ANALISI DIPINTO
Giovanni Fattori, con il dipinto Campo italiano alla battaglia di Magenta, vince il primo premio al concorso per il miglior quadro sulla seconda guerra di indipendenza (1859); è la guerra che apre la strada all’unità d’Italia.
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Descrizione dell’opera
Giovanni Fattori in questo dipinto celebrativo rappresenta in modo molto semplice, senza retorica, l’eroismo dei soldati risorgimentali. L’avvenimento che decide di immortalare non è il momento clamoroso della vittoria ma è la fase in cui appena terminata la battaglia si procede con il recupero dei feriti e dei morti. Non vi è nulla dell’enfasi romantica e la scena appare essenziale ed equilibrata.
- Al centro della scena c’è un carro, che ha la funzione di ambulanza, su cui ci sono due suore infermiere che stanno soccorrendo i feriti;
- Sullo sfondo e a sinistra i soldati tornano stremati e barcollanti. Soldati morti sono distesi in mezzo al viottolo sterrato ed un ufficiale ferito, con una benda che gli fascia la testa e l’occhio destro, avanza su un cavallo dal passo stanco.
- A destra sono riuniti gli alleati francesi che osservano il ritorno delle truppe dal fronte.
Notevole spazio viene dato anche al paesaggio, studiato dal vero, in cui predominano i colori chiari.
L’opera è di impianto monumentale, si possono individuare due fasce orizzontali che dividono nettamente la scena:
- La fascia del cielo azzurro solcato da qualche nube;
- La fascia del terreno con la campagna sovraffollata di soldati.
Dei sottili alberelli slanciati verso l’alto fanno da tramite tra le due fasce.
Sullo sfondo, sulla linea dell’orizzonte, si scorge il profilo della città di Magenta.
Lo stile
L’opera non può ancora definirsi macchiaiola.
Ci sono elementi ancora accademici:
- La complessità della composizione;
- La definizione dei particolari;
- L’uso del nero per le ombre.
Si notano però alcuni elementi innovativi:
- Il paesaggio, con le macerie di Magenta all’orizzonte reso attraverso colori chiari e luminosi che rendono la luce reale;
- Il colore usato mediante estese campiture orizzontali;
- La spontaneità dei personaggi, caratterizzati dalla naturalezza dei movimenti;
- Non c’è nessun eroe che spicca ad affermare che una battaglia si vince per l’impegno di tutti, si sottolinea perciò il sacrificio di tutti;
- I corpi sono molto solidi, plastici.
L'influenza di Nino Costa
Il pittore romano Nino Costa nel 1859 si trasferisce a Firenze dove conosce Giovanni Fattori, di cui percepisce subito le straordinarie doti artistiche. L’incontro con Nino Costa è determinante per la maturazione artistica di Giovanni Fattori, è grazie a Nino Costa se Fattori:
- Inizia lo studio dal vero;
- Abbandona la pittura di storia antica, che ha caratterizzato la sua produzione artistica degli esordi, per dedicarsi al presente, alla realtà contemporanea della storia risorgimentale;
- decide di partecipare al concorso Ricasoli indetto nel 1859 per la realizzazione di quattro grandi tele celebrative delle principali battaglie risorgimentali, che vince con la versione in bozzetto di questo dipinto.
Nel 1862 Giovanni Fattori completa la realizzazione dell’opera recandosi sul posto, a Magenta, per dipingere dove tre anni prima si era svolta la storica battaglia.
L'avvenimento storico
I grandi ed eroici avvenimenti del risorgimento, fondamentali al progresso per la formazione dell’unità nazionale, inducono l’allora Ministro dell’interno Bettino Ricasoli alla loro celebrazione attraverso un concorso di pittura per dipinti che rappresentino le maggiori battaglie risorgimentali (Curtatone, Palestro, Magenta e San Martino).
Giovanni Fattori crede fermamente alla causa nazionale e decide di partecipare presentando due bozzetti. Quello che vince è il bozzetto, olio su tela delle dimensioni di 39,5x58,5, che raffigura il campo di combattimento a Magenta a battaglia conclusa.
La battaglia di Magenta è tra gli avvenimenti militari più rilevanti, che avvia alla svolta unitaria sostenuta dalla politica di Cavour a seguito della vittoria del giugno 1859 a Magenta delle truppe franco-piemontesi su quelle austriache. La battaglia è stata cruenta con più di seimila vittime.