La seconda metà dell'Ottocento si contraddistingue per una serie di artisti considerevoli, che segnano gli sviluppi di nuove ricerche che sfociano, sulla fine del secolo, nella formazione d'una variante italiana originale del Divisionismo, nel cui ambito si colloca anche Giuseppe Pellizza da Volpedo.
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VITA
Giuseppe Pellizza nasce a Volpedo nel 1868. Inizia la sua formazione accademica a Milano, all’Accademia di Brera. Dopo un breve soggiorno a Roma frequenta anche l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha come insegnante Giovanni Fattori, e l’Accademia Carrara di Bergamo.
Si sposa con Teresa Bidone, sua modella in molti quadri, dalla quale Pellizza ebbe due figlie, Maria e Nerina.
L'ADESIONE AL DIVISIONISMO
I Divisionisti esordiscono pubblicamente nella prima esposizione Triennale di Brera nel 1891, ma in questa fase le opere di Pellizza risentono ancora delle influenze veriste che gli sono state impartite nell’Accademia di Brera e di Bergamo.
E’ durante il suo soggiorno a Firenze che Pellizza si avvicina al divisionismo e ne diventa uno dei rappresentanti di spicco.
Nel 1894 espone a Milano Il Fienile, dipinto che rappresenta l’inizio di questa sua nuova scelta pittorica, essendo la prima tela in cui Pellizza cerca di applicare scrupolosamente il divisionismo.
DIVISIONISMO:
movimento artistico che si afferma in Italia tra il 1885 e il 1915, basato sul principio della scomposizione della luce nei colori dello spettro solare e della sua ricomposizione mediante l’azione dei colori complementari; si ricollega alle tendenze degli Impressionisti e al Pointillisme francese.
Giuseppe Pellizza da Volpedo, è il più giovane dei tre protagonisti del Divisionismo italiano (era di dieci anni più giovane di Segantini e di sedici anni più giovane di Previati), ed è anche il più rigoroso dei Divisionisti italiani.
Pellizza spiega il Divisionismo con queste parole: “il Divisionismo non mira che ad una rivoluzione tecnica perché in tal modo noi seguaci di esso crediamo di poter avvicinare le vibrazioni della luce” (Lettera a A. Luzzati del 16 Aprile 1897).
L’IMPEGNO SOCIALE DI PELLIZZA
La partecipazione al Divisionismo viene espressa in modi differenti dai tre protagonisti del Divisionismo italiano (Previati, Segantini e Pellizza) e si manifesta, oltre che nelle modalità dell’espressione artistica, anche in ambizioni ideologiche che spaziano da posizioni misticheggianti e neocristiane a posizioni socialistiche. E’ con Pellizza da Volpedo che si realizza una congiunzione tra Divisionismo e coscienza sociale.
Tra il 1898 al 1901 la sua pittura, partita da prime esperienze tratte da scene popolari e di vita cittadina, diventa sempre più attenta ai temi sociali e si orienta verso motivi di ispirazione simbolica.
Pellizza si distingue per il suo impegno sociale ed attraverso le sue opere fa denuncia. I processi sociali del Paese, dalla situazione del movimento operaio alla urbanizzazione e alla realtà del mondo contadino diventano oggetto di studio e di rappresentazione.
PELLIZZA TRA CRONACA E ALLEGORIA
Nelle opere di Pellizza attraverso l’effetto della stesura pittorica a tocchi separati, le forme della natura, siano figure umane o paesaggi, arrivano ad esprimere contenuti ideali. Avviene una sorta di fusione tra tecnica divisionista e un tema realistico di cronaca sociale.
Realtà e idea, nei dipinti di Pellizza, diventano complementari, così un episodio di cronaca (come per esempio la manifestazione dei contadini rappresentata nell’opera Il quarto stato) viene trasfigurato in una celebrazione allegorica dell’ideale socialista.
L’ARTE PER L’IDEA
In contrapposizione all’arte per l’arte il Divisionismo rappresenta per Pellizza il presupposto dell’arte per l’idea, con lo scopo di fondere analisi del “naturale” e riconoscimento della realtà storica più significativa per quell’epoca (il movimento operaio e contadino). La rappresentazione artistica diventa con Pellizza qualcosa di non chiuso entro la cornice del quadro.
Per Pellizza l’opera è “armonia di linee – armonia di toni – armonia di colore” che in “stretto legame…con un’idea la quale sarebbe il soggetto del quadro risulta l’opera concreta organica” (nota datata febbraio 1897).
IL SUO CAPOLAVORO: IL QUARTO STATO
Il suo capolavoro è Il Quarto Stato in cui l’artista coniuga realismo, monumentalità e divisionismo.
Il pittore lavora a Il Quarto Stato tra il 1898 e il 1901. Il titolo originale dell’opera, fino a quando non fu terminata, era: Cammino dei lavoratori, solo ad opera completata, Pellizza decise di darle un nuovo titolo con il quale venne esposta al pubblico alla Quadriennale torinese del 1902: Il Quarto Stato.
LA MORTE
Pellizza muore suicida a soli 39 anni, sconvolto dalla morte della moglie e del primo figlio maschio, si impicca nel suo studio il 14 giugno del 1907.