Giovanni Segantini, artista italiano che ha saputo coniugare verismo, simbolismo e divisionismo.
Pittore delle montagne, nei suoi quadri i soggetti protagonisti sono i paesaggi, i villaggi, le malghe, il bestiame ed i riti quotidiani delle genti di montagna.
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VITA E MORTE
Giovanni Segantini nasce ad Arco di Trento il 15 gennaio del 1858, quando il trentino era ancora austriaco. È di umili origini ed ha un’infanzia infelice. La perdita della mamma segna Segantini profondamente e determina la centralità del tema della maternità nella sua produzione artistica, come evidenziato nel celebre dipinto Le due madri che dipinse nel 1889 ed espose alla Triennale di Brera del 1891, con notevole successo.
Adolescente, Giovanni Segantini, si trasferisce a Milano da una sorellastra, che non se ne prende cura e lo abbandona a se stesso. Trascorre in quegli anni una vita ai margini, viene arrestato per vagabondaggio e rinchiuso in riformatorio.
A Milano l'artista ha l'opportunità, di frequentare l’Accademia di Brera e di entrare in contatto con i letterati e i pittori della Scapigliatura milanese, la cui influenza è visibile nelle sue prime opere d’arte.
Giovanni Segantini viene notato dalla critica durante l’esposizione nazionale di Brera nel 1879. Vittore Grubicy, famoso gallerista di Milano, ne riconosce la qualità e stringe con lui uno stretto rapporto di amicizia e di lavoro che durerà per tutta la vita.
Nel 1880 il pittore conosce Luigia Pierina Bugatti, detta Bice che diventa la sua compagna di vita, la modella di molti suoi quadri, nonché la madre dei suoi quattro figli.
Dopo aver vissuto per qualche tempo in Brianza Giovanni Segantini torna a vivere sulle montagne in cui ha trascorso la prima parte della sua vita, nel Cantone Svizzero dei Grigioni e infine negli ultimi cinque anni di vita tra le montagne del Maloja, in Engadina.
A fine degli anni Ottanta Segantini raggiunge una discreta fama a livello internazionale.
La vita di questo grande artista termina a soli quarantuno anni, muore il 28 settembre del 1899 per un attacco di appendicite che provoca una peritonite, che gli viene mentre è bloccato per il maltempo in un rifugio in alta quota cui era andato per dipingere. L’ultima sua opera il Trittico dell’Engadina rimane così incompiuta.
TAPPE DELLA FORMAZIONE ARTISTICA
Per la formazione e vita artistica del pittore Giovanni Segantini si rivelano fondamentali:
- l’incontro con i fratelli Grubicy, Alberto gallerista e commerciante d’arte e Vittore gallerista ed anch’egli pittore. In particolare è grazie a Vittore Grubicy, che la pittura di Segantini, in un primo tempo realista, volge verso il movimento artistico del divisionismo.
- la conoscenza del pittore Millet, attraverso una monografia sull'artista e le sue opere, che ispira a Segantini il desiderio di una vita ritirata, lontana dalla città, e l’interesse per la quotidianità contadina.
Giovanni Segantini esordisce come pittore verista con opere caratterizzate da una pennellata materica e corposa, poi si avvicina al divisionismo, già riscontrabile nella seconda versione del dipinto Ave Maria a trasbordo del 1886-88, e dopo il 1890 le sue opere assumono anche valenze simboliste, come nelle opere: L’angelo della vita e L’amore alla fonte della vita, per approdare infine ad un suo stile personale.
SEGANTINI E IL DIVISIONISMO
La tecnica divisionista consiste nell’applicare sottili pennellate di colori a olio puri, non mescolati, molto ravvicinate a pennellate di colori complementari. E’ una tecnica pittorica che permette un incremento della luminosità del dipinto e si rivela particolarmente adatta per raffigurare le montagne e la loro luce intensa. Segantini dietro suggerimento di Vittore Grubicy la sperimenta, si rende immediatamente conto della potenzialità di tale tecnica e la adotta per le sue rappresentazioni artistiche.
SEGANTINI PITTORE
Segantini preferisce dipingere en plein air, nei luoghi dove è ambientata la scena da riprodurre, e già dagli anni 1883-84 rinuncia all’uso del bozzetto ed a dipingere in uno studio. Infatti solo nell’ultimo periodo, nel 1898, adibisce una costruzione affiancata alla sua baita Kuomi a Maloja a sorta di studio dove in realtà va per leggere e disegnare ma mai per dipingere.
L'artista non predispone studi preparatori ma la maggior parte delle volte arriva direttamente al disegno dal dipinto.
I SOGGETTI DELLE SUE OPERE
I soggetti dei suoi quadri sono popolari e rappresentano i valori che caratterizzano il popolo: il lavoro umile e faticoso, la famiglia.
L'artista raffigura in particolare scene che si ambientano in montagna.
La tecnica divisionista utilizzata nelle sue opere conferisce brillantezza e risalto alle sue scene di verismo agreste. Segantini esalta il mondo dei pastori e dei contadini e la loro vita dura ed a contatto con la natura.
La tecnica divisionista permette all'artista di rendere bene le atmosfere alpestri e i materiali come le pietre e le rocce, ma anche gli aspetti più minuti della realtà: i fili d’erba, la paglia, il pelame degli animali.
Nei quadri di Segantini, accanto agli uomini, ci sono sempre animali, visti come fedeli compagni della vita dell'uomo.
Il pittore ricorre ad effetti di luce a volte spettacolari, estremi e pittoreschi: le tonalità livide del crepuscolo, il controluce del sole basso all’orizzonte all’alba o al tramonto, il chiaroscuro della luce artificiale.
Durante gli ultimi anni si accentua l’esigenza dell'artista di una vita vicina allo spirito religioso ed egli esegue opere in cui emerge, nel rapporto con la natura e la luce, la ricerca del divino.