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Le fasi della vita di San Francesco
La vita di Francesco può essere suddivisa in dieci importanti tappe:
- Francesco nasce ad Assisi, in Umbria, il 26 settembre del 1181 o del 1182 in una famiglia facoltosa. Il padre si chiamava Pietro Bernardone ed era un ricco mercante e garantì al figlio una giovinezza agiata e mondana.
- Nel 1202 Francesco durante uno scontro tra le città di Assisi e Perugia viene fatto prigioniero. Passa oltre un anno in carcere, evento che provoca in lui una profonda crisi esistenziale e la scoperta della vocazione religiosa.
- Nel 1206 si converte e l’anno seguente (1207) rinuncia, alla presenza del vescovo e alla Corte Episcopale di Assisi, a tutti i suoi beni, all’eredità paterna e perfino, con un gesto emblematico, agli abiti che indossa, denudandosi pubblicamente e restituendoli al padre.
- Nel 1208, dopo due anni trascorsi conducendo una vita eremitica e penitente, inizia a predicare il proprio pensiero riunendo in breve tempo intorno a sé una piccola comunità di seguaci che si proponeva di predicare l’umiltà, di diffondere il Vangelo e di vivere in povertà assoluta.
- Nel 1210 l’ordine religioso francescano da lui fondato (ordine dei Frati Minori) viene riconosciuto da papa Innocenzo III. Francesco stabilisce la sede dell’ordine prima a Rivotorto e poi alla Porziuncola (Assisi).
- Nel 1212 aderisce all’ordine anche Santa Chiara ed iniziano le prime missioni all’estero, anche in altri continenti (Africa e Oriente).
- Nel 1219 le missioni religiose che hanno portato Francesco in vari paesi del mondo (Africa, Oriente, Germania, Francia, Ungheria, Inghilterra, ecc.) lo conducono fino in Terra Santa dove Francesco incontra il Sultano.
- Nel 1223 papa Onorio III approva in forma definitiva la regola di comportamento francescana. Francesco per i suoi frati non aveva adottato nessuna delle regole già esistenti (benedettina, agostiniana) ma ne aveva stilata una propria nel 1221, detta Regola non bollata appunto perché non rientrante tra quelle tradizionali, con l’approvazione del papa la regola diventa Regola bollata e quindi istituzionale.
- Nel 1226, il 3 ottobre, Francesco muore nella Porziuncola, nei pressi di Assisi. Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati da sofferenze, sia fisiche per varie malattie che lo colpirono, sia spirituali, per dissidi all’interno dell’ordine.
- Nel 1228, il 16 luglio, papa Gregorio IX proclama Francesco santo.
Gli scritti
Gli scritti in latino di San Francesco comprendono:
- Regula non bullata del 1221 e Regula bullata del 1223 approvata da Papa Onorio III – regole dell’ordine francescano;
- 27 Admonitiones – sono esortazioni, consigli per il comportamento cristiano;
- 10 Epistolae – sono lettere indirizzate ai fedeli, ai frati dell’ordine, ecc.;
- Preghiere;
- Laudi;
- Testamentum, testamento spirituale del 1226.
Pochi anni prima della morte San Francesco scrive anche un testo in volgare che rappresenta la sua opera più importante:
- Cantico di frate Sole, detto anche Cantico delle creature (Laudes creaturarum) – primo testo in volgare di alto valore poetico – E’ una lauda in cui Francesco esprime la propria spiritualità in maniera poetica e da cui emerge una concezione ottimistica e serena della vita umana e della natura.
San Francesco con i suoi scritti ha influenzato la letteratura del suo tempo, intorno a lui infatti germoglierà una vasta produzione letteraria di argomento religioso.
Il pensiero
San Francesco afferma un nuovo modo di vivere la fede che si contrappone alla concezione epica e drammatica predominante all’epoca per affermare una religiosità vicina alla gente umile e basata su una fede spontanea e sincera, ricca di umanità e sentimento con l’intento di riportare la religione cristiana alla purezza originaria.
La vocazione religiosa di Francesco lo porta a gesti di forte valore simbolico con cui afferma:
- Rifiuto delle convenzioni sociali del suo mondo;
- Carità verso i bisognosi;
- Disprezzo delle ricchezze;
- Rifiuto radicale della proprietà privata;
- La condanna dei valori economici della società borghese comunale a cui apparteneva.
La vita di San Francesco è fatta di predicazione, di mendicità e di cura dei malati, stile di vita che presto trova numerosi seguaci e diffonde in tutti i ceti sociali un messaggio di penitenza, di umiltà e di fedeltà al Vangelo.
San Francesco predica l’amore per tutto il creato, espressione del divino in tutte le cose.
Ascetismo e povertà
Ascetismo e povertà sono i due cardini principali del Francescanesimo:
- ASCETISMO: Rispetto all’ascetismo tradizionale quello di San Francesco non mira alla propria salvezza individuale ma è invece rivolto a liberarsi di ogni impaccio per entrare in comunicazione col divino su un piano superiore.
- POVERTA’: Solo la povertà garantisce la condizione necessaria per accedere all’amore puro e alla pace. La povertà francescana si basa sulla considerazione che aspirare alla proprietà è rivendicare un diritto, ciò porta inevitabilmente al contrasto e alla lotta, sia questa attraverso le armi, sia tramite gli articoli di legge in tribunale. Entrambe queste forme di lotta per Francesco sono contrarie all’amore di Dio e del prossimo.
Ortodossia di San Francesco
I movimenti religiosi precedenti o contemporanei a quello di San Francesco sono movimenti di protesta e di critica contro l’ordine delle cose, mentre quello di San Francesco, pur rispondendo anch’esso alla radicale esigenza di rinnovamento della vita religiosa che caratterizza tutto il suo secolo (XIII), ha un carattere prevalentemente positivo, certamente non violento e ha come obiettivo principale l’affermazione di un proprio io spirituale.
Il francescanesimo mira al rinnovamento religioso ma non in esplicita opposizione o critica ai vizi della chiesa ma piuttosto, rimanendo nel quadro dell’ortodossia, con l’affermazione positiva di un bisogno religioso che diffonda il messaggio di Cristo e che faccia appello all’esperienza evangelica.
San Francesco esprime il rifiuto del mondo a lui contemporaneo e della sua violenza non attraverso la rivolta ma ispirandosi al modello spirituale fisico della vita di Cristo, da qui il rifiuto della ricchezza, del benessere, l’aspirazione alla povertà e alla pace, considerati valori supremi; la sua ribellione è circoscritta e sottomessa all’autorità di Dio e ai poteri ecclesiastici che lo rappresentano.