Riassunto del capitolo 4
Il IV capitolo della prima parte del romanzo Mastro-don Gesualdo, è interamente dedicato a descrivere la giornata di lavoro di Gesualdo, dalla mattina, a mezzogiorno, al pomeriggio ed infine alla sera tarda.
- la mattina Gesualdo corre di buon ora a sorvegliare i lavori di costruzione di un frantoio. Sta piovendo e i muratori si sono rifugiati dentro al locale dove c’è il frantoio e stanno giocando alle piastrelle quando bagnato fradicio arriva Mastro-don Gesualdo che se la prende con Agostino, il capo cantiere, e con il fratello Santo che anziché far lavorare gli operai si stanno divertendo alle sue spalle, ed inizia a darsi da fare controllando i lavori e trasportando sacchi di gesso. Con temperamento battagliero egli inizia a sistemare la macina sulla piattaforma, lavoro che nessuno aveva ancora iniziato perché giudicato pericoloso, mentre il fratello Santo con le mani in tasca rimane a vedere la scena. Terminato il lavoro ancora ansante e sudato per la fatica incita gli operai, visto che è tornato il bel tempo, a riprendere i lavori del ponte, mentre lui continua a darsi da fare controllando il lavoro fatto fino ad allora. Si fa quindi preparare la mula per riprendere la sua corsa mentre il fratello gli chiede e ottiene dei soldi.
- Il mezzogiorno Gesualdo lo trascorre in paese per sbrigare alcuni affari: senza un attimo di tregua e senza mangiare neppure un boccone arriva in paese che appare deserto perché tutti si sono recati alle proprie case per il pranzo quando incontra il canonico Lupi che va a celebrare la messa. I due fanno un pezzo di strada assieme parlando di affari, dell’affare dell’appalto per le strade comunali e di quello per l’assegnazione delle terre comunali. Il canonico cerca di far capire a Gesualdo che il matrimonio con Bianca Trao, su cui Gesualdo non ha ancora dato una risposta e che se sembra voglia evitare di parlarne, potrebbe agevolarlo soprattutto per l’affare delle terre comunali. Mentre sono nel vivo del discorso appare Burgio, il cognato di Gesualdo, che si lamenta per un suo affare andato male e gli chiede aiuto. Gesualdo brontola che l’aveva avvertito che non era un buon affare e tuttavia gli ha fatto da garante ed insieme si recano da Pirtuso, il mediatore, per liberarsi di quella terra. Con lui Gesualdo si accorda e sbroglia la situazione.
Nonostante Burgio lo inviti a pranzo Gesualdo rifiuta per il troppo lavoro ancora da sbrigare e continua la sua strada sotto il sole cocente. - al pomeriggio, il protagonista si reca a controllare i lavori per una strada, sino alla sera, nel podere della Canziria: giunto alla strada del Camemi trova tutti i suoi operai distesi all’ombra a riposare tranne un vecchio intento a spaccare sassi. Alla sua sfuriata tutti si alzano e riprendono a lavorare.
- Alle due di notte finalmente Gesualdo arriva al suo podere Canziria dove sulla soglia trova anche qui tutti i lavoranti del podere addormentati ad aspettarlo. Tra essi Diodata la sua serva fedele e devota che gli prepara subito la cena. Dopo aver passato in rassegna il bestiame finalmente, dopo ventiquattro ore di digiuno, Gesualdo si siede a tavola ed incoraggia Diodata a mangiare con lui. Dopo aver cenato Gesualdo rimane davanti all’uscio a godersi la serata ripensando al tanto lavoro fatto, alla fame patita per arrivare finalmente a possedere tutta quella roba. Ricorda le lotte con il padre che di mentalità chiusa e orgogliosa non voleva che lui si lanciasse in speculazioni, gli affari sbagliati del cognato Burgio a cui doveva sempre porre rimedio, tutta la famiglia a suo carico e lui sempre vigile per difendere la sua roba da tutti.
Chiama Diodata vicino a lui e lei, sottomessa come un cane fedele, si accovaccia ai suoi piedi. Egli le rivela che vogliono farlo sposare con Bianca Trao. Diodata sommessamente si mette a piangere, si preoccupa per i due bambini avuti da Gesualdo ed egli si arrabbia per le sue lacrime e cerca di consolarla dicendole che le troverà un marito da sposare, che non la lascerà sola. Ma non riesce a far smettere il suo pianto e quindi infuriato se ne va.
Riassunto del romanzo completo:
Analisi del capitolo
Emergono in questo capitolo alcuni dei concetti base del romanzo:
- La roba: Gesualdo conduce una vita subordinata alla roba, la cui insensatezza viene evidenziata attraverso frasi pronunciate (per es.: “Avete tanti denari, e vi date l’anima al diavolo!”) da alcuni personaggi (un povero vecchio, un contadino ammalato e il vecchio scalpellino) che Gesualdo incontra durante i suoi spostamenti;
- La corsa contro il tempo: viene descritto l’affanno del protagonista ossessionato dalla mancanza di tempo e che non si concede mai un attimo di tregua. A questo suo affanno si contrappongono gli atteggiamenti ben più rilassati di tutti gli altri personaggi del capitolo;
- Il paesaggio: l’ambiente che attraversa il protagonista durante il giorno non è più l’ambiente idillico de I Malavoglia ma è un paesaggio realistico: aspro e duro. E’ una terra riarsa e desolata fatta di rocce, rupi, burroni e poca vegetazione. Il paesaggio cambia nella fase notturna in cui il protagonista arrivato alla Carinzia su muove in un paesaggio agricolo, frutto di fatica ed espressione di natura lavorata, segno di ricchezza, di roba.
Si possono distinguere due fasi diverse della giornata di Gesualdo:
- La fase diurna, dinamica e dominata dagli affari;
- La fase notturna, riflessiva in cui prendono spazio i sentimenti e si manifestano le contraddizioni interiori del protagonista.