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Arte

RITRATTO DEI CONIUGI ARNOLFINI

Jan Van Eyck

(Olio su tavola,1434, 82,2x60 cm.)

· Pubblicato ·
Ritratto dei coniugi Arnolfini - dipinto di Jan Van Eyck
Ritratto dei coniugi Arnolfini
opera conservata presso National Gallery di Londra
Fonte immagine Wikimedia

Sintesi

Dipinto: Ritratto dei coniugi Arnolfini
Artista: Jan Van Eyck
Periodo: 1434
Dimensioni: 82,2×60 cm
Tecnica: Olio su tavola
Stile: Pittura fiamminga
Collezione: National Gallery - Londra


ANALISI DIPINTO


Ritratto dei coniugi Arnolfini è una delle opere più conosciute del pittore fiammingo Van Eyck, viene eseguita per celebrare un giuramento d’amore.


 

Cosa ritrae l'opera

Ritratto dei coniugi Arnolfini ritrae un interno domestico in cui vi è una coppia di sposi:

  • L’uomo è Giovanni Arnolfini, ricco mercante di Lucca che nel 1420 si era stabilito a Bruges;
  • La donna forse è Giovanna Cenami, anche lei lucchese (il dubitativo è dovuto a recenti teorie di critici d’arte che sostengono la possibilità che la donna sia la prima moglie di Arnolfini, Costanza Trenta).

L’ambientazione è la camera da letto, descritta minuziosamente in ogni suo minimo particolare.


La luce proviene dalla finestra a sinistra, dalla quale si intravede un albero carico di ciliege. Sul davanzale della finestra vi sono alcune arance.


Sullo sfondo spicca un grande specchio rotondo convesso che riflette tutta la scena. Si vedono:

  • I due sposi visti di spalle;
  • Due altri personaggi, i due testimoni di nozze, visti di fronte che stanno sulla soglia della stanza di fronte alla coppia. Uno vestito di azzurro è presumibilmente lo stesso pittore, l’altro è un giovane vestito di rosso;
  • lo soecchio rivela anche l'esistenza di una seconda finestra.

Lo specchio è contornato da 10 tondi in ognuno dei quali vi è dipinta scene della passione di Cristo.



Dettaglio dello specchio nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck



Dal soffitto pende il lampadario a forma di candelabro d’ottone a sei braccia, con un’unica candela accesa.


Sullo schienale di un seggiolone addossato alla parete una statuina lignea potrebbe raffigurare santa Margherita di Antiochia (patrona delle partorienti). Appeso al muro c’è una scopetta di rafia.


Sulla destra un letto a baldacchino rosso. Delle ciabattine sono abbandonate sul pavimento verso il fondo. Si intravede il lembo di un tappeto orientale.


Sopra lo specchio c’è la scritta in latino Johannes de eyck fuit hic 1434, formulario tratto dal linguaggio giuridico che significa Jan van Eyck fu qui 1434, con cui Van Eyck firma l’opera.
In mezzo alla scena in primo piano vi è un cagnolino posto tra i due sposi.


Ogni oggetto nella stanza è stato scelto con cura per rivelare l’elevata condizione sociale e la ricchezza della famiglia dei committenti, dall’abbigliamento, all’arredamento ed a particolari come: le arance, il cagnolino di famiglia, il tappeto orientale ecc.



 

I protagonisti del dipinto

I personaggi del dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini sono raffigurati nell’atto di pronunciare il loro solenne giuramento matrimoniale, senza un officiante, come si usava in quel periodo, ma alla presenza di due testimoni (che sono i due personaggi che appaiono nello specchio).


Gli sposi sono posti ai lati con equilibrio e Van Eyck li dipinge come figure statiche, solenni, gli abiti che indossano sono abiti cortesi:


  • Lui calza un enorme cappello nero di feltro, indossa una tunica pure nera con una sopravveste di pelliccia di marmotta. Il suo sguardo è assorto, guarda davanti a sé, la mano destra alzata nell’atto di giurare e la sinistra unita alla mano della compagna;
  • Lei ha un abito molto drappeggiato, verde e bordato di pelliccia bianca (ermellino) ed ha un velo ricamato sul capo. L’atteggiamento appare dolce, lo sguardo basso e quasi sottomesso rivolto timidamente e rispettosamente verso il marito, la mano destra aperta nella mano del coniuge e la sinistra stretta sul ventre a reggere l’abito. La posa della donna che tiene una mano sul panneggio verde dell’abito che è rigonfio sul ventre, può alludere al fatto che sia incinta o che avrà una gravidanza futura;

Entrambi sono scalzi, probabile richiamo al libro dell’Esodo, in cui Dio dice a Mosè: Togliti le scarpe, perché il luogo dove ti trovi è terra santa.


