ANALISI DIPINTO
Lo Sposalizio della Vergine è la prima opera datata e firmata di Raffaello, realizzata quando è poco più che ventenne. E’ una pala d’altare che viene commissionata dalla famiglia Albizzini ed è destinata alla cappella di San Giuseppe della chiesa di San Francesco a Città di Castello (Perugia). E’ un capolavoro dell’arte rinascimentale.
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Schema compositivo
La composizione deriva da un’idea di Perugino: un gruppo di personaggi, divisi in due schiere, sono in primo piano davanti ad una piazza con sullo sfondo un tempio a pianta centrale, impianto che ha ispirato al Perugino l’affresco Consegna delle chiavi (1482) per la Cappella Sistina e il meno noto Sposalizio della Vergine (1503-1504) realizzato per il Duomo di Perugia.
Le somiglianze con quest’ultima opera sono indubbie.
L’opera è realizzata su una tavola che si sviluppa in verticale ed è arcuata in alto, detta tavola centinata.
Personaggi
La scena principale in primo piano mostra vari personaggi:
- Al centro vi è il sacerdote, simbolo di Cristo e personaggio centrale, anello di congiunzione formale e simbolica tre i due gruppi di persone ai suoi lati. Queste figure facendo perno sul sacerdote si dispongono in due semicerchi, uno aperto verso lo spettatore e l’altro verso il tempio.
Il sacerdote sostiene le mani degli sposi mentre Giuseppe infila l’anello nell’anulare di Maria;
- A destra, a lato di Giuseppe, vi è un corteo di uomini, sono i pretendenti alla mano di Maria, tutti hanno un ramoscello in mano, di cui l’unico fiorito è quello di Giuseppe.
Giuseppe è in posizione più avanzata rispetto a loro, regge la verga fiorita ed è, in segno di umiltà, a piedi scalzi. Accanto a Giuseppe vi è un pretendente che irato spezza il suo ramoscello che non è fiorito; - A sinistra, a lato di Maria, vi sono giovani donne.
- Nella piazza vi sono qua e là figure di passanti che diventano più piccole verso il fondo a dare l’idea della profondità dello spazio.
L’atteggiamento dei corpi è sciolto e privo di tensione, aggraziato nei movimenti.
L’inclinazione delle teste rende le figure leggermente leziose.
Tra spazio e figure vi è un perfetto equilibrio.

particolare del pretendente deluso
L’episodio del ramoscello fiorito

ramo fiorito
Secondo le storie di Maria dei vangeli apocrifi (proto vangelo di Giacomo), quando la Vergine, appena uscita dal tempio di Gerusalemme, dove era cresciuta, venne destinata alle nozze, il criterio per scegliere lo sposo avvenne attraverso la distribuzione di un ramo secco ad ognuno dei pretendenti. Il ramo di Giuseppe fu l’unico che fiorì, indicando con un segno divino su chi doveva cadere la scelta. L’iconografia dell’episodio mostra sempre almeno uno dei pretendenti scartati che spezza il proprio ramoscello con una gamba o il ginocchio.
La piazza

porte sullo sfondo
La pavimentazione della piazza è composta da lastre quadrangolari a colori alternati e indica, attraverso le linee che coincidono con ciascuno spigolo della base poligonale formata dai gradini, la prospettiva. In questo modo le direttrici fondamentali sembrano non parallele tra loro, come devono essere nella realtà, ma disposte a raggiera, rispetto ai lati del tempio, ed esaltano la perfezione della geometria prospettica. Il tempio acquisisce ancor più centralità e lo sguardo viene orientato verso il fuoco prospettico collocato in corrispondenza della porte del tempio sul fondo.
Il tempio di Gerusalemme
Il tempio sullo sfondo è il tempio di Gerusalemme.
E’ un tempio poligonale da cui si accede, tramite una scalinata, ad una porta aperta che in corrispondenza di un’altra porta, anch’essa aperta, lascia intravedere una porzione di cielo e di paesaggio.
Il porticato che circonda il corpo centrale si raccorda con eleganti volute al nucleo principale.
Il tempio ha sedici lati, è quasi equiparabile ad una pianta circolare, ha una peristasi di archi sostenuti da colonne. I motivi a volute collegano il tamburo al portico ed il tamburo sostiene una cupola emisferica.
Sull’architrave sovrastante l’arco centrale del tempio appare la firma: RAPHAEL URBINAS; sui pennacchi dello stesso arco vi è la data: MDIIII.
Il tempio, articolato perimetralmente con il porticato attraverso il quale viene creato dello spazio attorno all’edificio centrale, ricorda il tempietto di San Pietro in Montorio che Bramante proprio in quegli anni stava realizzando a Roma. Difficilmente Raffaello vide dal vivo l’edificio bramantesco, non essendosi, all’epoca, ancora recato a Roma, è però possibile che abbia visto i progetti della costruzione, data l’amicizia che lo legava al già anziano Bramante, anch’egli urbinate.
Il tempio si staglia nel cielo terso e trasparente diventando parte di uno spazio che si estende tutto intorno e che rappresenta un dolce paesaggio di colline.

data e firma
Il cerchio simbolo di perfezione

linee prospettiche
In Raffaello tutto viene giocato su curve e controcurve con un’impostazione molto raffinata e armoniosa.
Il cerchio nel pensiero classico e nell’iconografia cristiana è simbolo di perfezione e trasmette l’idea di ordine stabile e definito.
Raffaello partendo da questo concetto di perfezione, in cui le varie parti del cosmo sono in armonia, ritiene che così deve essere anche la sua opera che deve basarsi sulla armoniosa proporzione tra le varie parti che la compongono.
I colori
I colori utilizzati da Raffaello creano un’atmosfera calda a patire dal colore ambrato della pavimentazione che mette in risalto il blu, il rosso, il bianco degli abiti.