Il mondo animale di Saba
Nelle poesie di Saba spesso vi è attenzione per gli aspetti più ovvi e dimessi della realtà, tra questi il mondo animale che diventa emblematicamente espressione di una condizione universale dell’uomo di solitudine e sofferenza. La poesia La capra, composta tra il 1909 e il 1910,ne è una dimostrazione.
TESTO
PARAFRASI
[1] Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
[1] Ho parlato ad una capra, era (Era…era - anafora) sola nel prato, era legata.
[Era] sazia di cibo (Sazia d'erba), bagnata di pioggia, belava (termine onomatopeico).
[5] Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
[5] Quel (antitesi con Questa del v.9) belare monotono (uguale belato - ininterrotto e continuo) della capra era simile (fraterno) al mio dolore (dolore… dolore – anafora/epanalessi). Ed io risposi al verso, prima per scherzo (per celia), ma poi perché il dolore è lo stesso per sempre (eterno - iperbole), è comune a tutti gli uomini (ha una voce) sempre uguale (non varia).
Questa voce (voce…voce - anafora/epanalessi) sente la stessa sofferenza (gemere) in una capra solitaria.
[11] In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
[11] In una capra (In una capra anadiplosi con in una capra del v.10) dal viso (viso – personificazione) di un ebreo (semita) si sentiva il manifestarsi lamentoso/doloroso (querelarsi - latinismo) [di] ogni tipo di sofferenza (ogni altro male), di ogni altro essere (ogni altra vita - ogni…ogni: anafora).
Riassunto del testo
Il poeta vede sul prato tutta sola, sotto la pioggia e legata una capra che bela. Il belato della capra, simile ad un lamento, rimanda al gemito doloroso del poeta stesso. Il poeta che per scherzo ha risposto alla capra imitandone il verso si rende conto che quella voce è l’espressione del dolore dell’esistenza comune a tutti gli esseri viventi e agli uomini, uniti da un sempre uguale ed eterno destino di sofferenza e solitudine.
La capra, il cui muso ricorda il volto di un ebreo, testimonia la sofferenza patita da ogni essere, il suo male di vivere.
Tematica
Il tema fondamentale è la solitudine e la sofferenza esistenziale che affratella tutti gli esseri viventi.
Analisi del testo
Nella poesia La capra vi è un graduale passaggio dalla narrazione alla riflessione:
- La prima strofa è prettamente descrittiva;
- La seconda strofa introduce la riflessione sul significato che si cela nell’immagine descritta;
- La terza strofa conclude in modo quasi sentenzioso confermando il senso della riflessione.
La capra simbolizza tutti gli esseri viventi, umani, vegetali e animali, tutti partecipi dell’esperienza del dolore dovuto a sofferenza esistenziale e non materiale, il poeta lo esplicita attraverso la descrizione della condizione dell’animale, infatti la capra è:
- Una e sola - Saba mette subito in rilievo la condizione di solitudine della capra attraverso l’aggettivo sola ma anche con il ricorrente uso del termine una (v.1) che sottolinea e rafforza la situazione di isolamento della capra. Una viene ripetuto diverse volte nella poesia. Il termine una è usato dal poeta con valore latino di una sola, di unicità, e con la funzione di sottolineare l’essere solo per antonomasia, simbolo del dolore e della sofferenza.
- legata – impedita nella sua libertà da una costrizione.
- sazia d’erba - Saba specifica che la capra non soffre per necessità materiali, come la fame.
- bagnata dalla pioggia - in quanto soggetta alle avversità della vita.
Dalla visione della capra il poeta arriva gradualmente a scoprire l’universale legge di dolore che accomuna tutti gli esseri viventi, tutti soggetti alla solitudine, condizionati da mille lacci ed impedimenti e in balia degli eventi.
Nella conclusione l’immagine della capra dal volto di un semita, ovvero di un ebreo, rappresentante di un popolo che nella sua storia ha patito grandi sofferenze, conferma la riflessione del poeta: il fatto stesso di vivere è sofferenza.
Analisi metrica:
Poesia di tre strofe di diversa lunghezza formate da settenari (5) ed endecasillabi (7), ad eccezione dell’ultimo verso che è un quinario.
Linguaggio semplice e discorsivo con qualche preziosismo: celia, querelarsi, sentiva.
Varie assonanze e rime: legata/bagnata vv.2-3; fraterno/eterno vv.2-7; varia/solitaria vv.8-10; semita/vita vv.11-13. Rima interna: parlato/prato vv.1-2.
Il ritmo è lento.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- Questa voce sentiva, v.9 – l’inversione tra verbo (sentiva) e complemento oggetto (questa voce) mette in evidenza il termine voce e richiama il tema del dolore.
- ha una voce…/…voce sentiva, vv.8-9 – verbo + sostantivo / sostantivo + verbo;
- capra dal viso semita, v.11 – allusione al popolo ebraico.