Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, dal nome del luogo di origine dei suoi genitori (Fermo Merisi e Lucia Aratori), nasce a Milano il 29 settembre 1571. Lo testimonia nei registri di nascita il suo atto di battesimo, avvenuto il giorno seguente, 30 settembre, nella basilica di Santo Stefano in Brolo, l’attuale Santo Stefano Maggiore.
Caravaggio ha una vita particolarmente tormentata ed incarna la figura del genio “maledetto”.
Indice degli argomenti:
La famiglia di origine
La famiglia di Caravaggio non è di umili origini ma sono benestanti. Il padre, Fermo Merisi, appartiene a un ramo cadetto della dinastia milanese dei Merisi e Marchese di Caravaggio, è architetto, sovrintendente e amministratore di casa di Francesco Sforza, qualifica che gli dà diritto a percepire un reddito fisso. I Merisi disponevano inoltre di alcune proprietà.
Nel 1577 la famiglia si trasferisce a Caravaggio per sfuggire alla peste che dilaga a Milano. In quello stesso anno muore il padre colpito dall’epidemia.
Inizi della carriera artistica
Nel 1584 Caravaggio, tredicenne, ritorna a Milano per fare il suo apprendistato presso la bottega di Simone Peterzano dove assimila la tradizione del realismo lombardo di Moretto, Romanino e Savoldo, esponenti delle scuole locali lombarde. In seguito, conosce anche la pittura di Lorenzo Lotto e dei Campi (famiglia di artisti cremonesi).
Il periodo di apprendistato termina nel 1588 quando Caravaggio è diciasettenne.
Nel 1590 muore la madre.
Caravaggio a Roma
Nel 1593 si trasferisce nella Roma di Clemente VIII Aldobrandini. Nei primi mesi cambia varie sistemazioni:
- Monsignor Pandolfo Pucci;
- Il pittore siciliano Lorenzo Carli;
- La bottega di Antiveduto Gramatica;
- finché a fine anno entra a far parte della bottega di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, pittore locale, all’epoca di grande fama e di tradizione manierista.
Ben presto però decide di mettersi in proprio, sostenuto dall’amico Prospero Orsi.
Il forte interesse per le scene di vita quotidiana, consuetudine diffusa nella tradizione della pittura nordica e padana, ma non ancora affermata sul mercato romano, lo porta a realizzare opere come I bari e La buona ventura. Questi sono due dipinti in cui Caravaggio riproduce con assoluta fedeltà al vero la vita nelle strade romane del tempo.
Ospite a Palazzo Madama
Il Cardinale Francesco Maria del Monte, ambasciatore a Roma per il Granduca di Toscana, nota queste sue opere e ne rimane colpito. L’ambasciatore mediceo oltre ad avere interessi scientifici e filosofici è appassionato d’arte e decide di ospitare l’artista nella sua residenza a Palazzo Madama; il soggiorno durerà fino dal 1595 al 1600 circa.
E’ di questi anni l’esecuzione di alcune opere, come:
- Canestra di frutta del 1598/99;
- Fanciullo con canestro di frutta, 1592/93;
- Bacco, 1596/97;
- Ragazzo morso da un ramarro, 1594/96;
- Riposo durante la fuga in Egitto, 1595/96;
Le più importanti famiglie romane diventano suoi committenti: i Giustiniani, i Barberini, i Borghese, i Mattei, i Vittrici, i Costa e i Patrizi.
Probabilmente grazie all’influenza del Cardinale, Caravaggio ottiene la prima importante commissione pubblica, quella per la chiesa di San Luigi dei Francesi: i laterali della Cappella Cantarelli con la Vocazione di san Matteoe il Martirio di san Matteo, eseguiti a cavallo tra il1599 e il 1600.
Approfondimento:
Il movimento caravaggesco
I dipinti per la cappella Cantarelli ebbero un grande successo e diffusero la fama di Caravaggio e del suo modo di dipingere tanto da dare avvio al movimento caravaggesco.
Nonostante egli non abbia mai avuto una scuola vera e propria sono molti i pittori che affascinati dal realismo della sua pittura, ne seguirono le orme aderendo al suo modo pittorico basato sui forti contrasti luminosi, per citarne qualcuno:
- Orazio e Artemisia Gentileschi;
- Cecco da Caravaggio, suo modello e allievo;
- Battistello Caracciolo;
- Bartolomeo Manfredi;
- Giovanni Serodine;
- Ribera;
- Simon Vouet;
- Jean Valentin de Boulogne;
- Hendrick Terbruggen;
- Gherardo delle Notti.
