Amedeo Modigliani, soprannominato Dedo o Modí, di lui Paul Guillaume, mercante d’arte ritratto dal pittore in un celebre dipinto, ha sintetizzato mirabilmente in poche righe la figura, definendolo: “...poeta ardente e pittore grande fra i grandi. Passò come una meteora; tutto grazia, tutto collera, tutto sprezzo...”.
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Famiglia di origine
Amedeo Modigliani nasce il 12 luglio 1884 a Livorno in una famiglia borghese ebrea.
E’ il quarto figlio di:
- Flaminio Modigliani, appartenente ad una antica famiglia israelita;
- Eugénie Garsin, appartenente ad una famiglia di ebrei sefarditi di origine marsigliese.
Il padre di Amedeo Modigliani è un ricco commerciante nel campo del legname e del carbone, ma causa della crisi economica fa fallimento.
Amedeo, chiamato in famiglia Dedo, è un bambino di salute cagionevole: nel 1895 si ammala di difterite e tre anni dopo di una febbre tifoide, che forse gli lascia una lesione polmonare all’origine della tubercolosi che lo segnerà per tutta la vita.
La formazione artistica in Italia
La sua vocazione artistica è precoce e diventa la scelta di vita definitiva nel 1899 quando Modigliani decide di interrompere gli studi classici, al liceo di Livorno, e seguire solo le lezioni di disegno e pittura alla scuola privata di Guglielmo Micheli, un tardo macchiaiolo allievo di Giovanni Fattori.
Tra le raccomandazioni di Micheli ai suoi allievi c’era quella di portare sempre con sé dei taccuini da disegno, per essere pronti in ogni momento a disegnare, consiglio che Modigliani seguirà sistematicamente anche a Parigi, dove lo si vedeva sempre in giro nei bistrot con il suo album per fare ritratti alle persone che aveva intorno.
Nel maggio 1902 si iscrive alla Scuola del Nudo dell’Accademia di Firenze, che però frequenta poco. Fondamentale di questo periodo è lo studio approfondito dei maestri della pittura toscana, come in particolare la pittura senese di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti.
All’inizio del 1903 si iscrive alla scuola libera dell’Accademia di Venezia, città dove soggiorna fino al 1905. A Venezia conosce artisti che influiranno sulla sua futura decisione di trasferirsi in Francia, come Ardengo Soffici, pittore e critico d’avanguardia che risiedeva già a Parigi, Max Jacob, Picasso e Manuel Ortiz de Zarate, pittore cileno di ricca famiglia, studente all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi.
L’ambiente parigino
Parigi era un mito per tutti i giovani artisti dell’epoca, nel quartiere sulla Butte di Montmartre hanno i loro studi e vivono, alla maniera definita bohémien, gli artisti dell’avanguardia.
Modigliani lascia l’Italia a 22 anni per trasferirsi a Parigi dove condurrà una vita disordinata, tormentato dalla miseria e dalle inquietudini e spesso condizionata dall’abuso di alcol e droghe; in Italia ritornerà solo per brevissimi periodi.
All’inizio del 1906 Modigliani trova alloggio a Montmartre, in uno studio in rue Caulaincourt, vicino al Bateau-Lavoir. Qui inizia a dipingere lavandaie, prostitute e bambini del quartiere.
Sfrattato da quel posto si trasferisce al n. 7 della place Jean-Baptiste-Clément, dove trasforma una rimessa in legno e mattoni nella sua casa-atelier. I dipinti di questo periodo hanno tonalità tristi e melanconiche ed i soggetti continuano ad essere figure di poveri e diseredati.
L’artista diventa un habitué dei locali della Butte, frequenta Max Jacob e Blaise Cendrars che diventano suoi cari amici, insieme a Maurice Utrillo, il suo più fedele compagno di bevute.
Sulle pareti dei suoi vari studi, Modigliani appende riproduzioni dei grandi maestri italiani rinascimentali e gotici, come Carpaccio o Botticelli.
Nel 1907 partecipa al V Salon d’Automne con due dipinti e cinque acquarelli, dimostrazione che Modigliani nell’ambiente artistico aveva raggiunto un certo riconoscimento. Il V Salon è l’edizione che celebra, con una retrospettiva, il genio di Paul Cézanne che Modigliani stimava immensamente e la cui influenza si rivela nella sua opera nella definizione meno verista e più formalmente sintetica delle figure e nella scelta dei toni cromatici.
