La nuova stagione poetica di Montale
Il 20 Novembre 1967 Montale mette in poesia il senso di smarrimento e di mancanza provato per la perdita della moglie, Drusilla Tanzi, affettuosamente soprannominata Mosca, deceduta nel 1963.
La poesia fa parte della sezione Xenia II della raccolta Satura che esce dopo un periodo di quasi completo silenzio poetico e che segna una nuova stagione della poetica montaliana. Gli Xenia:
- Xenia I
- e Xenia II,
raccolgono 28 brevi componimenti poetici, tutti dedicati alla moglie morta.
Xenia è un termine latino che indica i doni inviati ad un amico che è stato nostro ospite; in questo caso allude al dono mandato dal poeta alla donna che era stata “ospite” della sua vita.
TESTO
PARAFRASI
[1] Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
[1] Dandoti il braccio ho sceso almeno un milione di scale (milione di scale – iperbole e metafora) e ora che non ci sei [più] è il vuoto a ogni gradino.
Nonostante (Anche così) il nostro [sia stato un] lungo viaggio (lungo viaggio - metafora) è stato breve (breve… lungo viaggio - ossimoro).
Il mio (Il mio - viaggio è sottinteso) dura ancora adesso (tuttora) e non ho più bisogno delle coincidenze [dei treni], delle prenotazioni [di alberghi], delle insidie della vita (trappole) e degli inganni (scorni) di chi crede che la realtà sia quella che si vede (la realtà sia quella che si vede – ovvero la vita fatta di consuetudini).
[8]
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
[8] Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio (Ho sceso milioni di scale - anafora rispetto al v. 1) ma non (non già) perché con quattr’occhi (quattr’occhi - quelli del poeta e della moglie) si vede forse di più.
Le ho scese con te perché sapevo che, di noi due, le sole pupille [che vedessero] davvero (le sole vere pupille – pupille = sineddoche), sebbene così indebolite (sebbene tanto offuscate - riferimento alla forte miopia della moglie), erano le tue (erano le tue – nel senso che avevano la capacità di penetrare il vero senso delle cose al di là delle apparenze).
Riassunto
Il poeta si rivolge alla moglie e ricorda che insieme hanno sceso, nel viaggio della vita, milioni di scale e le confessa che ora che lei non c’è più la sensazione di vuoto e lo sgomento lo pervade nel continuare la propria vita senza di lei. Ora la vita del poeta continua e le incombenze pratiche, le prenotazioni, le coincidenze, le insidie e gli smacchi, perdono importanza perché legate ad una realtà che si esaurisce nel mondo visibile.
Scendere le scale dandosi il braccio significa imparare per il poeta a cogliere la vera arte di vedere trasmessa dalla moglie che tra loro due era quella che, nonostante la vista miope, non si arrestava alla superficie della realtà visibile ma guardava in profondità sotto di essa.
Analisi del testo della poesia
E’ una poesia d’amore in cui il poeta vive una condizione di infelicità in quanto è venuta a mancare la moglie alla quale il poeta vuole rendere un omaggio postumo rivolgendosi direttamente ad ella con delicata affettuosità, in una conversazione funebre.
Nelle raccolte precedenti di Montale la figura della moglie era stata quasi completamente assente dalla sua poesia; le muse ispiratrici erano state altre donne della sua vita.
La poesia è strutturata in due strofe:
- Nella prima strofa Montale inizia la poesia ricordando il percorrere insieme alla moglie le scale, metafora della vita vissuta insieme, in cui la direzione discendente è significativa del carattere anti-eroico del viaggio intrapreso.
La prima strofa si chiude quindi sulla tematica della vuota inconsistenza di quel reale fatto di consuetudini (“le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni”). - Nella seconda strofa il poeta ribadisce, in maniera simmetrica con il primo verso della poesia, il concetto della lunga durata della vita vissuta insieme, in reciproco sostegno, rivelando nei versi conclusivi (10-12), con effetto di sorpresa, la superiore capacità della moglie di penetrare la realtà rispetto al poeta, di vedere oltre le apparenze e quindi di essere lei, nella coppia, a rappresentare la vera guida nel loro lungo viaggio.
Tematica dello sguardo della donna amata
Con la morte della moglie, il sostegno e la guida della vita di Montale vengono a mancare perché egli riconosce nella moglie, e nella donna in generale, la vera capacità di cogliere ciò che sta al di là della realtà ordinaria.
Emerge la tematica dello sguardo della donna amata che risale allo stilnovismo ed a Petrarca (sguardo della donna-angelo) e che Montale più volte ha già affrontato nelle sue liriche precedenti, appartenenti a raccolte come le Occasioni e la Bufera ed altro.
Lo sguardo di Mosca, pur offuscato dalla miopia, guida il poeta alla scoperta di una realtà che va al di là del visibile che porta, a percepire ed accettare la nullità dell’esistenza.
Questa capacità di vedere oltre, questa chiaroveggenza che Montale attribuisce alle donne differisce in Mosca rispetto a quella riscontrata in Clizia, altra donna amata da Montale e cantata nelle precedenti liriche. Per Mosca si tratta di una saggezza più modesta e umile, dettata dall’istinto, quasi innata rispetto a quella intellettuale, cerebrale e spirituale di Clizia.
LA RACCOLTA SATURA:
Per ammissione dello stesso Montale il titolo Satura ha più significati che alludono:
- alla vena satirica della raccolta;
- alla varietà dei temi e generi, in riferimenti al sintagma latino “satura lanx” che indicava “un piatto pieno di cibi diversi”;
- ad un genere letterario caratterizzato dalla varietà di metri.
E’ il quarto libro di Eugenio Montale che viene pubblicato da Mondadori nel 1971. La raccolta è suddivisa in 4 sezioni, comprendenti oltre 100 testi composti tra il 1962 e 1970:
- Xenia I;
- Xenia II;
- Satura I;
- Satura II.
Analisi metrica
La poesia è composta da due strofe di versi liberi, con prevalenza di versi lunghi (3 dei quali, vv.9-10—11, sono doppi ottonari).
Le rime (vv.6-7: crede-vede; vv.10 e 12: due-tue) sono poste negli ultimi due versi di ciascuna strofa e sottolineano la struttura simmetrica delle due strofe che compongono la poesia. Vi è inoltre una assonanza (vv.3 e 8: viaggio-braccio).
Il testo è caratterizzato da uno stile prosastico. Il linguaggio è semplice e pacato.
Montale ha abbandonato lo stile ricercato della poetica precedente per un nuovo stile “basso”, diretto e prosastico, un lessico quotidiano, che evita arcaismi e tecnicismo, che viene posto però all’interno di una sapiente costruzione metrica e ritmica.
Figure retoriche
iperbole v.1 - l’esagerazione sottolinea la lunga durata della vita vissuta insieme alla moglie.
metafora vv.1 e 3 – il milione di scale e il lungo viaggio sono la metafora dei lunghi anni di vita insieme – dal 1939 al 1963.
ossimoro v. 3 – il breve… lungo.
anafora v.8 rispetto al v. 1 nella ripetizione Ho sceso milioni di scale.
sineddoche v.11 pupille per dire occhi.