L’amante di Gramigna è la prima opera verista di Giovanni Verga. E’ una novella che fa parte della raccolta Vita dei campi, edita nel 1880. L’importanza di quest’opera non risiede tanto nella novella, considerata generalmente di importanza secondaria, quanto nella sua Prefazione che rappresenta un testo di grande rilievo dal punto di vista teorico in quanto manifesto del verismo.
Indice degli argomenti:
PREFAZIONE
La Prefazione della novella è una dedicatoria, sotto forma di lettera, a Salvatore Farina (1846-1918 scrittore e intellettuale amico ed editore di Verga, vicino agli ambienti scapigliati milanesi).
Il contenuto illustra gli aspetti principali dei postulati teorici che stanno alla base della poetica verista verghiana, ed ha l’intento di persuadere il destinatario (Farina), scarsamente favorevole alle nuove tendenze veriste, della loro validità.
Secondo Verga 4 principi devono stare alla base dell’arte verista:
- La letteratura deve raccontare fatti reali;
- Il linguaggio deve essere spontaneo;
- L’atteggiamento deve essere scientifico;
- La scrittura deve essere impersonale.
Di conseguenza:
- Linguaggio - rifiuto della lingua tradizionale letteraria per un linguaggio semplice e pittoresco come quello delle narrazioni popolari, come afferma lo stesso Verga: “raccolto pei viottoli dei campi”. Il punto di vista è interno alle vicende, cioè utilizza le parole e i modi di pensare dei protagonisti stessi;
- Contenuto - basato sull’oggettività dei fatti, il narratore si attiene all’essenziale, al “fatto nudo e schietto” senza filtrarlo attraverso “lente dello scrittore” e senza commentarlo.
- Metodo - rigore scientifico nelle descrizioni e analisi psicologica dei personaggi per fornire una rappresentazione della realtà delle passioni umane; secondo la terminologia naturalista, produrre un “documento umano”;
- Narrazione - Lo scrittore-scienziato è un semplice osservatore logico dell’animo umano che si attiene ai dati della natura, come ogni scienziato. Nella narrazione egli ricostruisce i processi che fanno nascere le passioni, focalizzandosi sul meccanismo di causa ed effetto che determina lo svolgersi della vita dei personaggi e le loro azioni. Non è più necessario per lo scrittore ricorrere agli effetti drammatici e ai colpi di scena tipici della narrativa tradizionale, espedienti che per Verga rendono artificiosa la narrazione e che ostacolano l’effetto di realtà;
- Autore/narratore - Impersonalità della narrazione attraverso l’eclisse dell’autore: l’autore deve restare invisibile in modo che “l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da sé”, assolutamente “spontanea come un fatto naturale” e non influenzata dall’arbitrio, il gusto e le opinioni dello scrittore.
TITOLO DELLA NOVELLA
La gramigna è un’erba infestante e dannosa per le coltivazioni. Il termine viene dunque scelto per alludere alla natura distruttiva del brigante di cui si innamora la protagonista della novella.
Curiosità: gramigna in siciliano è raja, la prima redazione della novella è uscita con il titolo L’amante di Raja.
TEMA DELLA NOVELLA
Il tema è quello dell’amore-passione che travolge la protagonista. E’ un tema di origine romantica alla base di alcune altre novelle della raccolta.
AMBIENTAZIONE
La Sicilia rurale di fine Ottocento, nella vallata del Simeto,fiume che attraversa la provincia catanese.
RIASSUNTO
Nelle campagne in cui scorre il fiume Simeto si nasconde un feroce bandito, che si chiama Gramigna, nome “maledetto come l’erba che lo porta”. Egli è in fuga disperata, inseguito da mesi da un grande dispiegamento di forze dell’ordine.
A Licodia vive Peppa una bella ragazza promessa sposa di Finu, un ragazzo forte e bello proprietario di alcuni terreni e di una mula. La madre di Peppa è molto contenta di questo matrimonio e si prodiga nell’organizzazione delle nozze, prevista per Santa Margherita, in giugno, dopo la mietitura.
Un giorno però la ragazza annuncia di non volersi più maritare, si è innamorata perdutamente, pur senza averlo mai incontrato, di Gramigna. Il fatto provoca lo stupore in Finu e la disperazione nella mamma di Peppa ma la ragazza non sente ragioni e quando viene a sapere che Gramigna è braccato nella zona di Palagonia decide di fuggire e raggiungerlo. Vinta la diffidenza di Gramigna si unisce a lui e insieme continuano a vagare nella zona, laceri, affamati ed entrambi feriti dopo uno scontro con i soldati.
Una notte di luna vengono catturati. Gramigna viene imprigionato e anche Peppa, che aspetta un bambino, deve subire un processo. La madre di Peppa vende la dote della figlia per pagare gli avvocati e riesce a riportarla a casa con il suo bambino. Qui vive da reclusa fino a quando morta la madre, abbandona il suo paese e si reca nella città dove è carcerato Gramigna, nella speranza di vederlo. Quando viene a sapere che Gramigna è stato trasferito in una prigione sulla terraferma, Peppa continua a vivere in quella città, nei pressi del carcere, in solitudine ed ai margini, nota come l’amante di Gramigna.