La novella di Ellisabetta da Messina, riguarda la quarta giornata, il lunedì ed è relativa al tema degli amori infelici: “Si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine”.
E’ la quinta novella raccontata quel giorno ed ha una donna per protagonista, Ellisabetta (o Lisabetta), un’eroina tragica di una triste e folle storia d’amore, di cui l’autore mette in luce la nobiltà e la fierezza d’animo.
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BREVE RIASSUNTO
Ellisabetta appartiene ad una famiglia di ricchi mercanti e si innamora, riamata, di Lorenzo, un ragazzo di origini umili, amministratore dei beni della famiglia per conto dei tre fratelli di lei.
I fratelli di Ellisabetta ritengono questa relazione sconveniente e temono che possa produrre ripercussioni negative per i loro commerci. Decidono dunque di uccidere Lorenzo e lo sotterrano in un bosco fuori città.
Ellisabetta, ignara di quanto accaduto, è preoccupata dalla prolungata assenza di Lorenzo e teme per la sua sorte. Nell’attesa del suo ritorno la sua angoscia cresce gradualmente sino a che una notte ha una visione in cui l’amato le appare e le dice di essere stato ucciso rivelandole il luogo in cui è stato seppellito.
Accompagnata da una domestica, Ellisabetta si reca nel luogo indicatole, nell’impossibilità di portare con sé il corpo, decapita il cadavere e nasconde la testa dell’amante in un vaso di basilico (testo di bassilico).
I fratelli però scoprono che in quel vaso, amorevolmente accudito e su cui la ragazza ogni giorno versa copiose lacrime, vi è la testa di Lorenzo e glielo sottraggono.
Ellisabetta allora si lascia morire di dolore.
LA NARRATRICE
La narratrice della storia è Filomena che ispirata dalla città evocata nella precedente novella, ovvero Messina, ricorda la vicenda di Ellisabetta che si è svolta in quella stessa città.
Il procedere collegando l’una all’altra le novelle riprendendo nomi o toponimi in comune, in questo caso Messina, è uno degli artifici usati da Boccaccio per giustificare l’ordine interno alle singole giornate.
LA PROTAGONISTA
Ellisabetta è una donna che per amore perde la ragione, la sua è una follia dolce che lascia spazio all’immaginazione che prima le fa apparire in sogno l’amato e poi la spinge a conservare la testa di lui in un vaso di basilico, in questo modo ella riesce a mantenere Lorenzo in vita, trasformandolo in una pianta da accudire e da alimentare con le sue lacrime o con acqua speciale, distillata dalle rose o dai fiori d’arancio, come fosse un figlio da crescere amorevolmente.
La protagonista è una ragazza chiusa e timorosa, non reagisce animosamente, non fronteggia i fratelli, ella si limita a implorare, a piangere e a consumarsi, abbandonandosi al dolore.
E’ vittima dei fratelli, a cui rivolge domande che restano senza risposta, di cui subisce la violenza delle decisioni ed a cui è costretta ad obbedire in silenzio ma nello stesso tempo vince sui fratelli, perché alla fine sconvolgerà i loro piani ed essi saranno costretti a lasciare Messina per tornare a Napoli.
Ellisabetta rispetto ai suoi fratelli è una persona più libera, si innamora di un ragazzo di livello sociale inferiore svincolandosi da pregiudizi e convenzioni sociali, a cui invece i fratelli sono completamente assoggettati anche a costo di cedere al sopruso e alla forza bruta.
MITO DI ISIDE
Ellisabetta con le sue lacrime fa crescere la pianta del basilico, questa immagine rimanda al mito di Iside che ricompose il corpo smembrato di Osiride rendendolo eterno e fecondandolo con il suo pianto (Osiride Dio egizio della vegetazione).
I FRATELLI DI ELLISABETTA
Emerge subito il cinico egoismo dei fratelli di Ellisabetta, preoccupati sì dell’onore della sorella, ma più ancora del proprio onore e soprattutto del danno che sarebbe potuto derivare dalla vicenda ai loro affari e al loro benessere. Il loro obiettivo è di evitare uno scandalo che a Messina, città straniera per loro che provengono da San Giminiano in Toscana, avrebbe sicuramente pesato sulla loro reputazione mercantile, compromettendo gli affari.
Il comportamento spregiudicato e disumano dei fratelli di Ellisabetta deriva dall’ideologia utilitaristica, dal concepire la vita in chiave esclusivamente mercantilistica nella quale sentimenti e valori morali sono in subordine alla ragione del profitto. La loro condotta è sempre dettata dal calcolo prudente dei mercanti che insieme all’onore familiare badano anche ai loro interessi economici, rovinare il primo vorrebbe dire anche colpire i secondi.
