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Simone Martini

(Siena, 1284 ca. – Avignone, 1344)

vita e opere

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presunto autoritratto di Simone Martini
Simone Martini - esponente della scuola Senese, viene indicato talvolta anche come Simone Senese - presunto autoritratto

Sintesi

Artista: Simone Martini
Professione: Pittore e miniatore
Data di nascita: 1284 ca.
Luogo di nascita: Siena
Data di morte: 1344
Luogo morte: Avignone
Corrente artistica: Gotico


Tra il 1200 e il 1300, all'epoca di Simone Martini, Siena, dopo Firenze, è il secondo grande polo culturale e artistico, nonché secondo grande centro della pittura gotica.
L’opera di Simone Martini contribuisce a far arrivare l’arte senese ai massimi livelli di preziosismo, grazie anche al fatto che Simone Martini era un profondo conoscitore delle tecniche dell’oreficeria. Ciò contribuisce a fare di Simone Martini l’interprete più sensibile e raffinato della scuola senese e il più significativo tra i pittori del gotico.

 


 

VITA E FORMAZIONE ARTISTICA

Simone Martini, noto anche come Simone Senese, nasce intorno al 1284 a Siena o nel contado.
Pittore e miniatore compie la sua formazione artistica a bottega da Duccio di Buoninsegna, massimo esponente della scuola senese.


SCUOLA SENESE:

Sotto il Governo dei Nove, una magistratura composta da esponenti della borghesia Guelfa cittadina, che resta al governo dal 1287 fino al 1355, Siena ha un lungo periodo di pace e prosperità che coincide con il periodo di massimo splendore della scuola artistica locale, la scuola senese.
Guido da Siena è considerato il caposcuola della scuola senese ma è con Duccio di Buoninsegna che si arriva ad una originale fusione tra bizantino e gotico.
La pittura senese si distingue dalla pittura fiorentina perché più elegante, raffinata e caratterizzata da una maggiore idealizzazione e da un prezioso senso di irrealtà.

Simone Martini risente anche dell'influenza di Giovanni Pisano, presso il quale lavora a Siena ed  entra in contatto anche con l’arte di Giotto ma la pittura di Simone Martini si pone in alternativa a quella di Giotto, infatti i suoi colori sono tenui, delicati, è un pittore molto poetico, lirico ma attento ai dettagli realistici.
Tra il 1316 e il 1327 crea una propria bottega
Per quanto riguarda la vita privata, Simone Martini nel 1324 sposa Giovanna Memmi, sorella di Lippo Memmi, pittore appartenente alla scuola senese, che collabora con Marini nella realizzazione di alcune opere.


 

I PREZIOSISMI DELLA SUA PITTURA

L'atmosfera dei dipinti di Simone Martini è, generalmente, molto fiabesca, i volumi sono meno solidi e volumetrici di quelli giotteschi ed hanno un chiaro-scuro più leggero. E' una pittura preziosa, sia perché piena d'oro, sia perché dal tratto molto raffinato.
L’eccezionale profusione di ori e decorativismi nella pittura di Simone Martini si deve anche alla sua conoscenza dell’arte orafa. Simone Martini fu infatti il primo artista ad utilizzare nella pittura la tecnica prettamente orafa della punzonatura, ovvero l’incisione di decorazioni su una superficie di metallo, con uno strumento, il punzone, che ha la forma di un cilindro di metallo.
Simone Martini si richiama anche alla pittura gotica francese, a lui nota attraverso i manoscritti miniati, i rilievi in avorio e gli smalti allora in voga nei grandi centri italiani. Riprende anche Duccio, presso il quale si è formato, però rinuncia ai suoi riferimenti bizantini.


 

LA PRODUZIONE ARTISTICA

Ad Assisi decora la Basilica inferiore di San Francesco con gli affreschi con le Storie di San Martino, nella cappella del santo. Nel 1315 realizza La Maestà,affresco conservato presso il Palazzo Pubblico di Siena, opera che gli da grande fama. Nel 1317 si sposta a Napoli, alla corte di Roberto d'Angiò e realizza la Pala di San Ludovico di Tolosa: l’incoronazione di Roberto d’Angiò da parte del fratello maggiore Ludovico di Tolosa. Il dipinto ha il primato di essere il primo ritratto di persona vivente della pittura italiana e rappresenta una sorta di manifesto politico che afferma e celebra il casato angioino.
Dal 1318 al 1325 Simone Martini lavora nei maggiori centri toscani prima di rientrare a Siena dove, nella sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico, nel 1330 affresca, sulla parete opposta alla Maestà, il celebre Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi che celebra la conquista dei castelli Sassoforte e Montemassi da parte dei senesi guidati dal condottiero Guidoriccio.
Nel 1233 esegue, con il cognato Lippo Memmi (artista senese fratello della moglie Giovanna), il Polittico dell’Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita,per la cappella Sant’Ansano nel Duomo di Siena, di stile gotico transalpino.
Umberto Boccioni svolge un ruolo trainante per l’affermazione della pittura futurista, sia sul piano formale che su quello teorico. Egli cerca di ricondurre i due grandi filoni, Realismo e Impressionismo, quello del colore ovvero della sensazione, e quello della forma, ovvero dell’intelletto, ad una sintesi in grado di esprimere il senso della modernità, basata sulla dinamicità delle esperienze.
La caratteristica principale del Futurismo di Boccioni verte sulla rappresentazione del movimento e dello stato d’animo attraverso la simultaneità della visione percettiva e di quella interiore.


 

ALLA CORTE PAPALE DI AVIGNONE

Nel 1235 Papa Benedetto XII lo chiama a far parte dei pittori della Corte Papale, all’epoca residente ad Avignone. Simone Martini soggiorna ad Avignone inizialmente in maniera sporadica e poi dal 1240 stabilmente. Alla corte papale Simone Martini ha modo di conoscere e di stringere amicizia con Petrarca che gli dedicherà dei sonetti.
Papa Benedetto XII lo sceglie per dipingere Storie dei martiri, nel palazzo di Avignone. Molte dele opere realizzate in questo periodo sono andate perdute, come gli affreschi pe la cattedrale di Notre Dame, di cui rimangono solo le sinopie o l’altare per Napoleone Orsini, di grande importanza per l’affermazione del Gotico Internazionale.
Il suo soggiorno ad Avignone contribuì largamente alla diffusione dell’arte senese in Europa.
Il 4 agosto 1344 Simone Martini muore e viene sotterrato nella chiesa dei Domenicani di Avignone.







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ANALISI OPERE DI SIMONE MARTINI



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