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Letteratura

Enjambement

alias, Spezzatura

Spiegazione ed esempi

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Significato Enjambement

L’enjambement, o spezzatura, è un artificio poetico che si utilizza quando le frasi non coincidono sintatticamente con un verso, ma proseguono e l’ultima parola del primo verso e la prima del successivo hanno tra loro un legame sintattico, diventando così un’unità grammaticalmente e concettualmente dotata di senso.


Enjambement è un termine francese, coniato nel XVII secolo, a partire dal verbo enjamber che in italiano significa oltrepassare/scavalcare.


L’enjambement consiste dunque nella continuazione di una frase nel verso successivo a quello in cui è iniziata, annullando così la pausa di fine verso (pausa metrica), come si evidenzia in questo confronto tra versi con e senza enjambement:


VERSI SENZA ENJAMBEMENT

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

(Lorenzo il Magnifico, Trionfo di Bacco e Arianna)

Spiegazione

Ogni verso è completo dal punto di vista sintattico e logico e non prosegue nel verso successivo.


VERSI CON ENJAMBEMENT

Talor, mentre cammino per le strade /
della città tumultuosa solo,
mi dimentico il mio destino d’essere /
uomo tra gli altri, e, come smemorato,
anzi tratto fuor di me stesso, guardo /
la gente con aperti estranei occhi.

(Camillo Sbarbaro, Talor mentre cammino per le strade)

Spiegazione

Il 2° verso, nonostante la pausa metrica dovuta alla fine verso, è strettamente legato al 1° perché della città costituisce il complemento di specificazione di le strade; così anche il 4° verso con il 3° perché uomo è strettamente legato a d’essere (che è il suo predicato nominale); infine anche il 6° verso con il 5° con guardo e la gente (verbo e suo complemento oggetto).



L’enjambement viene detto anche spezzatura appunto perché altera la scansione tradizionale del verso spezzando la frase, dal punto di vista sintattico e del significato, a fine verso, per concluderla nel verso successivo.


Effetto dell'enjambement:

L’effetto determinato dall’enjambement può essere di diverso tipo:

  • Può dilatare il ritmo del componimento (ne è un esempio famoso la continuità ritmica creata da Ugo Foscolo nel suo sonetto A Zacinto, in cui solo dopo 11 versi, quasi tutti legati da enjambement, il 12° ha una pausa forte);
  • Può dare particolare rilievo alle parole che vengono separate in modo innaturale, ciò risulta particolarmente intenso quando una sola parola della frase spezzata viene messa nel secondo verso;
  • Carica di significato la parola isolata facendola diventare una parola-chiave.

L’effetto dell’enjambement può essere di diversa intensità a seconda del legame sintattico esistente tra gli elementi separati, che possono essere:

  • Soggetto e verbo;
  • Articolo e sostantivo;
  • Aggettivo e sostantivo;
  • Verbo e complemento.

Nella lirica italiana più antica gli enjambement sono molto rari, si può affermare che il primo autore che è ricorso all’effetto stilistico degli enjambements, anche se in misura molto limitata, è stato Dante Alighieri.





Esempi letterari di Enjambement:

Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato dell'adynaton e perché viene utilizzata.


"O sonno, o de la queta, umida, ombrosa
notte placido figlio; o de’ mortali
egro conforto, oblio dolce de’ mali
sì gravi ond’è la vita aspra e noiosa…"
(G. Della Casa, Invocazione al sonno, Rime, LIV, vv.1/4)

In questo celebre sonetto Della casa, nel Cinquecento, ricorre ad una struttura metrico-ritmica originale, che abbandona la tradizionale corrispondenza fra metro e sintassi del modello petrarchesco, introducendo la spezzatura tra ombrosa e notte, mortali ed egri, mali e sì gravi, per contribuire a conferire un ritmo sospeso e rallentato che ben si adatta al motivo di fondo del componimento basato sull’attesa trepidante del sonno.


"…E i begli occhi e le chiome all’aura sparse
di lei…"
(G. Della Casa, La bella Greca, onde ‘l pastor Ideo, vv.7/8)

Il complemento di specificazione di lei, riferito a i begli occhi e le chiome del verso precedente, unisce fortemente i due versi.


"…Segue egli la vittoria, e la trafitta
vergine minacciando incalza e preme…"
(T. Tasso, Gerusalemme Liberata, Canto XII, Ottava 65,1-2 )

L’aggettivo trafitta, a fine verso, e il sostantivo vergine a cui esso si riferisce, all’inizio, spezzano le due parole strettamente legate tra loro per trasmettere l’immagine del colpo mortale che per mano di Tancredi ha trafitto Clorinda e sottolineano le due anime di Clorinda: la guerriera e la donna.


"…e intanto fugge
questo reo tempo…"
(U. Foscolo, Alla sera, vv.10/11)

In questo caso l’enjambement riguarda soggetto (questo reo tempo) e verbo (fugge).


"…Quelle mani, quel volto, il gesto d’una
vita che non è un’altra ma se stessa…"
(E. Montale, A mia madre, vv.11/12)

Enjambement relativo ad articolo (una) e sostantivo (vita).


"…Il tramontano scendeva con sordi
brontoli. Ognuno si godeva i cari
ricordi, cari ma perché ricordi…"
(G. Pascoli, Italy, vv.119/121)

Due enjambements entrambi relativi ad aggettivo (sordi e cari) e sostantivo (brontoli e ricordi).


"…perché gli occhi dell’uom cercan morendo
Il sole;…"
(U. Foscolo, Dei sepolcri, vv.121/122)

In questo esempio la parola sole rimane isolata nel secondo verso e di conseguenza si carica particolarmente di significato.








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