La fama di Caravaggio
Le richieste a Caravaggio di altre commissioni pubbliche crebbero notevolmente per:
- La cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo;
- La cappella Vittrici nella Chiesa Nuova;
- Santa Maria della Scala;
- Sant’Agostino;
- San Pietro.
Nel 1601 si trasferisce nella casa del Cardinale Mattei per il quale esegue varie opere:
- La morte della Vergine;
- La cena in Emmaus;
- La cattura di Cristo;
- San Giovannino;
Caratteristiche dello stile
Nella sua evoluzione stilistica, le tinte chiare delle prime sue opere giovanili lasciano presto il posto, nelle opere più mature, ai forti contrasti di ombre e luci che accentuano la rappresentazione di una realtà brutale e immediata.
A partire dagli ultimi anni del Cinquecento Caravaggio abbandona la pittura giovanile di carattere allegorico e si cimenta con soggetti sacri.
In questi dipinti emerge un maggiore rigore compositivo e una semplificazione degli spazi, le figure vengono evidenziate con sinistri lampeggiamenti in contrasto con zone d’ombra profonde e una resa cruda della realtà.
Caravaggio dipinge senza disegni preparatori, dà pennellate veloci. Gli sfondi scuri prevalgono ed abolisce quasi completamente lo sfondo paesistico ponendo l’attenzione sull’uomo.
L’arte di Caravaggio è di forte realismo, egli trasferisce sulla tela la vita vissuta, dipinge dal vero utilizzando dei modelli che posano separatamente e vengono poi sovrapposti sulla tela.
Caravaggio prende i suoi modelli per strada, sono persone umili, prostitute, vecchi, garzoni. Ciò causò diversi rifiuti da parte di committenti che non potevano accettare di vedere una Vergine simile ad una donna del popolo, gonfia e con le gambe scoperte e per di più ritratta in un ambiente umile e disadorno, o le figure dei pellegrini e dei pastori dipinte con i piedi laceri e sporchi, o le mani di San Girolamo arrossate dalle intemperie e dal lavoro quotidiano.
Una vita turbolenta
Dal 1600 la vita di Caravaggio diventa sempre più turbolenta ed egli si trova spesso a dover fare i conti con la giustizia, ha un carattere rissoso e inquieto. Viene arrestato per porto abusivo di armi e ingiurie. Nel 1605 ferisce, a causa di una donna, il notaio Mariano Pasqualone, funzionario legale dello stato ecclesiastico.
Alcune delle sue opere vengono ritenute, per l’eccessivo realismo, poco decorose, come per esempio la Madonna dei Palafrenieri, rimossa dall’altare della Basilica di San Pietro e la morte della Vergine realizzata per la chiesa di Santa Maria della Scala e rifiutata dal suo committente Laerzio Cherubini.
Nel maggio 1606 durante una rissa Caravaggio uccide Ranuccio Tommasoni, suo avversario in una partita di pallacorda, e rimane anch’egli ferito.
Una vita in fuga
Caravaggio è costretto ad abbandonare Roma per un’accusa di omicidio e la condanna alla pena capitale. Gli ultimi quattro anni della sua vita li passa fuggendo:
- Si rifugia prima a Paliano nei feudi Colonna e poi a Napoli dove esegue nel giro di un anno una serie incredibile di pale d’altare.
- Nel 1607 si reca a Malta dove viene insignito dell’Ordine di Cavaliere di Malta. Qui esegue la Decollazione del Battista, San Gerolamo e l’Amore dormiente.
- In seguito ad un’altra rissa in cui viene coinvolto, Caravaggio deve fuggire anche da Malta, inseguito dagli emissari dei Cavalieri dell’Ordine. Si rifugia in Sicilia, prima a Siracusa, dove sbarcò, poi a Messina, a Palermo, infine torna a Napoli nel 1609.
- A giugno 1610 lascia Napoli, dove era stato aggredito e ferito al volto probabilmente dai sicari provenienti da Malta, imbarcandosi su una feluca con l’intento di ritornare a Roma portando con sé due dipinti: San Giovanni Battista e una Maddalena.
La morte di Caravaggio
Le notizie degli ultimi spostamenti di Caravaggio sono ancora oscure, secondo alcune fonti sbarca sul litorale laziale, a Palo, ma a Roma giunge la notizia della sua morte in circostanze non ancora chiarite avvenuta all’argentario, sulla spiaggia di Porto Ercole il 18 luglio 1610.
Caravaggio muore non ancora trentanovenne sembra in seguito ad un attacco improvviso e violento di febbre malarica.
Famosissimo ai suoi tempi fu per secoli dimenticato sino ad essere riscoperto nel secondo dopoguerra del XX secolo e rivalutato insieme alla corrente pittorica dei caravaggeschi.