ANALISI DIPINTO
Il dipinto “Il parrucchiere e la dama” è un’opera di Pietro Falca, detto Longhi, personalità di spicco della scuola veneziana e cronista figurativo della vita quotidiana veneziana. Mentre Canaletto dipingeva gli aspetti esterni di Venezia, Pietro Longhi rappresenta la vita intima della sua società che osserva e riproduce con una garbata ironia.
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Tematica del dipinto
Questo quadro “Il parrucchiere e la dama” è un esempio di cronaca di vita privata dell’alta società veneziana. Il dipinto, basato sui toni del verde-bruno, rosso e blu e sulle loro variazioni, riproduce una scena d’interno, la descrizione di un momento di quotidianità della nobiltà veneziana dell’epoca. La scena riprodotta dal dipinto è circoscritta al microcosmo dell’aristocrazia veneziana e alla sua atmosfera sociale: in una casa riccamente arredata, con tappezzeria alle pareti ed il ritratto di un antenato Doge, una giovane dell’alta società veneziana, seduta al tavolo della toilette, viene acconciata con grande cura dal parrucchiere. Accanto a lei, in piedi vi è la balia con in braccio la figlia della dama.
Descrittivismo pittorico di Longhi
Lo stile dell’ambiente in cui ha luogo la scena de “Il parrucchiere e la dama” è rococò. La descrizione è asettica, le figure sono molto statiche, prive di vita, espressione di un mondo poco spontaneo e autentico, che si nasconde dietro le etichette. Pietro Longhi in questo dipinto concentra l’attenzione non tanto sulla psicologia dei personaggi quanto sui dettagli di costume.
L’analitico descrittivismo pittorico di Longhi si incentra, oltre che sull’episodio centrale, il parrucchiere che lavora sull’acconciatura della dama, sui particolari minori, gli elementi di contorno dell’ambiente, e l’insieme di questi elementi trasmette l’esatta ambientazione e atmosfera dell’epoca in una sorta di cronaca della vita cittadina.
Gli abiti sono descritti con fedeltà e accuratezza e rivelano il rango della persona che li indossa.
Longhi si sofferma anche sugli oggetti raffigurati con estrema precisione, come gli arnesi sparsi sulla toilette ed il rocchetto di filo caduto a terra ai piedi della dama.
L’identità del doge raffigurato sulla parete ci viene indicata dallo stesso Longhi attraverso la frase sul ritratto: “Carolus Ruzini Dux. Ven. CXIII creatus juni in MDCCXXXII”.