Diego Velazquez è l’artista seicentesco che per il realismo ottico, i giochi di luce e le pennellate leggere è stato visto come precursore dell’impressionismo ottocentesco ed ha fortemente influenzato l'arte di Édouard Manet e di altri pittori del XIX secolo.
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VITA E FORMAZIONE ARTISTICA
Diego Rodriguez de Silva Velazquez, nato a Siviglia nel 1599 e morto a Madrid nel 1660, è l’artista simbolo dell’arte spagnola del 1600.
I genitori sono nobili sivigliani di origine portoghese. L’artista, secondo l’uso spagnolo, ha i cognomi di entrambi i genitori ma sui suoi quadri preferisce apporre la firma solo di quello della madre: Velazquez.
A Siviglia Velazquez inizia la sua formazione artistica nel 1609 nella bottega di Francisco Herrera il Vecchio, che frequenta per alcuni mesi. Dal 1610 al 1617 prosegue il suo apprendistato nella bottega dell’insegnante più prestigioso di Siviglia, Francisco Pacheco, pittore accademico e uomo di cultura, sostenitore della controriforma cattolica e censore dell’inquisizione per l’arte sacra.
Velazquez afferma da subito un proprio stile, lontano da quello dei suoi due maestri tardo manieristi, preferendo dipingere al vero, dando grande rilevanza ai particolari, riprodotti realisticamente, ed agli effetti di luce ed ombra.
Nel 1618 Velazquez sposa Juana, figlia sedicenne di Francisco Pacheco.
Le sue fonti di ispirazioni si possono rintracciare, oltre che nella tradizione spagnola, nel realismo di Caravaggio e nella tradizione coloristica del lombardo-veneto.
LE PRIME PRODUZIONI ARTISTICHE
Nella primissima fase della sua attività dipinge scene di genere, rappresentando personaggi popolari tratti dalla realtà quotidiana, “bodegones”, cioè scene da taverna (suonatori, bevitori), e nature morte. Ne sono un esempio il quadro La vecchia che frigge le uova ed I due giovani che mangiano, entrambi datati 1618, in cui emerge già la radice caravaggesca, nei volumi, nell’uso della luce e nella caratterizzazione psicologica dei personaggi.
Velazquez nelle sue prime produzioni realizza anche opere sacre, come San Giovanni Evangelista a Patmos e l’Immacolata Concezione, su commissione del convento dei Carmelitani di Siviglia. L’artista rivela già in queste opere la sua grande abilità di ritrattista, capace di rendere le caratteristiche caratteriali e psicologiche del soggetto dipinto.
In maniera insolita realizza anche opere in cui quotidianità e religiosità si combinano, un’unione di Sacro e profano, come nel dipinto Cristo in casa di Marta e Maria ambientato in una cucina in cui due donne sono ritratte in un momento di realtà quotidiana, nell’atto di cucinare, mentre la scena biblica presa dal Nuovo Testamento è relegata sullo sfondo, nel quadretto appeso alla parete in cui viene rappresentato Cristo che parla a Maria.
VELAZQUEZ ARTISTA DI CORTE
Sono i ritratti a fare la fortuna di Velazquez. Quando il Re di Spagna Filippo IV gli commissiona un ritratto, l’artista realizza un’opera in cui il sovrano diciottenne è ritratto in posa regale e sguardo malinconico (Ritratto di Filippo IV del 1623), l’opera piace talmente che Velazquez viene chiamato a Corte.
L’artista abbandona quindi la pittura di genere per dedicarsi a rappresentare l’ambiente di corte del re di spagna Filippo IV che lo nomina suo pittore (pintor del rey) il 6 ottobre del 1623 con un salario di venti ducati al mese. Velazquez, con moglie e figli, si trasferisce a Madrid, città dove, ad eccezione dei viaggi di lavoro all’estero, vive per tutta la sua vita.
L’artista ritrae Filippo IV in una quarantina di opere, dipinge spesso anche il ritratto della regina Marianna d’Austria, i figli della coppia e molti personaggi della corte spagnola, inclusi i nani come nell’opera, suo capolavoro, Las meninas.
Descrizione e analisi d'opera:
L’INFLUENZA DI RUBENS
L’arte di Velazquez risente anche dell’influenza di Rubens che l’artista conoscerà direttamente visto che spetterà a lui ricevere a corte ed accompagnare Rubens durante la sua visita a Madrid nel 1628. Rubens sicuramente ispirò la prima opera mitologica del pittore spagnolo, Il trionfo di Bacco, noto anche come Gli ubriachi (1628) in cui Velazquez dà un’interpretazione del mito in chiave quotidiana, in cui Bacco appare come un semplice giovane contadino circondato da balordi trasandati ed ubriachi.
Dopo la qualifica di pittore di corte a Madrid ottiene anche la nomina a Maresciallo di Palazzo e rivestire un ruolo ufficiale all’interno della corte che lo porta a dedicarsi sempre più ad ambascerie e ad altri incarichi diplomatici, trascurando la pittura.
Approfondimento:
Rubens - Vita e opere
I VIAGGI IN ITALIA
Velazquez soggiorna in Italia in due occasione, la prima nel 1629 per il canonico viaggi studio in Italia che molti artisti compivano per completare il proprio bagaglio culturale, la seconda, nel 1649, per acquistare dipinti e sculture antiche per la collezione del re di Spagna. E’ in questa occasione che il pontefice regnante gli commissiona il suo ritratto, nasce così il capolavoro Ritratto di Innocenzo X.
Il secondo viaggio di Velázquez in Italia ha conseguenze importanti, oltre che per la sua carriera, anche per la sua vita personale, infatti a Roma ha un figlio illegittimo, Antonio, e decide di dare la libertà al suo schiavo di molti anni, Juan de Pareja.
Frutto del suo soggiorno in Italia è anche Venere allo specchio (1650-1651). Questo dipinto, unico esempio superstite di nudo femminile di Velazquez, è pieno di reminiscenze sia di Tiziano che di statue antiche, ma emerge anche il concetto di una dea in forma umana, caratteristico del linguaggio personale di Velázquez, che era unico ai suoi tempi.
IL RIENTRO A MADRID E LA MORTE
Velazsquez rientra a Madrid nel 1652 e nel 1658 viene nominato Cavaliere di Santiago, un onore che aveva sempre desiderato; la croce dell’ordine viene aggiunta al suo autoritratto in "Las Meninas".
Il suo atto pubblico finale è un viaggio, nel 1660, al confine francese con la corte per decorare il padiglione spagnolo sull'isola del Fagiano con arazzi per il matrimonio di infanta Maria Teresa a Luigi XIV (7 giugno 1660). Pochi giorni dopo il suo ritorno a Madrid Diego Velazquez si ammala e muore il 6 agosto, seguito dalla moglie Juana solo una settimana dopo.
Viene sepolto con indosso l'uniforme dell'Ordine di Santiago e come scrive Antonio Palomino, pittore e biografo: "Con il più grande sfarzo e spese enormi, ma non troppo per un uomo così grande".