Nell’ottobre 1908 Modigliani viene invitato dal pittore Henri Doucet a trasferirsi al n.7 di rue du Delta, nel falansterio, fondato dal medico dermatologo e mecenate Paul Alexandre, comunità di artisti abitata e frequentata da pittori, scultori, modelle, letterati e attori.
Qui Modigliani stringe amicizia con Costantin Brancusi la cui influenza sarà fondamentale nella ricerca e produzione scultorea dell’artista.
Nel 1909 Modigliani lascia il Delta per andare ad abitare, per un brevissimo periodo, alla Ruche, a Montparnasse, un complesso di circa sessanta atelier. La Ruche, così chiamata perché assomigliava ad un alveare, era una straordinaria colonia di artisti internazionali, da cui sono passati, in periodi diversi, alcune tra le figure di spicco dell’avanguardia: Léger, Chagall, Riviera, Soutine, Lipchitz, Archipenko e Zadkine.
Dopo pochi mesi, Constantin Brancusi trova uno studio vicino al suo per Modigliani, alla Cité Falguière. Anche il capitolo alla Ruche si chiude ma l’artista manterrà comunque contatti stretti con i suoi abitanti.
Paul Alexandre
Nell’autunno del 1907 Modigliani conosce il dottore dermatologo Paul Alexandre.
Alexandre, all’epoca ventiseienne, rimane affascinato da Modigliani e dalle sue opere diventando oltre che un caro amico anche il suo primo grande sostenitore: lo aiuta finanziariamente, e gli acquista numerosi quadri e disegni.
Modigliani ritrae l’amico, il fratello Jean ed il padre in diversi dipinti.
La loro amicizia dura fino al 1914, quando scoppia la Prima Guerra Mondiale e Alexandre deve partire per il fronte; dopo la guerra non si rivedranno più.
Le donne di Modigliani
Modigliani è stato un uomo di grande carisma e fascino, molto amato dalle donne e le donne sono state un tema privilegiato della sua pittura.
Nel 1910 Modigliani conosce una giovane poetessa russa, Anna Achmatova, con cui intreccia una bellissima anche se breve e frammentata storia d’amore. Il primo incontro avviene quando la Achmatova è a Parigi in viaggio di nozze, con il primo marito Nikolaj Gumilev, anche lui poeta, da cui divorzierà nel 1916. In seguito, si rivedranno nel 1911 per qualche mese; tra i due incontri l’artista le scrive numerose lettere, purtroppo andate perdute.
Nina Hamnett, un’eccentrica artista gallese, è la seconda figura femminile rilevante con cui Modigliani intreccia una breve storia d’amore nel 1914. I due si conoscono nella trattoria di Rosalie, uno dei locali preferiti dall’artista a Montparnasse.
Nella primavera del 1914, è proprio Nina che presenta all’artista Beatrice Hastings, vero nome era Emily Alice Haig, giovane scrittrice inglese di cinque anni più vecchia di lui.
Per Modigliani è la prima relazione amorosa veramente importante, una convivenza burrascosa che dura quasi due anni. Beatrice Hastings è la prima delle muse dipinte con lunghi colli dall’artista. Durante la loro tumultuosa storia d’amore l’artista realizza una dozzina di dipinti e molti disegni di Beatrice.
Finita la storia con Beatrice l’artista ha una brevissima liason nel dicembre 1916 con Simone Thiroux, studentessa franco-canadese che si innamora perdutamente di lui. Modigliani si stanca presto di questo amore adorante e un po’ asfissiante e dopo poco l’artista abbandona la ragazza che è incinta, rifiutandosi di riconoscere il figlio che nascerà il 15 settembre dell’anno successivo.
Jeune femme a' la guimpe blanche è l'unico ritratto dedicato dall'artista a Simone Thiroux, ragazza dalla vita tragicamente infelice.
Jeanne Hébuterne
L’incontro decisivo per Modigliani è con Jeanne Hébuterne nell’estate del 1917. Lei ha 19 anni, lui 33. Quando conosce Jeanne, Modigliani sta attraversando un brutto periodo per la dipendenza da alcol, droghe e per le frequenti crisi di tubercolosi.
