Lidia
Sobria e intensa elegia esprime la tristezza di un momento particolarmente buio nell’esistenza di Carducci, addolorato per la malattia e poi la morte della sua amica/amante e musa ispiratrice Lidia (Carolina Cristofori Piva).
TESTO
PARAFRASI
[1]
Lenta fiocca la neve pe ’l cielo cinereo: gridi,
suoni di vita più non salgono da la città,
[1] Lenta cade (fiocca) la neve per il cielo (pe ’l cielo – volteggiano nell’aria) grigio (cinereo - latinismo); non (non…non…non - vv.2-3-4 - anafora) si levano (salgono) più dalla città le grida e i rumori di vita,
[3] non d’erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
non d’amore la canzon ilare e di gioventù.
[3] non il grido della verduraia (erbaiola), o il rumore del carro in corsa (corrente - ipallage), o la canzone gioiosa (ilare - latinismo) d’amore e di gioventù.
[5] Da la torre di piazza roche per l’aere le ore
gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì.
[5] Dalla torre della piazza nell’aria (per l’aere - latinismo) le ore (ore – metonimia – sta per i rintocchi che battono le ore) affievolite (roche) risuonano come un lamento (gemon), come un sospiro di un mondo fuori dal tempo (lungi dal dì – dì è latinismo).
[7] Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici
spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.
[7] Gli uccelli vagabondi (raminghi) picchiano contro i vetri appannati: gli spiriti degli amici morti sono ritornati (reduci son), guardano e chiamano proprio me (a me).
[9] In breve, o cari, in breve - tu calmati, indomito cuore -
giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.
Riassunto della poesia
- Prima strofa: Il poeta contempla lo spettacolo della città coperta di neve in cui non si sente più nessun suono;
- Seconda strofa: tutto tace, ogni voce e ogni rumore del vivere quotidiano si spegne;
- Terza strofa: si sentono soltanto, attutiti, i rintocchi della campana che segnano le ore e prevale un’atmosfera di immobilità e di morte.
- Quarta strofa: al poeta sembra che gli uccelli che picchiano contro i vetri siano le anime degli amici morti che chiamano il poeta.
- Quinta strofa: il poeta li rassicura, presto li raggiungerà, nonostante il suo cuore voglia ancora vivere.
Tematiche
La tematica ispiratrice della lirica è il pensiero della morte.
Il tema della morte, sempre presente in Carducci, diventa particolarmente sentito nell’anno in cui viene composta questa elegia, il 1881, per la morte di Lidia, sua musa ispiratrice di alcune poesie.
Il sentimento della morte rappresenta la conclusione pacificatrice dei tormenti dell’esistenza, il riposo infinito.
Struttura
La poesia si divide in due parti:
- Vv. 1/6 – descrizione del paesaggio: immagini realistiche che riflettono lo stato d’animo del poeta;
- Vv. 7/10 – momento autobiografico: diventa esplicito il riferimento alla vita del poeta. Le immagini realistiche lasciano il posto all’immaginazione e alle riflessioni di Carducci.
Il passaggio dalla descrizione oggettiva del paesaggio alla parte autobiografica è messo in risalto dal dativo a me, che chiude la quarta strofa, in cui la preposizione semplice a conferisce intensità al pronome personale me.
Analisi del testo
La poesia è stata composta da Carducci tra il gennaio e il marzo 1881, a Bologna, fa parte della raccolta Odi Barbare.
Il paesaggio invernale, malinconico, freddo e silenzioso, corrisponde allo stato d’animo del poeta, triste e mesto per la morte delle persone care. L’atmosfera è quella tipica, ovattata, dei paesaggi innevati in cui colori e rumori risultano smorzati.
