Trieste per Saba
La città vecchia, cità vecia in triestino, è quella parte di Trieste più antica fatta di vicoli bui abitati dalle persone umili e semplici, coloro che per Saba vivono una vita autentica, libera da ipocrisie.
TESTO
PARAFRASI
[1] Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
[1] Spesso, per ritornare a casa percorro (prendo) una strada buia e malfamata (oscura) della città vecchia.
Qualche lampione dalla luce giallognola (giallo…fanale - iperbato) si riflette (si specchia) in qualche (qualche…qualche – anafora-epanalessi vv.3-4) pozzanghera e la strada è affollata (anastrofe).
[5] Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s'agita in esse, come in me, il Signore.
[5] Qui (qui…qui…qui – anafora vv.5-11-20) tra la gente che viene e che va (che viene che va - antitesi) dall’osteria alla casa o al bordello (lupanare), dove le merci e gli uomini sono lo scarto (detrito - metafora) di un gran porto di mare, io riconosco (ritrovo), passando, l’infinito nell’umiltà (metonimia).
Qui la prostituta e il marinaio, il vecchio che bestemmia, la donna che litiga (bega – dialettismo veneto), il soldato di cavalleria (dragone) che siede alla friggitoria, la giovane sconvolta (tumultuante - iperbole) pazza d’amore, sono tutte creature della vita e del dolore; in esse si manifesta (s’agita) Dio (il Signore) (anastrofe), come in me.
[20] Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
[20] Qui in compagnia degli umili sento il mio pensiero diventare (farsi – costruzione latineggiante) più puro [qui] dove la via è più impura (turpe - anastrofe).
Riassunto del testo
Il poeta torna a casa percorrendo le vie più antiche e malfamate della sua città (Trieste), affollate di ogni genere di persone, una umanità umile ma più libera e istintiva.
In questi personaggi popolari, il vecchio, la donna, il soldato e la ragazza pazza d'amore, vi è un’adesione più schietta alle pulsioni della vita, fatta di bestemmie, litigi e scene di gelosia, manifestazioni che rappresentano per il poeta la purezza originaria delle pulsioni, quella autenticità vitale che agita anche lui e dove egli sente il suo pensiero diventare più puro e libero.
Tematica
Il tema fondamentale è la purezza degli uomini umili, che il poeta sente molto simili a lui nell’approcciarsi alla vita in maniera autentica.
Analisi del testo
Città vecchia è una lirica scritta intorno al 1910, in pieno periodo dominato dall’estetismo dannunziano.
Città vecchia rappresenta un esempio di poesia bassa che si richiama alle cose di ogni giorno, le piccole cose di Saba ed è quindi in netta contrapposizione con la concezione aristocratica e sublime della poesia, di cui D’Annunzio è stato uno dei massimi rappresentanti.
La poesia, che per Saba è lo strumento attraverso cui il poeta esprime onestamente la verità che sta nelle cose, non può che essere una poesia che si richiama ai valori elementari del vivere dati dalla naturalezza istintiva con cui gli uomini semplici affrontano la vita, che solo il giudizio morale dell’ipocrisia borghese giudica turpe.
Saba si focalizza sulle piccole cose della quotidianità perché proprio quelle piccole cose rivelano significati elevati e un’alta spiritualità.
Nelle cose più umili si possono riconoscere le cose più elevate: l’infinito e Dio, ma il riferimento a Dio non è da intendersi in Saba in senso religioso ma come riferimento ad un livello profondo dell’esistenza e ad una intima spiritualità.
Poesia impressionista
La poesia Città vecchia è carica di allusioni e di elementi oscuri. Poesia impressionista esprime tante impressioni legate tra loro che rivelano una realtà e una riflessione esistenziale. L’impressionismo emerge anche dagli aspetti cromatici della descrizione, dove l’oscura via viene illuminata dal giallo del lampione.
Gli umili
Il poeta descrive un’umanità di serie B, uomini appartenenti ai ceti sociali più bassi e umili ma è un’umanità degradata che è libera dai freni inibitori di una borghesia ipocrita.
Saba trova l’umanità nell’umiltà, gli umili che popolano la vita turpe, che aderiscono alle pulsioni, hanno autenticità vitale ed egli si sente vicino a loro perché come lui sentono la vita in maniera più libera e istintiva, in loro vi è la purezza originaria.
Ambientazione
Saba descrive le strade di un quartiere popolare ed ambienta la poesia in una zona malfamata della città, abitata da un’umanità umile ed emarginata, perché sente di avere in comune con le persone che la popolano l’approccio libero e istintivo verso la vita che rende autentica l’esistenza.
Analisi metrica
Poesia di tre strofe di varia lunghezza con prevalenza di endecasillabi, ma anche con due settenari (vv.8 e 21), tre quinari (vv. 10-14 e 18) e un ternario (v.16), variamente legati da rime e assonanze.
In particolare, sono significative le rime in cui il poeta collega il bassissimo con l’altissimo, come:
- Friggitore / signore;
- Detrito / infinito;
la loro rilevanza è fortemente semantica e fa comprendere il messaggio contenuto nell’espressione: l’infinito nell’umiltà.
Numerose anche le assonanze:
- casa / affollata / strada – vocali a - a;
- qualche / qualche / fanale – vocali a - e;
- porto / ritrovo – vocali o - o;
- dragone / friggitore – vocali o - e.
Il linguaggio è realistico con uso di termini semplici e comuni e di forme colloquiali, per esempio: gente che va, gente che viene.
Amore e dolore sono parole chiave della poesia perché rappresentano per Saba le componenti essenziali dell’esistenza umana, di una umanità fatta di creature della vita e della sofferenza, espressioni autentiche del vivere.
Ritmo
La prima strofa ha un ritmo lento in sintonia con il procedere del poeta nei vicoli della città vecchia che diventa più mosso ed a volte incalzante in corrispondenza con l’immagine del vivace agitarsi dei personaggi che popolano le vie e rallentare nuovamente in chiusura.
Enjambement: vv.: 3 – 7 – 9 – 11 – 13 – 15 -21.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- Qui…qui…qui, vv.5-11-20 – la ripetizione dell’avverbio qui sottolinea la contrapposizione tra la città vecchia rispetto ad altri luoghi dove le ipocrisie della società dominano sugli istinti. Dal punto di vista ritmico dà un’intonazione cantilenante;
- affollata è la strada, v.4 – sta per: la strada è affollata;
- s'agita in esse, come in me, il Signore, v.19 – sta per: il Signore si agita in esse;
- dove più turpe è la via, v.22 – sta per: dove la via è più turpe.
- Giallo in qualche pozzanghera si specchia / qualche fanale, vv.3-4 – l’aggettivo giallo molto distaccato dal sostantivo fanale crea un’atmosfera di sospensione;
- Qui degli umili sento in compagnia / il mio pensiero farsi / più puro, vv.20-21-22.
- uomini il detrito / di un gran porto di mare, vv.7-8 – si riferisce al ceto sociale più basso.
- l’infinito nell’umiltà, vv.9-10 – sta per l’infinito negli umili, l’astratto (infinito) per il concreto (persone umili).
- l’infinito nell’umiltà, vv.9-10 – l’infinito contrasta con umiltà in quanto il primo rimanda ad una cosa senza fine, indeterminata mentre il concetto di umiltà rimanda ad una cosa piccola e determinata;
- il mio pensiero farsi / più puro dove più turpe è la via, vv.21-22 – aggettivi puro e turpe hanno significati opposti.