, di perpetuare la civiltà).


TESTO

PARAFRASI

[1] Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.

[1] Smettetela di uccidere i morti (uccidere i morti - ossimoro), smettete di gridare, non gridate (non gridate – ripetizione che sottolinea l’urgenza di smettere con la violenza della guerra) se (SeSe anafora) li volete ascoltare (udire  - ascoltare la lezione che arriva dai morti) nuovamente, se sperate di non morire (perire – evitare nuove morti dovute alla prosecuzione del conflitto).

[5] Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.

[5] [I morti] hanno la voce flebile (impercettibile sussurro - la voce dei morti è un sussurro che solo si può udire nella pace nel silenzio), non fanno più rumore dell’erba che cresce (similitudine), quella che può vivere solo dove l’uomo non passa (Lieta… uomo – l’erba può crescere e prosperare solo dove l’uomo non è presente con la sua azione di distruzione).


Riassunto:

Il poeta si rivolge ai superstiti della seconda guerra mondiale invitandoli, in rispetto di coloro che sono morti durante il conflitto, a non lasciarsi andare ancora all’odio perché in tal modo renderebbero inutile il loro sacrificio e li ucciderebbero una seconda volta. Le grida di odio e di violenza dei vivi impediscono inoltre di udire la flebile voce dei morti che è come il crescere dell’erba felice là dove non viene calpestata dall’uomo.

Analisi del testo della poesia:

La poesia si struttura in due parti che corrispondono alle due strofe:

  • La prima strofa si basa su una reiterata esortazione nei due versi iniziali a sospendere la violenza e nei due versi seguenti viene esposta la ragione di questo invito: non gridare permette di potere udire e non fare cessare (perire) il legame di continuità tra presente e passato. Le esortazioni del poeta sono espresse sotto forma di imperativi indirizzati a coloro che gridano il loro odio soffocando la debole voce dei morti e vanificando così il loro sacrificio.
  • La seconda strofa ribadisce l’importanza di ascoltare l’esortazione proveniente dal lieve sussurro dei morti, voce flebile che suggerisce, pudicamente, in maniera quasi inavvertita, come fa l’erba quando cresce, di ristabilire quell’armonia che è stata distrutta dall’azione dell’uomo.

Alla violenza urlata dei vivi, della prima strofa, Ungaretti contrappone la lezione sommessa impartita dai morti, della seconda strofa, basando la lirica su parole chiave che rimandano all’antitesi vita/morte (uccidere, morti, periresperate, crescere, lieta) e rumore/silenzio (non gridate, udire, sussurro, rumore).


Analisi metrica:

Due quartine formate:

  • La prima da novenari
  • La seconda da un endecasillabo (v.5), due settenari (vv.6-7) e un novenario.

Una sola rima baciata udire/perire (vv.3-4) e rime interne in ate (cessate, gridate, gridate, sperate), conferiscono una malinconica musicalità alla lirica.
Anche le allitterazioni (Rumore/del crescere dell’erba - vv.6-7 - in r ed e; Se sperate di non perire/Hanno l’impercettibile sussurro,/Non fanno prumore - vv.4/6 - in p, r e s) contribuiscono al ritmo della poesia.






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