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Solitario bosco ombroso

Parafrasi e analisi della poesia

(De’ poetici componimenti)

Paolo Rolli

· Pubblicato · Aggiornato ·

La canzonetta di Rolli

Nel seicento nasce la forma poetica della canzonetta, poesia accompagnata dalla musica che riscuote grande seguito nella poesia dell’Arcadia. Solitario bosco ombroso è un componimento di Paolo Rolli, uno dei massimi rappresentanti dell’Accademia dell’Arcadia, scritto per essere cantato. Divenne molto famosa nell’Europa dell’epoca.


TESTO

PARAFRASI

[1] Solitario bosco ombroso,
a te viene afflitto cor
per trovar qualche riposo
fra i silenzi in quest’orror.

[1] Solitario bosco ombroso (apostrofe), da te viene (il mio) cuore sofferente (afflitto cor) per trovare pace (qualche riposo) tra i silenzi in questo luogo così solitario e deserto (quest’orror).

[5] Ogni oggetto ch’altrui piace,
per me lieto più non è:
ho perduta la mia pace,
son io stesso in odio a me.

[5] Ogni cosa che piace agli altri (ch’altrui piace), per me non è più lieto: ho perduto la mia pace e sono odioso a me stesso (son io stesso in odio a me – topos petrarchesco).

[9]La mia Fille, il mio bel foco,
dite, o piante, è forse qui?
Ahi! La cerco in ogni loco;
pur so ch’ella partì.

[9] La mia Fille (Fille – nome pastorale di donna), il mio amore (il mio bel foco – fuoco che brucia di passione il mio cuore - metafora), ditemi, o alberi (apostrofe), è forse qui? Ahimè! La cerco in ogni luogo, benché io sappia (pur so) che è partita.

[13] Quante volte, o fronde grate,
la vost’ombra ne coprì!
Corso d’ore sì beate
quanto rapido fuggì!

[13] Quante volte, o foglie gradite (o fronde grate - apostrofe), la vostra ombra ci (ne) ha protetti! (coprì – ci riparò dal sole e da sguardi indiscreti)
Quanto velocemente (quanto rapido) fuggirono quelle ore così belle (ore sì beate)!

[17] Dite almeno, amiche fronde,
se il mio ben più rivedrò;
ah! che l’eco mi risponde,
e mi par che dica: No.

[17] O fronde amiche ( apostrofe), ditemi almeno se potrò rivedere il mio amore (il mio ben); ahimè, l’eco mi risponde, e mi sembra che dica: No.


[21] Sento un dolce mormorio;
un sospir forse sarà:
un sospir dell’idol mio,
che mi dice: Tornerà.

[21] Sento un leggero mormorio (Sento un dolce mormorio - sinestesia); forse sarà un sospiro: un sospiro della mia dea (idol mio – la donna che adoro e amo come una divinità - metafora), che mi dice: Tornerà.

[25] Ah! ch’è il suon del rio che frange
tra quei sassi il fresco umor;
e non mormora, ma piange
per pietà del mio dolor.

[25] Ahimè! è soltanto il suono del ruscello (rio), che infrange (frange) sui sassi le sue fresche acque (fresco umor); e non mormora, ma piange, perché ha pietà (per pietà) del mio dolore.

[29] Ma se torna, vano e tardo
il ritorno, oh dei! sarà;
ché pietoso il dolce sguardo
sul mio cener piangerà.

[29] E se [anche] lei tornasse, sarà vano e tardivo (tardo - giungerà troppo tardi), oh Dei! ( apostrofe); perché (ché) i suoi dolci occhi pietosi (pietoso il dolce sguardo) piangeranno sulla mia tomba (sul mio cener).   


Riassunto

Il poeta abbandonato dalla donna amata si rivolge direttamente al bosco, deserto e ombroso, che un tempo è stato testimone del suo amore e gli chiede se potrà mai rivedere la donna amata, ma l’eco gli risponde di no, non succederà mai. Tuttavia il poeta si illude, sentendo un dolce suono, pensando che possa essere il respiro della sua adorata, ma poi si accorge che è solo il rumore dello scorrere dell’acqua di un ruscello tra i sassi. Anche se la donna tornasse tutto sarebbe inutile perché di lui, morto di dolore, non resterà che cenere.


Analisi del testo

Nella lirica di Rolli si possono distinguere tre parti:

  • prime due quartine, il poeta esprime il dolore per la fine dell’amore;
  • quartine centrali, dialogo con gli elementi naturali;
  • ultime due quartine, prevale la disillusione e il poeta immagina l’amata sulla sua tomba.

Essendo un componimento da musicare prevale la leggiadria, la piacevolezza dolce e il disincanto, più che la serietà e profondità dei contenuti. Il poeta pone attenzione all’eleganza del testo e all’espressione poetica.
Lo si vede anche da come alcune immagini riprendono topos letterari petrarcheschi, per esempio:

  • ai vv.7-8, la perduta pace, il non trovare pace, in Rolli la drammaticità risulta stemperata dalla musicalità del verso mentre in Petrarca il senso è molto più drammatico;
  • Anche l’immagine della strofa 29, della donna che piange la morte dell’amante, riprende Petrarca, in particolare  la lirica Chiare fresche e dolci acque dove però rispetto a Rolli l’intensità tragica è assai più potente. Nella canzonetta di Rolli la musicalità stempera i toni tragici e rende meno tormentata la tematica del mal d’amore.

Paesaggio

Il paesaggio è umanizzato ed il poeta vi si immerge per trovare un interlocutore che possa capirlo e consolarlo. E’ la natura amica delle poesie bucoliche, incontaminata. Il paesaggio, un tempo testimone del periodo di amore felice del poeta è ora spettatore della triste situazione sentimentale del poeta. E alla natura, personificata, si rivolge il poeta per avere almeno una speranza che si scioglie però in un drammatico presagio di morte.




Amore perduto

Lirica costruita sull’argomento malinconico e triste dell’amore perduto. Il poeta, innamorato abbandonato dalla donna amata, va a cercare conforto nei luoghi che l’hanno visto felice insieme alla donna. La poesia è pervasa di sentimentalismo che stempera la drammaticità dell’abbandono e rende i toni più melodiosi che dolorosi.


Analisi metrica

Canzonetta composta da otto quartine di ottonati rimati. Schema: ABAB.
I versi dispari sono piani i versi pari sono tronchi (cioè hanno l’accento sull’ultima sillaba).
La struttura è semplice e lineare, con ogni frase che tende a coincidere con la misura del verso. Il linguaggio è facile ed elegante. Il ritmo risulta agile e mosso grazie all’uso di versi brevi e rime alterne.


Figure retoriche

Approfondimento di alcune figure retoriche:

Personificazione degli elementi naturali (bosco, amiche fronde ecc.).
Allitterazione:

  • lettera p - ho perduta la mia pace (v.7)
  • lettera f - La mia Fille, il mio bel foco.

Sinestesia:

  • Sento un dolce mormorio – sensazione gustativa + sensazione uditiva
  • tra quei sassi il fresco umor – sensazione tattile + sensazione uditiva (umor è inteso come rumore)
  • ché pietoso il dolce sguardo (v.31) - sensazione gustativa + sensazione visiva

Anafora- un sospir…un sospir (vv.22-23)
Enjambement- vv.25-26 e vv.27-28






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