Modigliani esegue molti ritratti di Jeanne, una ventina di dipinti e molti disegni, che presentano l’immagine dell’amata in una dimensione trasfigurata; la figura allungata e flessuosa trasmette un senso di armonica bellezza femminile quasi angelicata, che emana spesso un indefinibile senso di melanconia.
Nel 1918 Modigliani e Jeanne, incinta, partono per il Sud della Francia alla ricerca di aria più salubre che giovi alle cattive condizioni di salute del pittore, vengono aiutati finanziariamente da Zborowski, il mercante d’arte di Modigliani, e dal collezionista svedese, Jonas Nette.
Il 29 Novembre 1918 Jeanne dà alla luce la figlia; registra lei stessa la bambina, con il nome di Jeanne Hébuterne, di padre ignoto. Modigliani non aveva documenti oppure era troppo ubriaco per recarsi in municipio.
Tornati a Parigi nel marzo 1919, nonostante la malattia non gli dia tregua, Modigliani continua il proprio lavoro con grande impegno,. La sua pittura assume valenze più morbide e la tavolozza si schiarisce, con colori tonali che variano fra le terre brune e ocra, i rosa, gli azzurri, i grigi e i bianchi.
Quando Jeanne scopre di essere nuovamente incinta, Modigliani scrive solennemente su un foglio: “Mi impegno, oggi 7 luglio 1919, a sposare Jeanne Hébuterne, appena arrivano i documenti”. Ma l’artista non avrà il tempo per mantenere la promessa.
La scultura di Modigliani
Nell’evoluzione artistica di Modigliani un anello importante è la scultura a cui si dedica inizialmente.
Nel 1909 conosce a Parigi Constantin Brancusi che lo incoraggia a dedicarsi alla scultura e lo introduce allo studio dell’arte primitiva.
Nell’autunno di quello stesso anno, durante un suo soggiorno in Italia, a Livorno, per un breve periodo, Modigliani si concentra sulla scultura producendo diverse opere, ma in un accesso d’ira butta alla fine tutte le sculture realizzate in un canale, e lì sono ancora oggi.
Tornato a Parigi ritorna a scolpire. La sua scultura, come quella dell’amico Brancusi, tende alla purezza e alla forma espressiva dell’arte primitiva, con una semplificazione e riduzione delle forme espressive a un’arcaica essenzialità.
Ma l’attività di scultore nuoce alla salute di Modigliani, sia per lo sforzo fisico che comporta, sia per la polvere che solleva, nociva per i polmoni già compromessi dell’artista; Modigliani si trova costretto ad abbandonare la scultura.
Ad oggi rimangono 26 sculture dell’artista, 16 custodite in vari musei e 10 presso collezionisti privati.
I ritratti di Modigliani
L’interesse primario di Modigliani nella pittura è concentrato sull’immagine. Nella sua intera produzione artistica Modigliani disegna e dipinge ritratti e figure, senza mai interessarsi alle nature morte e ai paesaggi, salvo durante la prima formazione a Livorno e alla fine della sua vita quando dipinge quattro paesaggi a Nizza.
Quasi sempre sui suoi fogli e sulle sue tele compare sempre e soltanto l’immagine di una sola persona, come volto, mezza figura o figura intera, ad eccezione di pochissimi ritratti di coppie (Gli sposi - 1915, Lipchitz e sua moglie – 1916/17), di bambini e di madri con bambino.
I suoi soggetti sono:
- Persone scelte a caso;
- Committenti;
- Amici e amanti.
Tutti i suoi soggetti sono presentati in primo piano, quasi sempre frontali, su sfondi piuttosto indeterminati, che sembrano eseguiti in modo rapido e apparentemente trascurato con pennellate evidenti e con tonalità che si accordano a quelle delle figure.
I particolari d’interni, quando ci sono, sono ridotti a qualche sintetica indicazione. Manca la profondità prospettica e ciò determina una visione spazio-temporale sospesa.
Il tratto che delinea la figura è sottolineato, perennemente visibile. Deformazioni volutamente arbitrarie, il collo e le mani smisuratamente allungati, caratterizzano il corpo umano dal busto in genere relativamente corto, e la testa, piuttosto piccola in rapporto all’insieme del corpo.
