Umberto Boccioni, scultore, pittore e scrittore, esordisce nell’ambito del Divisionismo.
A Parigi entra in contatto con le poetiche del Neoimpressionismo e del Simbolismo, ma l’incontro che determina la sua svolta artistica è quello con Marinetti, capostipite del movimento futurista, nel 1910, Boccioni, da allora, orienta la propria produzione artistica decisamente verso il Futurismo e ne diventa uno dei principali esponenti nel campo dell’arte.
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VITA DI UMBERTO BOCCIONI
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882, ma le origini della sua famiglia sono romagnole.
Alla fine del 1899 si trasferisce a Roma dove si forma artisticamente:
- Frequenta lo studio di un cartellonista;
- Si iscrive alla Scuola libera di nudo dell’Accademia di belle arti, dove conosce Gino Severini.
Nel 1901 Boccioni conosce Giacomo Balla che lo introduce al divisionismo grazie al quale comprende le innumerevoli potenzialità del colore che viene trattato dividendo le campiture nei loro componenti cromatici attraverso tanti filamenti.
Boccioni viaggia molto, in Francia a Parigi e in Russia a Mosca e San Pietroburgo.
Nel 1907 l’artista si trasferisce definitivamente a Milano (patria del divisionismo), dipinge diversi ritratti e lavora anche creando illustrazioni pubblicitarie.
FASE PREFUTURISTA DI BOCCIONI
La prima fase della vita artistica di Boccioni, fase prefuturista, vede l’artista influenzato da:
- il simbolismo attraverso la frequentazione di Gaetano Previati, di cui Boccioni già conosceva la famosa opera Tecnica della pittura. Con Previati condivide l’idea dell’arte come concezione della realtà e non solo come visione;
- il divisionismo, conosciuto a Roma tramite Giacomo Balla, per quanto riguarda la scomposizione cromatica;
- il pre-espressionismo di Munch, soprattutto per la valorizzazione del tratto lineare in funzione emotiva.
Il suo esordio divisionista è riconoscibile in opere come La madre del 1907 e Officine a Porta Romana
(1909).
IL FUTURISMO DI BOCCIONI
Nel 1910, anno fondamentale per la sua crescita artistica, Boccioni conosce Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista, e altri artisti futuristi, come Carrà e Russolo, con i quali l’artista costituisce il nucleo originario del movimento artistico futurista, a cui presto aderiscono anche Severini e Balla.
In quello stesso anno (1910) dipinge alcune delle sue opere più importanti, espressione del movimento futurista: La città che sale e Rissa in galleria.
L’artista diventa parte attiva nel movimento futurista, prende parte a tutte le mostre e svolge anche l’attività di scrittore e polemista.
Firma con altri artisti il Manifesto della pittura futurista (1910) ed è autore del Manifesto tecnico della scultura futurista (1912), e dei saggi:
- Pittura e scultura futuriste. Dinamismo plastico, 1914;
- Manifesto dell’architettura futurista, rimasto inedito.
Umberto Boccioni sia sul piano formale che su quello teorico cerca di ricondurre i due grandi filoni, Realismo e Impressionismo, il primo del colore ovvero della sensazione, ed il secondo della forma, ovvero dell’intelletto, ad una sintesi in grado di esprimere il senso della modernità, basata sulla dinamicità delle esperienze.
Il dinamismo, il progresso tecnico e il movimento entrano in scena e vengono rappresentati nelle opere dal 1910 in poi, prima tra tutte il suo capolavoro La città che sale (1911), ma anche dipinti come: Gli addii (1912), Materia (1912), Dinamismo di un ciclista (1913), Dinamismo di un foot-baller (1913), ecc.
Approfondimento:
ARCHETIPI BOCCIONIANI
Nella sua pittura Boccioni tende a fondere l’ambiente e le figure in un insieme inscindibile. C’è una compenetrazione tra figure e sfondo.
Archetipi ricorrenti in Boccioni sono:
- La donna, uno dei soggetti più rappresentati dall’artista, dagli inizi divisionisti fino alla maturità futurista;
- Un altro archetipo ricorrente è quello della finestra, concepita come tramite tra il mondo interiore e il mondo esterno.
- Con l’adesione al futurismo diventa centrale anche il tema della città, in particolare della città che si espande. Dalle finestre della propria abitazione milanese l’artista dipinge una serie di vedute urbane colte nel momento della crescita con la costruzione di nuovi edifici.
- parallelamente al tema della città sviluppa anche quello del movimento che sfidando i canoni della tradizione pittorica viene rappresentato superando i limiti della bidimensionalità.
DINAMISMO PLASTICO E SIMULTANEITA’
La caratteristica principale del Futurismo di Boccioni verte, sia nella scultura che nella pittura, sulla rappresentazione del movimento e dello stato d’animo attraverso la tecnica del dinamismo plastico che rappresenta nella simultaneità e rapidità della visione percettiva e di quella interiore.
In altre parole, il dinamismo plastico riguarda la forma che non è più immobile e statica ma assume dinamicità e le sue diverse azioni e posizioni vengono riprodotte contemporaneamente sulla tela o sulla materia.
La ricerca artistica di Boccioni mira dunque ad esprimere il rapporto dinamico tra oggetti e spazio, figura e ambiente, la loro trasformazione.
RESA STILISTICA DEL MOVIMENTO
Nelle opere di Boccioni il centro dello spazio figurativo è il nucleo principale da cui sorge l’intera composizione. Da quel nucleo partono delle onde di energia e linee di forza che descrivono il movimento dando evidenza alla dinamica delle forme.
Boccioni, sia nella pittura che nella scultura, cerca di suggerire la mutevolezza frantumando le forme derivanti dal movimento e dalla variazione continua dei punti di vista.
L’artista mira ad evidenziare bene le linee di forza degli oggetti tenendo conto del doppio movimento, dato che ogni oggetto ha un moto proprio ma si muove anche colui che osserva l’oggetto.
BOCCIONI SCULTORE
Boccioni nell’ambito della scultura è l’artista futurista più innovativo.
Le sue prime sperimentazioni in ambito scultoreo iniziano nel 1912 con l’opera Sviluppo di una bottiglia nello spazio.
Boccioni riproduce nelle sue sculture quella fusione tra forma rappresentata e spazio circostante già efficacemente sperimentata nei dipinti.
Nel 1913 l’artista realizza la scultura Forme uniche nella continuità dello spazio (1913) che rappresenta una figura umana in movimento, un groviglio di muscoli e tendini fusi aerodinamicamente con l’ambiente. Con questa famosa opera Boccioni dà il via alla scultura moderna del Novecento.
Successivamente la sua scultura diventa polimaterica, l’artista ingloba al suo interno lo spazio dell’ambiente ed elementi della realtà esterna, come in Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1914-15, dove il soggetto rappresentato non è il cavallo ma il suo galoppo compenetrato al paesaggio urbano.
MORTE DI UMBERTO BOCCIONI
Boccioni, fervente interventista, allo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1915, si arruola come volontario e prende parte ad alcuni scontri in prima linea.
Il 17 agosto 1916 Umberto Boccioni muore, in seguito ad una caduta da cavallo mentre presta servizio nelle retrovie a Sorte vicino a Verona.
Le sue spoglie sono sepolte nel cimitero monumentale di Verona.