Alle fronde dei salici, pubblicata dapprima sulla rivista Uomo nel 1944, è poi entrata a far parte della raccolta Giorno dopo giorno, nel 1947. Sono gli anni immediatamente dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista, Salvatore Quasimodo si ispira alle tristi vicende di quel periodo per manifestare tutto il dolore e l’orrore patito.
TESTO
PARAFRASI
[1]
E come potevano noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
[8] Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
[1] Come potevamo noi [poeti] (noi – è un noi corale riferito ai poeti) scrivere versi (cantare - metafora) dominati dalla potenza straniera (con il piede straniero sopra il cuore – metafora) con i morti abbandonati nelle piazze sulla terra indurita dal ghiaccio (erba dura di ghiaccio - metafora), al pianto dei bambini simile al lamento dell’agnello (al lamento d’agnello dei fanciulli – analogia e metafora – riferimento all’agnello quale vittima sacrificale), al grido disperato (urlo nero – sinestesia ) della madre che accorreva dal figlio giustiziato (crocifisso – metafora) sul palo del telegrafo?
[8] Alle fronde dei salici (salici – simbolo del pianto e della sofferenza), per scelta solenne (per voto), le nostre cetre (cetre – metafora simbolo della poesia in quanto erano gli strumenti che accompagnavano la recita della poesia) sono state appese ad oscillare leggere (lievi – in quanto fragili e inutili) in balia dei tristi momenti (triste vento – metafora).
Riassunto
Il poeta dichiara l’impossibilità da parte dei poeti di poter continuare a comporre poesie durante il terribile periodo del nazismo e della guerra. Oppressi dalla dominazione tedesca, con i morti abbandonati nelle strade, i lamenti dei bimbi, i giovani giustiziati e lo strazio delle mamme a cui è stato ucciso un figlio, in un simile dramma il poeta non può che rivendicare il valore del silenzio facendo la scelta di appendere le cetre, strumento simbolo della poesia, ai rami dei salici, alberi simbolo del pianto.
Struttura
La poesia si divide in due parti:
- Vv.1-7 - DOMANDA – i versi sono caratterizzati da una lunga interrogativa retorica;
- Vv.8-10 - RISPOSTA - una mesta e sintetica immagine conclusiva funge da spiegazione rassegnata sull’impotenza dell’arte poetica di fronte ai drammi della storia.
Tematiche
Il tema fondamentale è la condanna della guerra e del fascismo davanti alla quale ai poeti non rimane che la scelta del silenzio, perché quando scompaiono i più elementari sentimenti di umanità, l’arte e la poesia non hanno più nulla da dire, muoiono.
Analisi del testo della poesia
Rispetto alla precedente produzione poetica dell’ermetismo questa lirica presenta alcune novità:
- Si focalizza su un tema civile, aprendosi ad una realtà concreta e abbandona la dimensione astratta e mitica che ha caratterizzato la sua poesia negli anni Venti e Trenta;
- Abbandona l’io ermetico per passare al noi (E come potevano noi cantare – v.1), è un noi corale in cui il poeta diventa una voce universale;
- Vi sono meno oscurità nel testo anche se il poeta ricorre ancora all’essenzialità dell’ermetismo e si esprime attraverso immagini nitide e sintetiche.
Quasimodo è consapevole della responsabilità sociale del poeta, poeta vate, che in quanto voce del popolo ha un ruolo civile e contribuisce allo sviluppo dell’umanità. Ma in tempi così drammatici e dolorosi solo il silenzio, come scelta consapevole e non come atto di viltà o disimpegno, è possibile.
Le immagini storiche
Con la poesia Alle fronde dei salici, la storia, con la sua violenza e le sue crudeltà, entra a far parte della poesia. In poche righe Quasimodo evoca tragiche immagini:
- V. 2 – l’occupazione tedesca sintetizzato nell’espressione: con il piede straniero sopra il cuore;
- Vv.3/7 – la crudeltà delle ritorsioni naziste nei confronti della popolazione: i morti abbandonati perché le SS proibivano di seppellire subito i morti delle loro rappresaglie, a monito per la popolazione; i giovani giustiziati e lasciati appesi ai pali telegrafici; la sopraffazione crudele subita da persone inermi e indifese, bambini, madri;
- V.1 e vv.8/10 - L’angoscia e l’impotenza dei poeti di fronte a tanto strazio.
