La replica a Bonagiunta
Guido Guinizzelli con il sonetto Omo ch’è saggio non corre leggero, risponde in rima a Bonagiunta Orbacciani che nel suo sonetto, Voi, ch’avete mutata la mainera, lo aveva polemicamente contestato per avere cambiato il modo di comporre poesie d’amore introducendo versi troppo cerebrali e filosofici e accusato di essersi allontanato dai modi della poesia municipale cortese.
TESTO
PARAFRASI
[1]
Omo ch’è saggio non corre leggero
ma a passo grada sì com’ vol misura:
quand’ha pensato, riten su’ pensero
infin a tanto che ’l ver l’asigura.
[1] Un uomo (Omo - latinismo) che è saggio non corre alla leggera [senza pensare], ma passo a passo (a passo grada) così (sì) come vuole la misura: quando ha pensato, trattiene in sé (riten) il suo pensiero fin tanto che la realtà (ver) lo certifica (asigura – volgare emiliano).
[5]
Foll’è chi crede sol veder lo vero
e non pensare che altri i pogna cura:
non se dev’omo tener troppo altero,
ma dé guardar so stato e sua natura.
[5] È pazzo (Foll’è) chi crede di essere il solo a vedere la verità e non pensa che altri se ne occupino (i pogna cura – se ne prendano cura): un uomo non deve essere troppo superbo (altero), ma deve considerare (dé guardar) la sua condizione (so stato) e la sua natura.
[9]
Volan ausel’ per air di straine guise
ed han diversi loro operamenti,
né tutti d’un volar né d’un ardire.
[9] Nel cielo (per air) volano uccelli (ausel - latinismo) di aspetto singolare (straine guise) e hanno diversi comportamenti (han diversi loro operamenti), né hanno tutti [lo stesso modo di] volare e di agire (ardire).
[12] Deo natura e ’l mondo in grado mise,
e fe’ despari senni e intendimenti:
perzò ciò ch’omo pensa non dé dire.
[12] Dio ha creato la natura e il mondo secondo una gradualità (in grado mise) e ha fatto (fe’) intelligenze (senni) e menti (intendimenti) differenti (despari): perciò (perzò – volgare emiliano) non si può dire (non dé dire) cosa un uomo debba pensare (ciò ch’omo pensa).
Riassunto del testo della poesia
Prima strofa (vv.1-4) – Il poeta dichiara che un uomo saggio non esprime giudizi affrettati ma pondera bene, passo dopo passo, il suo pensiero fino a che non è sicuro che sia corretto.
Seconda strofa (vv.5-8) - E’ pazzo chi ritiene di vedere lui solo la verità e non prende in considerazione che vi siano anche altri che si curano di cercarla.
Terza strofa (vv.9-11) – Del resto, anche nel cielo volano uccelli di diverso aspetto e con diversi comportamenti e non tutti volano e osano nella stessa misura.
Quarta strofa (vv.12-14) – Dio stesso ha creato il mondo procedendo per gradi e ha realizzato menti con capacità diverse tra loro: per cui nessuno può dire cosa si deve pensare.
Tematiche
Il tema fondamentale è la difesa della libertà di poter comporre versi seguendo la propria natura.
Analisi del testo
Guinizzelli non risponde alle accuse di Bonagiunta in maniera circostanziata ma indirettamente. Egli sposta la questione guardandola dalla sua prospettiva, ovvero quella filosofica, da uno degli aspetti che gli venivano contestati. Infatti, parte dal concetto filosofico della gradualità, affermando che una verità va rivelata solo dopo che sia stato fatto un approfondito ragionamento, costruito con ponderatezza e confermato dall’evidenza.
Attraverso questo ragionamento filosofico sotteso di ironia, Guinizzelli replica a Bonagiunta accusandolo di aver parlato in maniera sconsiderata, con arroganza intellettuale, considerandosi l’unico depositario della verità sul modo di poetare.
Ma come nel cielo volano uccelli di fogge e comportamenti diversi così Dio ha creato l’uomo con intelletti diversificati.
La conclusione ribadisce la validità dell’avanzare ponderatamente, a passo a passo, considerato che natura saltus non fecit, in quanto Dio stesso nel creare il mondo e gli uomini ha proceduto per gradi e diversificando.
Analisi metrica
Sonetto di 14 versi endecasillabi, ripartiti in 2 quartine e 2 terzine, 4 strofe con schema: rima ABAB / ABAB (rima alternata) nelle quartine, CDE / CDE (rima ripetuta) nelle terzine.
Il linguaggio di Guinizzelli è pacato ed ironico.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
- vol misura, v.2;
- ver l’asigura, v.4;
- Volan ausel’, v.9;
- Deo natura e ’l mondo in grado mise, v.12;
- non se dev’omo tener, v.7;
- Volan ausel’ per air di straine guise / ed han diversi loro operamenti, / né tutti d’un volar né d’un ardire, vv.9/11 – similitudine con la varietà degli uccelli e dei loro comportamenti in riferimento alla diversità tra i poeti e il loro modo di poetare, ognuno ha il proprio modo di esprimersi.