ANALISI DIPINTO
Il committente dell'opera “La maestà” di Simone Martini è il governo dei Nove di Siena. L'affresco, che venne realizzato tra il 1312 e il 1315 e restaurato nel 1889-1894, grandeggia sulla parete di fondo della Sala del Consiglio del Palazzo pubblico di Siena, sala del mappamondo, ed occupa tutta la larghezza della parete e oltre i 4/5 dell’altezza.
Indice degli argomenti:
Descrizione dell'affresco
L’affresco “La maestà” rappresenta la Vergine in trono col Bambino sotto un variopinto baldacchino sorretto da angeli, santi e apostoli:
- A destra del trono: i santi Paolo, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista, Caterina di Alessandria e l’arcangelo Gabriele;
- alla sinistra: i santi Pietro, Agnese, Giovanni Battista, Barbara e l’arcangelo Michele;
- ai piedi del trono: i santi patroni di Siena, Crescenzo, Vittore, Savino, Ansano e due angeli.
Il baldacchino ricorda sia quelli delle processioni, e in questo caso sembra che l'abbiano messo lì per consentire alla Madonna di ricevere l'omaggio floreale degli angeli, oppure ricorda anche quei padiglioni usati per il pubblico durante i tornei e i giochi.
Un largo bordo incornicia la composizione de “La maestà”. Sulla bordatura vi sono dei medaglioni:
- Nella zona superiore centrale nel medaglione vi è raffigurato il busto di Cristo;
- Nella zona inferiore centrale vi è un busto muliebre bicipite, con un volto senile e uno giovanile, a simboleggiare la Vecchia e la Nuova Legge;
- Nelle altre zone vi sono raffigurati i busti dei profeti con il cartiglio ed i busti dei santi.
I medaglioni figurati si alternano agli stemmi del Comune di Siena, posti in borchie circolari contornate da motivi floreali.
L’inclusione della scena in una cornice rivela l’intento di Simone Martini di strutturare tridimensionalmente lo spazio pittorico, infatti l’incorniciatura pone in evidenza la differenza di profondità tra il fregio piatto della cornice e la tridimensionalità dell’ambiente.
La Madonna con il Bambino
La Madonna siede al centro dell’affresco con il bambino, su un raffinato trono gotico cuspidato, porta una veste azzurra con un bordo dorato molto frastagliato, tipicamente gotico. La Madonna ha il compito di proteggere la città di Siena e i suoi governanti. Simone Martini la ritrae in un atteggiamento molto distaccato, intorno a lei c'è tutta la corte celeste con angeli e santi e tutti stanno sotto un grande baldacchino costruito prospetticamente.
La connotazione civica dell'opera
Nonostante il soggetto religioso la finalità dell’opera di Simone Martini ha una connotazione civica, ravvisabile nelle strofe scritte sui gradini del trono che ricordano i principi morali e religiosi del buon governo ed in cui la Vergine viene identificata con l’anima comunale di Siena. Il Bambino ha in mano un cartiglio in cui vi è scritto: “conservi la Vergine l’antica Siena, che Lei stessa rende bella”.
Confronto con la maestà di Duccio
Anche Duccio di Buoninsegna, probabile maestro di Simone Martini, aveva realizzato nel 1308 una Maestà ma nonostante vi sia una scenografia simile, l’impostazione risulta differente.
Simone Martini riprende da Duccio lo stile raffinato, la morbida materia pittorica e l'iconografia della Maestà ma rispetto a Duccio è più moderno e concreto. Lo spirito gotico dell’opera “La maestà” risalta nella forma del trono, nei corpi slanciati e nei panneggi frastagliati. I Santi sono disposti lungo delle linee diagonali convergenti in profondità. Rispetto ai santi di Duccio quelli di Simone Martini sono più precisi e caratterizzati da più elementi. La pittura è impreziosita con tecniche dell’oreficeria, come rivelano le punzonature delle aureole della Vergine e del Bambino. Le pieghe sono un po’ rigide, sembrano metalliche, lo sfondo è blu, non oro, c'è un'atmosfera di corte.
