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LA VISIONE DOPO IL SERMONE

(La lotta di Giacobbe con l’angelo)

Paul Gauguin

(Olio su tela, 1888, 73x92 cm.)

· Pubblicato ·
La visione dopo il sermone dipinto di Paul Gauguin
La visione dopo il sermone
opera conservata presso National Gallery of Scotland di Edimburgo
Fonte img: Wikipedia

Sintesi

Dipinto: La visione dopo il sermone
Artista: Paul Gauguin
Periodo: 1888
Dimensioni: 73x92 cm.
Tecnica: Olio su tela
Stile: Sintetismo
Collezione: National Gallery of Scotland - Edimburgo


ANALISI DIPINTO


L’opera La visione dopo il sermone è stata dipinta da Paul Gauguin nel 1988 mentre il pittore si trovava a Pont-Aven, in Bretagna, ed è espressione della sua fase simbolista e sintetista.


Pont-Aven è un paesino sulla costa della Bretagna in cui Gauguin si trasferisce per sfuggire alla modernità di Parigi ed in cui l’artista cerca l’autenticità degli ambienti vergini e primordiali, restii ad accogliere le idee della società borghese e fortemente radicati nelle loro tradizioni.



Cosa ritrae l'opera

Il soggetto del dipinto La visione dopo il sermone è esplicitato da Gauguin nel titolo stesso, si tratta di una allucinazione collettiva che appare ai fedeli all’uscita dalla messa.


L’opera mostra un gruppo di contadine che, dopo essere stato in chiesa ed aver ascoltato il sermone incentrato sull’episodio biblico della lotta tra Giacobbe e l’angelo, suggestionato dal racconto, ha una visione e crede di vedere lo svolgersi di quella lotta.


Descrizione:

  • Le contadine indossano gli abiti tradizionali bretoni ed appaiono in primo piano, in basso, alcune di loro danno le spalle all’osservatore. I loro tipici copricapi sono bianchi, dalle forme molto semplificate ed essenziali, quasi geometriche.

  • Sulla destra si intravede il sacerdote, riconoscibile dalla tonsura, che assiste anch’egli alla scena.

  • Una piccola mucca bianca e nera risalta sul prato rosso;

  • Il tronco di un albero di melo attraversa in senso obliquo il quadro;

  • Di fronte alle contadine e al prete si staglia la visione, ovvero l’angelo in lotta con Giacobbe.

  • Una campitura di colore rosso e piatta fa da sfondo.

Dettaglio dei copricapi nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
Copricapi dalle forme semplificate ed essenziali
Dettaglio della mucca nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
Mucca rimanda al mondo contadino
Dettaglio dei lottatori nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
Giacobbe e l'angelo in lotta

Giacobbe e l'angelo

Il passo biblico oggetto del sermone è contenuto nella Genesi e narra della lunga lotta di Giacobbe con un uomo, che poi si rivelerà essere un angelo, mandato come figura intermediaria di Dio, da cui riuscirà a non farsi battere. E’ un episodio che si è prestato ad una grande varietà di interpretazioni.


Lo scontro tra l’angelo e Giacobbe può anche essere visto come metafora dell’eterno conflitto tra bene e male e in particolare della lotta interiore che ogni uomo vive con il proprio lato oscuro alla ricerca del bene.




Cosa rappresenta l’opera La visione dopo il sermone

La visione dopo il sermone è un’opera di derivazione religiosa in cui il pittore mostra elementi essenziali della sua poetica dalla potente carica evocativa e primordiale.


Gauguin però più che al messaggio e al valore allegorico della narrazione sacra è interessato ad indagare come il sacro viene vissuto dalle popolazioni bretoni, infatti le vere protagonista del dipinto sono le contadine bretoni.


Gauguin non vuole ritrarre una scena realistica ma vuole dare forma al sentimento di queste contadine, evocare un’atmosfera ed uno stato d’animo.


La vita contadina, laboriosa e mite, viene richiamata anche dalla figura della piccola mucca bianca e nera che si impenna in un balzo davanti all’apparire della visione.


