Rêverie
Visione è una poesia autobiografica, intitolata in origine Rêverie, che racconta una mattina d’inverno nella pianura padana, attraverso le sensazioni e le emozioni provate dal poeta fino alla rievocazione della sua infanzia.
TESTO
PARAFRASI
[1]
Il sole tardo ne l’invernale
ciel le caligini scialbe vincea,
e il verde tenero de la novale
sotto gli sprazzi del sol ridea.
[1] Il sole, lento a sorgere (tardo) nella stagione invernale (ne l’invernale), scioglieva (vincea) le brume sbiadite (caligini scialbe) e l'erba appena nata (verde tenero - sineddoche), della nuova coltura (novale - latinismo – è il campo messo coltura dopo un anno di riposo), sotto i raggi di sole (sprazzi del sol) brillava (ridea).
[5] Correva l'onda del Po regale,
l'onda del nitido Mincio correa.
Apriva l'anima pensosa l'ale
bianche dei sogni verso un'idea.
[5] Scorreva (Correva ) l’onda del Po regale (regale - perché è il maggiore dei fiume italiano e per la sua maestosità), l’acqua del limpido (nitido) Mincio correva (chiasmo).
L’anima assorta (pensosa) iniziava a sognare (Apriva…l'ale bianche de’ sogni - metafora ) inseguendo una visione (verso un'idea).
[9] E al cuor nel fiso mite fulgore
di quella placida fata morgana
riaffacciavasi la prima età,
[9] E nel cuore nella luce (fulgore) immobile (fiso) di quel tranquillo miraggio (placida fata morgana – fata morgana è il nome che viene dato al fenomeno ottico del miraggio) si riaffacciava il ricordo della fanciullezza (la prima età),
[12] senza memorie, senza dolore,
pur come un'isola verde, lontana
entro una pallida serenità.
[12] priva di memoria, senza dolore, proprio (pur) come un’isola verde, lontana, avvolta in una sfumata luce serena (pallida serenità).
Riassunto della poesia
- Prima strofa: Il poeta descrive l’atmosfera rarefatta della pianura lombarda in un mattino invernale. Il pallido sole dissolve la foschia facendo risaltare il verde dell’erba.
- Seconda strofa: il Po e il Mincio scorrono tranquilli e quel paesaggio di cieli, prati e acque stimolano l’animo del poeta ad inseguire una visione.
- Terza strofa: così, come in un sogno, la contemplazione del paesaggio, irreale come un miraggio, suscita nel poeta un ritorno a sensazioni che appartengono al suo passato, riportandolo all’infanzia.
- Quarta strofa: un’età che gli appare senza ricordi e senza dolore, come un’isola verde, lontana, avvolta in una luce serena.
Tematiche
La visione, di cui parla Carducci in questo sonetto, è quella dell’infanzia, vista come una terra favolosa in cui il poeta vorrebbe perdersi, che rappresenta la tematica principale e viene sviluppata attraverso:
- la nostalgia;
- il sogno;
- la malinconia per il passato.
Analisi del testo
La poesia Visione è incentrata su un paesaggio dell’inverno padano, tra Mincio e Po, dai toni chiari e sfumati percorso dal lento scorrere dell’acqua dei fiumi, in cui il poeta si abbandona alla visione dell’infanzia serena e senza ricordi come un miraggio emerso dalla bruma invernale.
La lirica parte dalla descrizione del paesaggio che procede attraverso pochi elementi essenziali:
- i campi,
- il sole,
- la nebbia,
- i fiumi,
aspetti naturali che conferiscono realismo alla narrazione.
La contemplazione del paesaggio suscita nel poeta impressioni visive e sonore:
- la luminosità del tardo sole d’inverno;
- il verde tenero dell’erba della novale;
- lo scorrere continuo e monotono dei fiumi al loro confluire, reso dalla ripetizione del verbo correva, correa, che accentua la monotonia continua con cui l’acqua scorre.
La descrizione realistica unitamente alle impressioni visive e sonore determinano un’atmosfera rarefatta, incantata, dal tono suggestivo e dalla capacità evocativa.
Il ricordo della fanciullezza è una visione mitica e la sua contemplazione è pacata e serena, priva della drammaticità di altre poesie (vedi per es. Nevicata), lo testimonia quel senza memorie, senza dolore (v.12) e l’uso di certi termini: fiso (v.9), cioè fermo, immobile e quindi senza inquietudine, sereno, ed anche: mite (v.9), placida (v.10), pallida serenità (v.14).
Analisi metrica
Visione è un sonetto di doppi quinari (endecasillabi catulliani), usato in alcuni sonetti giovanili da Parini e prima ancora anche da Rolli. Schema ABAB, ABAB, CDE, CDE.
Il poeta descrive le immagini come avvolte in un’atmosfera rarefatta e fuori dal tempo, attraverso:
- l’uso di un unico tempo, l’imperfetto: vincea, ridea, correva, correa, apriva, riaffacciavasi;
- la scelta di aggettivi e sostantivi come: caligini scialbe, tenero, anima pensosa, placida fata morgana, pallida serenità.
Ritmo
I versi della poesia Visione hanno un ritmo lento e pacato che accompagna lo svolgersi delle emozioni attraverso tre momenti:
- la contemplazione del paesaggio;
- il ricordo;
- la visione, il sogno.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
Chiasmo - Coppie di elementi vengono ripetuti con ordine inverso per dare l’idea del movimento dell’acqua che scorre lenta e monotona:
- Correva l'onda del Po regale / l'onda del nitido Mincio correa, vv.5/6 – verbo + sostantivo / sostantivo + verbo;
- Po regale / …nitido Mincio – sostantivo + aggettivo / aggettivo + sostantivo.
- Apriva l'anima pensosa l'ale / bianche de' sogni verso un'idea, vv.7/8 – il poeta immagina l’anima come se fosse un uccello dalle bianche ali che spicca il volo.
- il verde tenero de la novale, v.3 - – il verde sta per l’erba, un aspetto della cosa sta per la cosa stessa.