Il viso è impostato attorno alla lunga verticale del naso. La pupilla spesso non è definita e gli occhi sono resi con una pennellata azzurra, grigia o verde.
I nudi di Modigliani
L’inaugurazione della prima mostra personale di Modigliani alla galleria Berthe Weill, il 3 dicembre 1917, scatena un putiferio, poiché il nudo esposto in vetrina viene giudicato osceno.
La mostra viene chiusa il giorno stesso dell’inaugurazione.
L’effetto dei nudi di Modigliani appare determinato soprattutto dal fatto che, pur essendo figure stilizzate, dipinte con il suo inconfondibile stile e raffinata invenzione formale, hanno indubbiamente notevole carica sensuale ed anche erotica.
Modigliani fonde in queste sue opere specifici tratti di matrice avanguardista ed elementi di armonica bellezza classica.
Il pittore livornese infatti si ispira alle pose dei nudi più famosi traendo liberamente ispirazione da tutto il repertorio classico del genere:
- la testa reclinata, una mano sul petto e l’altra in grembo tipiche della sinuosa posa della Venere botticelliana la ritroviamo in alcune figure sedute e frontali;
- le pose classiche delle Veneri di Giorgione e di Tiziano sono richiamate in vari nudi sdraiati.
Le figure sono straordinariamente moderne e spiccano cromaticamente su uno sfondo privo di profondità spaziale che le rende quasi sospese, effetto a cui contribuisce anche il fatto che le inquadrature tagliano sempre fuori qualche particolare del corpo.
Complessivamente Modigliani ha dipinto ventidue nudi distesi e tredici nudi seduti tra il 1916 e il 1919.
Le 4 fasi della ricerca pittorica
In linea di massima è possibile dividere la ricerca pittorica di Amedeo Modigliani in quattro fasi, escludendo quella degli inizi in Italia:
Periodo – 1906-1910
La prima fase è quella dei primi anni a Montmartre, caratterizzata da una figurazione più verista e triste, ispirata in particolare da Toulouse-Lautrec, da Steinlen e dal Picasso del periodo blu;
Periodo – 1910-1914
La seconda comprende soprattutto disegni, guazzi, pastelli e qualche olio strettamente collegati alla realizzazione delle sculture. In questo periodo sono pochi i ritratti dipinti. E’ la fase delle suggestioni primitive e arcaiche che confluiscono in sintetiche stilizzazioni;
Periodo – 1914-1916
La terza fase si caratterizza per la configurazione ovoidale dei volti con il tipico incarnato rossastro, i lunghi colli cilindrici, le forme triangolari o oblunghe dei nasi e quelle a mandorla degli straniati e vuoti occhi sbilenchi;
Periodo – 1916-1920
La quarta e ultima fase della sua produzione è quella in cui tutti gli elementi più tipici del suo stile inconfondibile trovano definizione. Il geometrismo ispirato da valenze cubiste tende a svanire del tutto per lasciare il posto a una fluidità lineare e pittorica di estrema eleganza ed essenziale purezza. Si percepisce nettamente l’influenza dei pittori italiani più amati da Modigliani come i senesi trecenteschi e, in particolare Botticelli.
Morte
Modigliani il 18 gennaio 1920 viene ricoverato d’urgenza all’Hopital de la Charité dove muore il 25 gennaio 1920, a soli 36 anni per una meningite tubercolare, distrutto dal lavoro, dalla miseria, dalla tubercolosi, dall’alcool e dalla droga.
Quando Modigliani muore Jeanne trascorre una notte in albergo, all’Hotel de Nice in boulevard Montparnasse, lunedì 26 gennaio torna nella casa di famiglia, dove si suicida gettandosi dalla finestra del quinto piano.
Il 27 gennaio Modigliani viene sepolto al Pére-Lachaise. Al funerale partecipano centinaia di persone. Per volontà dei genitori, Jeanne viene invece sepolta nel piccolo cimitero di Bagneux il giorno dopo. Solo molti anni dopo, le sue spoglie saranno trasferite per sempre al Pére-Lachaise accanto a quelle di Amedeo.