La tematica della morte pervade tutta la poesia:
- fin dal primo verso la descrizione del paesaggio introduce subito l’argomento funebre attraverso l’uso al primo verso dell’aggettivo cinereo, che indica il colore grigio e nello stesso tempo rimanda alla cenere, simbolo di morte;
- anche l’anafora del non (vv.2-3-4) rimanda ad una negazione di ciò che è vita e sottolineando l’assenza di rumori, il silenzio che fa percepire una sensazione di morte;
- e le ore scandite dal campanile sottolineano la fugacità del tempo;
- gli uccelli che battono contro i vetri richiamano l’immagine delle anime morte che sollecitano il poeta a raggiungerle nell’oltretomba. La tragicità dell’immagine è attutita da questo richiamo agli amici defunti che sono pronti ad accoglierlo tra di loro;
- il poeta risponde con una asciutta e tagliente conclusione che sottolinea l’immagine pacificatrice della morte. La composta accettazione della morte è evidenziata dal parallelismo nell’ultimo verso con silenzio, ombra e anche riposo (al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò). Carducci aspetta con serenità il riposo della morte, approdando là dove tutto è silenzio e oscurità.
Analisi metrica
Cinque distici elegiaci costituiti da:
- un esametro (composto da settenario + novenario, es: Lenta fiocca la neve + pe'l cielo cinerëo: gridi, v.1);
- e un pentametro (composto da settenario tronco + ottonario tronco, es: suoni di vita più + non salgon da la città, v.2).
I versi non sono rimati. Il ritmo viene dato dalla metrica, come per esempio i numerosi enjambements (vv.1-2, 5-6, 7-8) che contribuiscono a frenare l’andamento ritmico, basato per tutta la lirica su una cadenza lenta che crea un senso di immobilità.
L’essenzialità dei contenuti si riflette nel rigore del linguaggio che non dà spazio a ridondanze ed enfasi. L’uso di latinismi e le frequenti inversioni contribuiscono a conferire solennità.
La parte descrittiva è affidata alle sfere sensoriali della vista (la neve bianca, il cielo grigio) e alle sfere sensoriali dell’udito, attraverso rumori che non si sentono (assenza dei suoni usuali della città) e rumori che invece si sentono (rintocchi delle ore, il picchiare degli uccelli contro i vetri).
Da sottolineare l’effetto fonosimbolico di alcune immagini:
- corrente rumore di carro, v.3 – dove l’allitterazione in c e in r unitamente alla figura retorica dell’ipallage riproducono il rumore del rotolio delle ruote del carro in corsa;
- roche per l’aere le ore, v.5 – esprime la cadenza attutita e fiacca della campana che batte le ore.
Richiami letterari
Alcune espressioni rimandano a richiami letterari:
- Lenta fiocca la neve, v.1, somiglia ai versi: Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca (v.1), e La neve fiocca lenta, lenta, lenta (v.8), della poesia Orfano di Pascoli;
- il grido dell’erbaiola, v.3, ricorda l’erbaiuol di Leopardi della lirica La quiete dopo la tempesta (vv.16-18);
- tu calmati, indomito cuore, v.9, richiama lo spirto guerrier dei versi della lirica Alla sera di Foscolo: e mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerrier ch’entro mi rugge (vv.14-14);
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
Anafora
- Non…non…non, vv.2,3 e 4 – anafora che viene rafforzata dal più del v.2 e che vuole sottolineare la negazione di ciò che denota la presenza della vita: i suoni della città, il venditore di verdura, i ragazzi che cantano;
- In breve…in breve, v.9
Numerose le inversioni, anastrofi e iperbati:
- Lenta fiocca la neve, v.1 – mette in risalto l’aggettivo lenta;
- non d’erbaiola il grido, v.3
- non d’amor la canzone ilare, v.4
- Da la torre di piazza roche per l’aëre le ore / gemon, vv.5-6;
- Picchiano uccelli raminghi, v.7;
- spiriti reduci son, v.8.
- corrente rumore di carro, v.3 – l’aggettivo corrente non viene riferito a carro, come sarebbe normale, ma a rumore, amplificandone in questo modo l’effetto acustico.
- Le ore, v.5 – effetto per la causa, infatti a rintoccare sono le campane che annunciano le ore.
- le ore / gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì, vv.5-6 - Carducci paragona i rintocchi delle campane a sospiri provenienti dall’oltretomba (mondo fuori dal tempo). Questa similitudine segna il passaggio dalla situazione concreta alla realtà visionaria del mondo dei morti. Le immagini descritte conducono a situazioni e presenze concrete che nascondono un significato simbolico (gli uccelli raminghi identificati con gli amici spiriti).