ANALISI DIPINTO
Grande capolavoro laico di Giorgione dal titolo sconosciuto, successivamente dagli storici dell’arte gli attribuiscono il titolo: La tempesta.
Anche la data di realizzazione non è sicura, forse tra il 1502 e il 1503, ma altre fonti datano il quadro nel periodo 1506-1508 o 1507-1510.
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Cosa ritrae l'opera
La più antica descrizione del dipinto La tempesta è stata fatta da Marcantonio Michel, patrizio veneziano appassionato d’arte, che nel 1530 era andato a visitare le collezioni private veneziane e aveva preso degli appunti creando una sorta di catalogo delle opere.
L’opera a quell’epoca si trovava nel palazzo di un ricco patrizio veneto, Gabriele Vendramin, probabilmente amico di Giorgione.
Marcantonio Michel nelle sue annotazioni descrive questo quadro dice come: un paesetto in tela con tempesta con una zingara e un soldato di mano di Giorgione di Castelfranco (El paesetto in tela cum la tempesta cum la cingana et soldato fo de man de Zorzi de Castelfranco). Su questa base gli storici dell’arte hanno cominciato a darle il titolo di La Tempesta.
La tempesta è una piccola tela in cui viene raffigurato un paesaggio composto da:
- Rovine antiche sulla sinistra;
- Alberi, cespugli e un prato;
- Un corso d’acqua che scorre centralmente;
- Un ponticello ligneo che lo attraversa;
- Abitazioni di un borgo sullo sfondo, lungo le rive del fiumiciattolo;
- Nel cielo tempestoso si staglia il bagliore di un lampo;
- Una donna nuda intenta ad allattare un bambino è sulla destra del dipinto, seduta su un candido lenzuolo, un lembo del quale le copre le spalle;
- Un giovane appoggiato ad un bastone, con lo sguardo rivolto da un lato verso la donna che allatta, è sulla sinistra.
Lo scenario è ripreso dal vero e crea l’aspettativa di un prossimo scrosciare della pioggia da un cielo denso di nuvole, squarciate dal lampo improvviso di un fulmine.



Iconografia dell'opera
Varie le ipotesi sul significato del soggetto scelto, che anche tra i contemporanei dell’artista risultava di difficile interpretazione.
Questa tela è stata commissionata a Giorgione da una persona ricca e colta, con interessi archeologi, letterari e filosofici, che apparteneva al ricco ceto mercantile veneziano e dunque Giorgione vuole dunque realizzare un’opera d’arte d’élite, ermetica, che solo le persone colte possono capire.
La tempesta rimane una delle più misteriose opere di Giorgione ed è costantemente oggetto di innumerevoli e diverse interpretazioni. Elenchiamo qui di seguito le più note:
- Inizialmente si era pensato che la scena rappresentata nel dipinto fosse priva di un reale significato à ipotesi poi scartata perché inaccettabile considerato che a quel tempo si dipingeva sempre un soggetto preciso;
- E’ stata interpretata anche come un ritratto della famiglia di Giorgione, lui può essere o il bambino o il giovane;
- Si è pensato anche ad una scena mitologica:
- o tratta dal poema Tebaide del poeta Stazio. In questa poesia si racconta di Adrasto, Re di Tebe, che scopre nel bosco la donna chiamata Hypsipyle mentre allatta il figlio di Licurgo, Ofelte;
- o riferita all’episodio tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, riferita a Deucarione e Pirra, i progenitori dell’umanità scampati al diluvio universale;
- Altra interpretazione sostiene che i personaggi sono allegorici e sono la personificazione di concetti astratti: l’uomo rappresenta la Fortezza (forza d’animo), la donna che allatta è la Carità mentre il lampo nel cielo è la Fortuna. Vi è dunque un insegnamento morale: le due virtù (Fortezza e Carità) devono convivere nell’essere umano in mezzo alle traversie del destino à rappresentato dal lampo;
- Si è ritenuto anche che potesse rappresentare la scena allegorica di un rito di iniziazione alchemica (uso magico della chimica) per una persona entrata in qualche setta segreta veneziana;
- Oppure che fosse l’allegoria dell’unione tra il Cielo e la Terra secondo la filosofia del neoplatonismo;
- Qualche studioso ha fatto riferimento all’agiografia à agios = santo e vi ha visto la storia di un santo. Il santo è San Teodoro, protettore di Venezia, perché si dice che lui avesse salvato una donna con il suo bambino;
- L’interpretazione proposta più di recente è di tipo biblico e vede nei due personaggi la trasposizione di Adamo ed Eva, mentre il piccolo è Caino, dopo la cacciata dal paradiso. Il fulmine simboleggia l’ira di Dio.
Il mistero è ancora oggi irrisolto tanto più che un esame radiologico eseguito sull’opera nel 1939, rilevando la presenza di un altro nudo femminile seduto al posto dell’uomo, ha ridato valore all’ipotesi dell’assenza di un tema prestabilito, dimostrando la casualità dei personaggi e del soggetto, frutto della libertà inventiva dell’artista.
La fusione atmosferica
Dall’analisi del dipinto La tempesta emerge principalmente l’attenzione per il dato naturale e atmosferico.
Il paesaggio viene reso attraverso un’atmosfera densa e vaporosa che avvolge le figure in una natura piena di umidità. Le forme non sono né nitide, né nette, le tonalità fredde e i colori trapassano da un tono all’altro.
Attraverso questo dipinto si comprendere la concezione pittorica di Giorgione, che con la pittura tonale crea la cromatura sfuocata che genera l’effetto della fusione atmosferica delle forme. L’impasto del colore è ricco e sfumato, reso attraverso la stesura di strati tonali sovrapposti senza un disegno sottostante.
Non c’è una fonte luminosa precisa, ma le variazioni di luce avvengono per macchie di colore.
La natura
La natura è la protagonista assoluta, le presenze umane sono secondarie.
Giorgione ha una concezione panteistica in base alla quale l’importanza della figura umana è sminuita perché l’uomo non è un essere superiore che domina la natura ma ne è parte, in quanto la natura è il luogo dove egli vive.
L’uomo e la donna non sono quindi i protagonisti ma rappresentano solo una delle componenti del dipinto. Tuttavia, la loro presenza è indispensabile per dare significato al paesaggio che senza i personaggi umani diventerebbe una semplice “veduta”.
L’istante colto è quello del lampo che precede il temporale. Il fenomeno meteorologico insieme a tutti gli elementi presenti nel dipinto, case, alberi, fiume, rovine e personaggi, fanno parte di un insieme unitario che appare sospeso in una atmosfera di attesa dell’evento atmosferico.