L’intento dell’artista è di mettere in evidenza i valori autentici e primordiali che ancora permangono nel mondo puro dei contadini, e lo realizza attraverso una pittura simbolista, in cui le linee, le forme e i colori, trascendono la pura e semplice realtà visibile.



Costruzione prospettica

L’albero di melo che divide in diagonale lo spazio, crea simbolicamente una cesura netta tra:

  • mondo reale, ovvero la realtà oggettiva del gruppo di contadine uscite dalla chiesa;
  • mondo immaginario, ovvero la proiezione dell’immaginario delle contadine con la visione della lotta.

Per definire questi due mondi e differenziarli, l’artista fa ricorso a due prospettive differenti: i due spazi non hanno lo stesso punto di vista.


Linea divisoria tra realtà e visione nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
Divisione tra mondo reale e mondo immaginario

Influenze

Il dipinto rivela l’influenza della pittura giapponese:

  • Il particolare della lotta per come viene rappresentato ricorda una famosa stampa di Hokusai in cui due lottatori di sumo si affrontano;
  • Il punto di vista dall’alto;
  • Il taglio diagonale;
  • Il segno di contorno fortemente definito;
  • Le campiture di colore piatte e uniformi.

Stampa dei lottatori di Hokusai da cui Gauguin ha preso spunto
Stampa dei lottatori di Hokusai
Dettaglio dei lottatori nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
La lotta tra Giacobbe e l'Angelo

Sull’opera ebbe una certa influenza anche il dipinto di Emile Bernard, giovanissimo amico di Gauguin, che qualche mese prima della Visione dipinge Donne bretoni sul prato, dipinto che fa riferimento al cloisonnisme, tecnica che si ispira alle vetrate gotiche e agli smalti medievali e che si esprime con campiture piatte di colore delimitate da contorni marcati.


Gauguin con grande abilità fonde gli spunti tratti dalle opere giapponesi con quelli derivati dalla tradizione locale bretone creando il suo stile, il sintetismo, basato appunto sulla capacità di realizzare una sintesi, una fusione, tra diverse suggestioni.



Donne bretoni sul prato dipinto di Emile Bernard
Le contadine bretoni di Emile Bernard
Dettaglio delle contadine nel dipinto La visione dopo il sermone di Gauguin
Le contadine bretoni di Paul Gauguin


I colori

Non vi è corrispondenza naturale tra colori ed oggetti. La scelta cromatica dell’artista cade su colori innaturali ed arbitrari (antinaturalistici), per evidenziare la valenza simbolica dell’opera, ed utilizza i colori complementari rosso/verde e la coppia bianco/nero, stesi attraverso ampie campiture uniformi e piatte racchiuse entro linee di contorno nette e marcate.


Il prato sul quale i due lottatori si fronteggiano è rosso, quindi di un colore innaturale rispetto al colore usuale dei prati, perché è simbolico della forza e della passione.





Superamento dell'impressionismo

Con La visione dopo il sermone Gauguin si affranca dalle convenzioni del linguaggio naturalistico che gli impressionisti ancora mantenevano:

  • le forme non vengono modellate mediante il chiaroscuro;
  • i contorni sono nettamente definiti;
  • La rappresentazione dello spazio non fa riferimento ad una costruzione prospettica esatta;
  • Prevalgono i colori molto accesi e contrastanti;
  • I colori non vengono fusi tra loro ma stesi per campiture piatte ed uniformi;
  • Non vi è corrispondenza naturale tra colori ed oggetti.

Gauguin indica così la via verso la pittura simbolista tesa a evocare significati che trascendono la pura e semplice realtà visibile.





Gauguin realizza quest’opera pensando di donarla alla chiesa di Nizon, paesino bretone, tuttavia il parroco ritiene l’opera indegna di un luogo sacro e la rifiuta. Gauguin la consegna allora a Theo Van Gogh (suo gallerista) che dal 1889 la espone in varie mostre.
L’opera per il suo carattere audace e sperimentale diviene il manifesto pittorico del Simbolismo e un importante esempio per i giovani artisti alla ricerca di nuovi modi pittorici attraverso cui esprimersi.





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