L’eliminazione di Lorenzo non è compiuta per un impulso d’ira ma è premeditata con freddezza, vista come una necessaria operazione commerciale, nessuno si preoccupa per la sorella.
ANALISI DEL TESTO
La vicenda è macabra e cruenta, Ellisabetta ritrova il cadavere dell’amato sotto un mucchio di foglie secche, ne tronca la testa con cui colloquia, eppure non trasmette nulla di terrificante o di orrido perché Boccaccio pone la narrazione su un livello fiabesco, un mondo irreale, in cui vuole celebrare la tenerezza di un amore che non ha termine neppure con la morte.
Altre due novelle, anch’esse collocate nella quarta giornata, del Decamerone vertono su un motivo macabro:
- La prima, quella dell’amore tra Tancredi e Ghismunda;
- La nona, quella di messer Rossiglione e del cuore mangiato.
La struttura della novella, durante il racconto di Filomena, è costituita da un’alternanza di blocchi narrativi che si contrappongono ed in cui i personaggi a turno assumono il ruolo di protagonisti:
- appaiono prima i fratelli,
- poi Ellisabetta,
- di nuovo i fratelli,
- ed infine ancora Ellisabetta.
Boccaccio in questo modo mette in rilievo l’opposizione tra i fratelli ed Ellisabetta e mostra che tra loro non vi è alcun dialogo. Infatti, lo scambio verbale tra di loro, ad eccezione delle domande peraltro prive di risposta che Ellisabetta pone ai fratelli, è completamente assente.
La mancanza del discorso diretto è funzionale ad evidenziare quanto sia insanabile l’antitesi tra i personaggi che sono portavoce da una parte della spietata logica mercantilistica e dall’altra della forza dell’amore assoluto e disinteressato.
CONTRAPPOSIZIONE TRA I PERSONAGGI
Tra i personaggi si distinguono due fronti contrapposti, costituiti da:
- I tre fratelli che rappresentano sono figure di potere, potere economico e sociale, perché sono ricchi commercianti i cui comportamenti sono determinati dalla difesa dell’onore familiare e dall’interesse economico.
- gli altri tre personaggi: Ellisabetta, Lorenzo e la domestica, che sono figure che subiscono il potere e i cui comportamenti sono dettati da sentimenti disinteressati, dall’amore e dalla dedizione.
Sono personaggi subalterni ai tre fratelli perché loro sottoposti:
- La domestica e Lorenzo perché loro dipendenti e appartenenti ad un ceto sociale più basso;
- Ellisabetta perché è una donna, quindi con un ruolo inferiore all’interno della famiglia.
Il ritmo tragico e lento del testo mette ulteriormente in evidenza la contrapposizione tra le ragioni del cuore e le ragioni dell’interesse e del calcolo.
TEMATICA
E’ il tradizionale tema amore-morte che viene sviluppato attraverso due motivi centrali:
- Il primo contrappone le ragioni mercantili, basate sulla fredda razionalità e sul calcolo, a quelle dell’amore assoluto e disinteressato. La logica esclusivamente economica dei borghesi e dei mercanti viene criticata;
- Il secondo è legato alla fecondità: Ellisabetta mantiene in vita l’amato facendo crescere la pianta di basilico, innaffiata con le sue lacrime e accudita come se fosse un figlio da nutrire e crescere, la morte diventa vita.
AMORE
L’amore tra i due giovani, Ellisabetta e Lorenzo, è un amore sensuale ma non lussurioso, espressione di un istinto naturale legittimo, è sano e positivo e quindi non deve essere represso altrimenti può causare grandi sofferenze ed anche la morte, così come avverrà nella conclusione della novella.
Per Boccaccio l’amore è una forza alla quale è impossibile opporsi perché rappresenta una delle leggi della natura. Nonostante la morte dei due innamorati, è l’amore infatti ad uscire vittorioso dal conflitto tra interesse e sentimento e il piano dei fratelli fallisce ed essi sono costretti ad abbandonare Messina.
CONCLUSIONE
La conclusione: i due versi che chiudono la novella si riferiscono ad un’antica ballata popolare, nella quale si parla del furto di un vaso di basilico.
Boccaccio in tal modo rivela l’origine da cui ha preso spunto, arricchendo la vicenda con la storia d’amore di Ellisabetta. L’utilizzo di questo espediente collega la novella ai racconti provenzali in cui veniva esposto il razo, ossia la ragione alla base delle liriche trobadoriche, con la spiegazione delle allusioni e delle metafore dei poeti.