I giorni perduti è uno dei racconti del libro Centottanta racconti di Dino Buzzati, pubblicato nel 1971. E’ una storia breve e intensa che porta il lettore a riflettere sul valore del tempo.
Indice degli argomenti:
RIASSUNTO
Ernst Kazirra, proprietario di una sontuosa villa, rincasando vede un uomo che esce da una porticina laterale della sua casa portando via delle grosse casse che carica su un camion e parte prima che Kazirra riesca a raggiungerlo.
Il padrone di casa decide di inseguirlo in macchina e dopo un lungo tragitto lo sorprende sul ciglio di un vallone dove sta buttando le casse prelevate dalla sua casa, casse che vanno ad aggiungersi a innumerevoli altre casse tutte uguali.
Kazirra si avvicina dunque all’uomo chiedendogli spiegazioni, cosa son quelle casse? Cosa contengono?
L’uomo pacifico gli risponde che ne ha parecchie di quelle casse sul camion da scaricare e tutte contengono i suoi giorni, ovvero il tempo perduto da Kazirra nel corso della sua vita e che non potrà più recuperare.
A dimostrazione di ciò che dice gli apre 3 casse:
- nella prima c’è una giornata in cui Graziella, la sua fidanzata, se ne va per sempre e lui non fa nulla per trattenerla;
- in un’altra c’è suo fratello sofferente in un letto d’ospedale, lo aspetta, ma Kazirra è via per affari;
- nell’ultima c’è il suo cane, Duck, è ridotto pelle e ossa e da due anni invano lo attende.
Kazirra si rende allora conto di quante cose preziose ha perduto durante la sua vita e implora l’uomo di poter recuperare almeno quelle tre casse, è disposto a pagare qualsiasi cifra ma ormai è troppo tardi. L’uomo svanisce e con lui anche il camion e tutte le casse.
SEQUENZE NARRATIVE
Il racconto può essere suddiviso in 5 parti narrative.
- Inizio: il protagonista, Ernst Kazirra vede un uomo portar via delle casse dalla sua casa.
- Cambia la scena: Kazirra decide di seguire il camion, carico di casse, con cui l’uomo si allontana.
- Si verifica un fatto nuovo: Kazirra scopre che le casse contengono alcuni giorni della sua vita, momenti importanti che si è lasciato sfuggire: quando ha lasciato andar via per sempre la fidanzata, quando ha trascurato il fratello malato e quando ha abbandonato il suo cane.
- Si arriva all’apice della tensione: Kazirra comprende ciò che ha perduto e arriva ad offrire soldi per recuperare almeno alcune casse.
- Conclusione: E’ troppo tardi per rimediare, l’uomo e le casse svaniscono per sempre, rimane solo il buio della notte scende.
I PERSONAGGI
I personaggi apparentemente sono due:
- Ernst Kazira , il proprietario della villa,
- Lo sconosciuto, il ladro che porta via delle casse dalla villa.
In realtà, si tratta della stessa persona: nel corso della lettura si scopre che il ladro è il padrone di casa stesso, Ernst Kazzira.
ANALISI
La storia inizia con il tema del furto per svelare poi tutta un’altra realtà, con un colpo di scena che capovolge completamente la trama:
- le cose rubate, contenute nelle casse, non sono beni materiali, come ci si potrebbe aspettare, ma sono gli affetti delle persone care e del fidato cane, che Kazirra ha trascurato o abbandonato;
- il ladro è lo stesso Kazirra, ladro dei suoi stessi giorni che, per distrazione o ambizione di carriera, si è lasciato sfuggire, derubandosi così dei suoi rapporti umani ed affettivi più importanti.
Il protagonista, mano a mano che si svolge la vicenda prende coscienza del valore di ciò che ha perduto ed arriva persino a cercare di corrompere l’uomo delle casse, offrendogli i suoi beni, pur di recuperare gli affetti svaniti.
La conclusione è un finale con morale in cui Buzzati, con il suo stile inconfondibile, non sentenzia in maniera esplicita ma spinge il lettore a riflettere sul valore del tempo e sulle priorità nella vita.
STILE
Il racconto inizia in maniera realistica per poi proseguire con una sorta di realistico magico in cui subentra l’elemento fantastico.
Buzzati attraverso giochi del linguaggio crea il colpo di scena con cui sorprende il lettore e lo coinvolge:
- Cambia i termini utilizzati e quelle che inizialmente erano casse diventano giorni;
- Sostituendo al sostantivo femminile casse il sostantivo maschile di giorni nella frase Scese giù per la scarpata e ne aprì uno l’autore utilizza apparentemente un avverbio errato, quando al verbo aprì, riferito alle casse, accosta il pronome uno, che è invece riferito ai giorni.
Il gioco del ribaltamento della situazione si realizza anche attraverso il passaggio dal tu al lei che determina un rovesciamento del ruolo svolto dai personaggi:
- Kazirra inizialmente si rivolge al presunto ladro spregiativamente con il tu: “ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco”.
- poi quando si rende conto che l’unico ladro del proprio tempo è solo lui cambia completamente tono e passa, implorante, a dare un rispettoso Lei: “Signore! Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico.”
SIMBOLOGIA
Il racconto si conclude con l’immagine del buio della notte che scende a simboleggiare l’irreparabilità della situazione e la definitiva perdita e spreco del proprio tempo.
FIGURE RETORICHE
L’intero racconto è una allegoria del tempo perduto, tempo prezioso che viene sprecato per inseguire successi effimeri, perdendo l’occasione di arricchire invece la propria vita coltivando i rapporti umani e affettivi.