L’immagine conclusiva delle cetre che oscillano al vento evoca il senso di inutilità della poesia davanti alla tragedia della guerra.
Riferimenti religiosi
La fonte letteraria a cui si ispira Quasimodo per l’immagine del silenzio poetico è la Bibbia: vi è una esplicita allusione al salmo 137 (CXXXVII) della Bibbia:
Come possiamo cantare i canti del Signore
Stando in terra straniera?
[…]
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.
Questo salmo si riferisce all’esilio degli Ebrei in Babilonia, prigionieri e lontani dalla loro terra essi non possono continuare a cantare le loro preghiere e decidono di appendere le ormai inutili cetre sui rami dei salici. Analogamente il poeta fa voto di silenzio davanti alla barbarie della guerra e dell’occupazione straniera.
Tutta la poesia è percorsa da immagini religiose, per esempio:
- V.5 - il richiamo all’agnello, nell’analogia metaforica tra il pianto dei bambini e il belato, riporta al sacrificio pasquale e ai riti di purificazione dei popoli antichi in cui l’agnello era la vittima innocente;
- V.6 – la madre è riferito a Maria la madre di Cristo accorsa ai piedi della Croce.
- V.7 – l’immagine della crocefissione sul palo del telegrafo rimanda alla crocefissione di Cristo attualizzata su un elemento, il palo del telegrafo, della vita moderna;
- V.8 - per voto – anche la scelta dell’espressione per voto rimanda alla religione cristiana, il voto come segno di sacrificio, di rinuncia.
La scelta di questi riferimenti religiosi conferisce solennità e universalità alla scelta etica di ricorrere al silenzio poetico.
Analisi metrica
Poesia di 10 versi endecasillabi sciolti: tutti endecasillabi a maiore (con accento sulla sesta sillaba e cesura dopo la settima e l’ottava) tranne uno, il verso 4, che è un endecasillabo a minore (con accento sulla quarta sillaba e cesura dopo la quinta). Ne deriva un andamento melodico e malinconico.
Per le scelte stilistiche e retoriche la poesia si colloca nella tradizione simbolista ed ermetica:
- con l’utilizzo di figure retoriche come le metafore e le sinestesie;
- sintassi ricercata e scelta di immagini forti (come crocifisso sul palo del telegrafo) per trasmettere la drammaticità della situazione storica vissuta.
Allitterazione della r nei primi sette versi conferiscono crudezza al testo.
Allitterazione della l ai vv.4-5 e v.10 che attenuano invece il tono crudo.
Tre enjambements: al lamento/d’agnello vv.4-5; urlo nero/della madre, vv.5-6; figlio/crocifisso vv.6-7.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- cantare (v.1)e cetre (v.9) sono metafora del comporre poesie
- con il piede straniero sopra il cuore, v.2 - fa riferimento alla violenza dell’occupazione tedesca subita dall’Italia tra il 1943 e il 1945;
- erba dura di ghiaccio, v.4 – anche l’erba, la natura, è diventata di ghiaccio come il cuore di chi opprime insensibile alla sofferenza umana;
- lamento d’agnello dei fanciulli (vv.5/6) e crocifisso (v.7) sono metafora del sacrificio di innocenti;
- triste vento, v.10 – metafora dei tempi bui perché dominati dal male e dal dolore.
- con il piede straniero, v.2 – la parte per il tutto, il piede (la parte) indica il popolo tedesco (il tutto), i nazisti invasori;
- sopra il cuore, v.2 - la parte per il tutto, il cuore (la parte) indica il popolo italiano (il tutto) oppresso dai tedeschi;
- urlo nero, v.5 – sensazione uditiva (urlo) associata a sensazione visiva (nero).