IL FUTURISMO
Il Futurismo, primo movimento culturale di avanguardia italiano, si afferma nel febbraio 1909 per opera di Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), scrittore e poeta di formazione simbolista, che ne traccia i fondamentali lineamenti in campo poetico nel testo Manifesto del Futurismo.
Indice degli argomenti:
- Il Manifesto di Marinetti
- Futurismo - movimento culturale
- Arte e vita reale
- Manifesto dei pittori futuristi
- I futuristi e la guerra
Il Manifesto di Marinetti
Il Manifesto del Futurismo ha natali milanesi, infatti la sua stesura viene realizzata nella casa di Marinetti di via Senato a Milano ma, per dare risonanza internazionale, Marinetti di tasca propria finanzia la sua pubblicazione sul famoso giornale francese Le Figaro il 20 febbraio 1909.
In Italia il Manifesto, prima della pubblicazione sul Figaro, ha qualche sporadica uscita pubblica in vari ambiti, ma soprattutto viene declamato da Marinetti stesso, il 15 gennaio 1909 al teatro Alfieri di Torino, dopo la rappresentazione teatrale di: La donna è mobile (testo scritto da Marinetti ed in seguito riproposto con il titolo Elettricità sessuale), fortemente fischiata dal pubblico.
Marinetti, salito sul palco a fine rappresentazione, prima di leggere il testo del Manifesto, ringrazia per quei fischi dichiarandosi soddisfatto del fatto che la sua arte, basata sulla provocazione, abbia suscitato una tale reazione e scosso la platea dalla sua passività.
Futurismo - movimento culturale
Questo esordio movimentato di Marinetti, come futurista, fa capire come il movimento da lui capeggiato si basi sulla volontà di provocare per suscitare una reazione.
I futuristi cantano la violenza, mitizzano il futuro e denigrano il passato, sono contro i musei, le accademie, le scuole e avversano ciò che sa di stantio, di stabilità e di polveroso, amano la velocità che celebrano esaltando l’automobile in corsa, e credono nella guerra come sola igiene del mondo che permette di fare piazza pulita del passato.
Il movimento futurista rifiuta l’immobilismo delle forme artistiche tradizionali e divulga una nuova estetica legata alla modernità e alla velocità.
Arte e vita reale
I futuristi credono nella completa adesione dell’arte alla vita reale, realizzabile solo attraverso una violenta sovversione culturale e sociale.
Uno dei grandi meriti del futurismo è dunque quello di superare la separazione netta tra arte e vita reale: un artista è un artista sempre in qualsiasi momento della sua vita, sia quando realizza un’opera sia quando vive un momento quotidiano.
Marinetti stimola le aperture del Futurismo ai vari campi di espressione, dal teatro, alla tipografia (con le parole in libertà che sovvertono la consueta disposizione del testo sulla pagina), alla musica, al cinema e alla fotografia, e gli artisti delle altre discipline aderiscono entusiasti contribuendo a conferire al Futurismo una più concreta e forte identità.
Nascono così altri manifesti futuristi, quello della pittura, della tecnica, della scultura, del cinema, del teatro, della cucina, del vino, ecc.
Manifesto dei pittori futuristi
Esattamente un anno dopo il Manifesto di Marinetti, nel febbraio 1910, nasce, pubblicato sulla rivista Poesia, il Manifesto della pittura futurista, firmato da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla e Severini, che dichiara l’estensione del Futurismo al campo delle arti figurative.
Il manifesto rifiuta qualsiasi idea di tradizione, si scaglia contro il culto del passato, critica la banalità e convenzionalità della pittura italiana tradizionale, riconoscendo come maestri solo personalità come: Segantini, Previati e Medardo Rosso.
Anche per gli artisti futuristi, la velocità, il movimento, l’elettricità, la modernità, il progresso, ecc. diventano tematiche fondamentali su cui incentrare alcune delle loro opere più famose. L’artista deve esprimere la mutevolezza della realtà e per far ciò arriva ad utilizzare la frammentazione dei soggetti, l’accostamento di colori complementari, la disgregazione della materialità delle figure.
Una fonte importante alla quale attingono i pittori futuristi, per realizzare le loro opere basate sul dinamismo, sono gli studi fotografici sul movimento delle fotografie sequenziali scattate da Marey e Muybridge.
Umberto Boccioni è tra gli artisti futuristi più rilevanti.
All’interno del movimento oltre a Boccioni si distinguono, ognuno con un diverso orientamento stilistico, artisti come:
- Giacomo Balla;
- Gino Severini;
- Fortunato Depero.
I futuristi e la guerra
L’attivismo dei futuristi trova pieno riscontro nelle motivazioni politiche e negli ideali dell’interventismo e con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 numerosi artisti corrono entusiasti ad arruolarsi volontari nell’esercito, molti di loro non faranno ritorno