Dettaglio della figura maschile nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio lui
Dettaglio della figura femminile nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio lei


 

Simboli nel Ritratto dei coniugi Arnolfini

L’opera Ritratto dei coniugi Arnolfini è piena di simboli attinenti al matrimonio e alla fedeltà coniugale:

  • Innanzitutto, il luogo della scena è la camera nunziale, simbolo della loro sacra unione;
  • Il cagnolino in primo piano è simbolo di fedeltà coniugale;
  • Le arance simboleggiano il frutto del matrimonio, ovvero i figli che nasceranno. A quel tempo nelle Fiandre questi frutti costavano tantissimo, in pochi potevano permettersele e quindi sono un ulteriore segno dell’opulenza in cui vivevano gli Arnolfini;
  • Il ciliegio con i suoi frutti rossi e maturi potrebbe simboleggiare la passione.
  • Il lampadario con una sola candela, allude alla vita intera che consumeranno insieme;

Dettaglio del cagnolino nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio del cagnolino
Dettaglio del lampadario nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio del lampadario
Dettaglio delle arance nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio delle arance

  • La finestra aperta sul paesaggio è un tipico elemento fiammingo ed indica il rapporto con il mondo esterno;
  • Lo specchio con i 10 tondi con scene della passione di Gesù è segno che nella vita ci saranno anche dolori e sacrifici;
  • Il rosario appeso a fianco dello specchio è simbolo della fede che farà da guida alla vita dei due sposi;
  • La scopetta che pende sulla parete a fianco dello schienale del seggiolone potrebbe essere il simbolo dei lavori domestici;
  • Gli zoccoli di legno e le pantofoline rosse posti a terra sul pavimento sono segno di rispetto per la sacralità del luogo in cui si sta celebrando la promessa coniugale, che vede perciò gli sposi umilmente a piedi nudi;

Dettaglio delle ciliege nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio della finestra con l'albero di ciliege
Dettaglio degli zoccoli nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio degli zoccoli
Dettaglio delle pantofoline nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck
Dettaglio delle pantofoline


 

La luce

La scena del Ritratto dei coniugi Arnolfini è illuminata da una luce fredda e chiara che si diffonde nella stanza, provieniente dalla finestra a croce, tipica dei paesi nordici dell’epoca, che si apre nella parete sinistra.





 

Geometria della scena

Nella costruzione della composizione Van Eyck rispetta un criterio prospettico, che però è lontano dalla prospettiva uni-centrica di Brunelleschi perché Ritratto dei coniugi Arnolfini presenta una molteplicità di punti di vista:

  • Un punto di vista coincide con la parte alta dello specchio;
  • Un secondo punto di vista coincide con il centro dello specchio;
  • Ed un terzo coincide con un punto un po’ sotto lo specchio.

La linea dell’orizzonte è molto alta e porta l’osservatore ad aver l’impressione di essere anch’egli presente nella stanza. Gli sposi sono messi simmetricamente di tre quarti come se invitassero lo spettatore a prendere parte alla cerimonia.


analisi punti di vista nel dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck


 

Identità della donna

Recentemente alcuni studiosi hanno formulato una nuova teoria sul personaggio femminile del dipinto Ritratto dei coniugi Arnolfini ed è stato ipotizzato che la donna non sia Giovanna Cenami ma sia invece la prima moglie defunta di Giovanni Arnolfini, Costanza Trenta. Cambia di conseguenza la tipologia del dipinto che non è più da considerare come un ritratto celebrativo ma commemorativo (cioè fatto per ricordare una persona morta).


In questo caso la lettura dei vari simboli cambia, molti di loro potrebbero alludere alla maternità e riferirsi ad una possibile gravidanza della prima moglie conclusasi tragicamente con la morte della donna con il suo bambino per parto. Dalle informazioni anagrafiche sembra infatti che Giovanni e Costanza si fossero sposati nel 1426 e che nel 1433 la moglie fosse morta.







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